Questa Palestina no. Non può far parte dell’ONU. Non garantisce democrazia, non garantisce libertà, non garantisce pace nella regione e soprattutto è amministrata da un’organizzazione che non ha reciso i propri collegamenti con il terrorismo, negando oltretutto e in qualsiasi modo l’esistenza dello Stato di Israele, l’unica nazione legittimata storicamente a vivere in quella regione.
Eppure l’Italia montiana ha deciso di fare la pecora. Cioè seguire il gregge maggioritario e votare Sì. Diversamente dalla Germania, la quale ancora una volta dimostra di essere uno Stato che pensa in autonomia e che per questo meriterebbe il seggio permanente all’ONU. Non si è schierata contro, sulla falsariga di USA e Israele, ma non ha nemmeno votato a favore, come la Francia socialista di Hollande, la Cina comunista, gli oligarchi russi e l’intero mondo arabo. Si è astenuta. Come forse avrebbe dovuto fare il nostro paese se solo avesse avuto una politica estera autonoma dai poteri internazionali.
Peraltro, la decisione italiana alimenta pure un’altra perplessità. Come è stato possibile che un governo tecnico, di emergenza, o comunque non legittimato dal voto, abbia potuto prendere una decisione così delicata e importante in materia di politica estera? I misteri della Costituzione italiana, vantata come la più bella del mondo, ma che ancora una volta dimostra una grave lacuna democratica e la totale assenza di una forte connessione tra la volontà popolare e la volontà di qualsiasi governo che pretenda di rappresentare la prima.
Apro una parentesi. La nostra Costituzione è sì la più bella del mondo, ma per i comunisti, e in generale per chi adora e ama i regimi paternalistici e totalitari, dove il popolo è contrabbandato per un grosso bue senza cervello della cui volontà non ci si deve e può fidare. Dunque, per la nostra Costituzione è meglio che il governo sia affidato a dei presunti illuminati (tecnici, segreterie politiche, burocrati) e il popolo assuma il ruolo di mero notaio certificatore. Chiusa parentesi.
Tornando alla notizia in commento, chiaramente una siffatta decisione è assolutamente assurda, soprattutto per le conseguenze che ne deriverebbero. In particolar modo per la possibilità del presunto Stato palestinese di citare, davanti al Tribunale Internazionale dell’Aja, lo Stato di Israele, accusando il medesimo di crimini ovvero di occupazione illegale di territorio “palestinese”. Roba dell’altro mondo. Soprattutto perché si rischierebbe di inasprire ancor più la tensione nella regione e di mettere all’angolo l’unica democrazia presente in quei territori, favorendo parimenti gli oppressivi regimi islamici, i quali verrebbero fatti passare dal torto alla ragione. Regimi che debbo ricordare non hanno mai sottoscritto la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.
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La questione israelo-palestinese è troppo delicata per essere imbrigliata in una politica filo-islamica da quattro soldi, volta a favorire uno Stato palestinese che è tutto tranne che democratico, liberale e garante dei diritti umani, essendo peraltro governato da un’organizzazione (Hamas), il cui statuto è un agglomerato di odio teologico e ideologico nei confronti di Israele.
Come è possibile dunque che l’Italia abbia detto sì al riconoscimento di un siffatto Stato senza il mio consenso e senza il consenso di tutti i cittadini italiani, i quali certamente la pensano come me e se anche non la pensano come me, comunque hanno una forte perplessità per una diatriba che ormai si trascina da decenni, soprattutto a causa di un radicalismo islamico che pretende tutto (la cancellazione di Israele e l’occupazione saracena dell’intera regione) e non concede nulla alla libertà, alla democrazia e ai diritti umani di tutti? Israele ha diritto di esistere e di esistere in pace.