Ora che Gheddafi non c’è più vengono a galla molti retroscena che fino a ieri restavano mescolati con sofisticazioni mediatiche, mezze verità e palesi falsità circa le presunte persecuzioni, fosse comuni, bombardamenti di civili, perpetrati dal regime libico. Tutta immondizia televisiva e giornalistica da dare in pasto ad una pubblica opinione addormentata e distratta, ad uso ed abuso dei veri aggressori atlantici i quali abbisognavano del caso bellico per occupare un paese sovrano, con l’ausilio di brancaleoni addestrati e corrotti in loco (leggere qui: http://www.ilgiornale.it/interni/la_nato_non_deve_piu_fingere_missione_era_unesecuzione/21-10-2011/articolo-id=552740-page=0-comments=1).
Le dichiarazioni rilasciate delle autorità italiane sulla cattura e successiva esecuzione a sangue freddo del Rais sono peggiori del linciaggio subito da quest’ultimo per mano dei mercenari del CNT. Dal Presidente della Repubblica all’ultimo ed inutile parlamentare non si è sentita una voce dissonante sull’epilogo libico e sul suo Colonnello, il quale, solo pochi mesi fa, più che un pazzo sanguinario, era considerato da costoro un capo amato dal suo popolo ed un partner affidabile da invitare a Roma con tutti gli onori riservati ai potenti. Soltanto Borghezio, da sempre invasato antislamico, si è rivelato più onesto dei suoi colleghi parlando di «un grande leader, un vero rivoluzionario non confondibile con i nuovi dirigenti libici portati al potere dalle baionette della Nato e dalle multinazionali del petrolio»…«è stata una morte gloriosa. Onore delle armi al templare di Allah. Anche se sono stato il primo e forse il solo a criticare il modo con cui è stato ossequiato in Italia recentemente, devo dire che è stata certamente una morte gloriosa e con le armi in pugno in mezzo ai suoi pochi fedeli che gli erano rimasti».
I peggiori sono stati invece Frattini e La Russa i quali hanno agito, sin dal principio, per conto di interessi stranieri che puntavano (e ci sono riusciti) ad azzerare i nostri vantaggi geoeconomici e le nostre prerogative strategiche sulla quarta sponda. Negli occhi del Ministero della Difesa c’era l’immagine di Piazzale Loreto, ma questa volta lui si è trovato dalla parte degli sciacalli, prima gheddafiani di ferro con ruoli importanti nel regime e poi suoi nemici giurati. Proprio come accadde a Mussolini che aveva creato un ampio consenso intorno a sé sino al momento della disfatta, dopodiché in Italia era impossibile trovare un fascista anche col lanternino. Un bel contrappasso per un’ex camicia nera. Il Ministro degli Esteri è stato invece smentito in diretta. Mentre invocava per il leder libico un processo secondo le regole ha potuto saggiare il livello di civiltà dei barbari di Bengasi e di Misurata (ai quali ha leccato il culo e lisciato il pelo per tutta la durata del conflitto) che sono passati ai fatti senza aspettare il pronunciamento di alcuna corte nazionale o internazionale. Credeva forse il nostro diplomatico di avere a che fare con i bigol che lo commuovono tanto? Frattini, il quale oltre a non avere cervello difetta pure di pudore, ripete come un disco rotto che gli affari italiani sono al sicuro ma dovrebbe spiegarci come mai il presidente del CNT si sia rifiutato di sottoscrivere qualsiasi accordo con il nostro governo. Forse perché il belluino di Bengasi non poteva siglare contratti e memorandum che sono stati già perfezionati con francesi, inglesi e americani?
Ma non è finita, perché nel “fu” Belpaese i cialtroni non stanno esclusivamente nelle istituzioni. La carta stampata è la principale fucina di ominidi di servizio. E quelli che giocano a distinguersi sono i peggiori tra tutti. Ecco cosa dichiarava Massimo Fini giorni addietro: “Anche Muammar Gheddafi, che per tutta la vita ha fatto il gradasso, sembra seguire questa via vergognosa: dopo aver chiesto per mesi ai suoi l’estremo sacrificio (‘combatteremo fino all’ultima goccia di sangue’) lui sta fuggendo, come una lepre impazzita, per ogni dove invece di affrontare il nemico nell’ultima battaglia… La guerra ha almeno questo di buono: rivela gli uomini. Ci sono individui che in tempi normali, quando sono al sicuro, fanno i gradassi e i prepotenti e che poi, al momento del dunque, battono i denti come conigli e altri, a cui nella vita civile non avresti dato un soldo, che si dimostrano uomini di grande coraggio”. Qui l’unico gradasso è lui che parla a vanvera e scrive di quello che non conosce. Non gli consiglio di cessare con la penna perchè la sua penna è già finita nel cesso. Questo è un fatto, infatti scrive sul Fatto con i fatti che non ha.