L’Europa è sempre più paradossale. Del resto, che cosa si può pretendere da gente che pensa solo ad agevolare la speculazione alle spalle dei popoli europei? Nulla. Per certi burocrati, la religione, la cultura e le radici culturali di un popolo sono (troppo) spesso di ostacolo all’interesse economico primario dei potentati. Soprattutto se quella religione, quella cultura e quelle radici culturali rievocano e rimarcano la cristianità.
Così accade che a Bruxelles si metta il veto alla moneta da due euro della Slovacchia, perché rappresenta due santi venerati nel paese dell’Europa orientale, e per il sol fatto, appunto, di rappresentare due santi: Cirillo e Metodio, con tanto di saio monacale e aureola. Il motivo? Troppo cristiani, e dunque in contrasto con il presunto principio della parità fra le religioni. Perché giustamente – diciamo – è discriminatorio vantare e ricordare nelle proprie monete nazionali le persone che con il loro esempio di vita hanno contribuito alla crescita spirituale di una nazione.
Però l’assurdità non sta tanto in questa decisione, che comunque è non solo incondivisibile, ma persino aberrante. L’assurdità maggiore sta nel fatto che l’Europa parimenti ha permesso alla Slovenia di battere moneta con l’effige di un generale di Tito, il dittatore comunista che all’epoca permise il massacro nelle Foibe di migliaia di italiani. Addirittura Franc Rozman, viene raffigurato con la bustina partigiana e una grande stella a cinque punte, inconfondibilmente comunista! Mi chiedo a questo punto dove erano i nostri governanti e rappresentanti europei quando a Bruxelles si decideva questo doppio affronto alla dignità dell’Italia e della identità culturale europea. Me lo chiedo vivamente.
Probabilmente a bersi un caffé alla bouvette…