Veronesi passa da Twin Peaks...
Creato il 25 giugno 2011 da Omar
Accolto in maniera entusiastica dalla critica ma digerito con una certa diffidenza dal pubblico consueto dell'autore (in rete c'è pure chi lo ha ferocemente bocciato, ma in rete si trova sempre qualcuno disposto a bocciare ferocemente qualsiasi cosa), l'ultimo esperimento del più radical-chic degli scrittori mainstream nostrani, Sandro Veronesi, è un romanzo con molteplici motivi d'interesse che - piaccia o meno - testimonia l'indomita ricerca letteraria di un autore cui i molti riconoscimenti di prestigio e lo spropositato successo di vendite (l'aggettivo «spropositato» da parte del titolare del blog è evidentemente dettato da pura invidia) non hanno sottratto la capacità d'interrogarsi sul fine ultimo delle cose e sullo stato dell'arte. Sopraffino indagatore dell'animo umano - come dimostrato in La forza del passato e Caos calmo - Veronesi prova con questo curioso XY a sondare l'inintelleggibile architettando una storia che shakera abbastanza felicemente atmosfere provinciali alla Twin Peaks con i misteri carteriariani di X-Files.Un mattino d'inverno una slitta trainata da un solo cavallo in evidente stato di choc irrompe nel centro di Borgo San Giuda, paesino di poche decine di anime sperduto nel mezzo delle Dolomiti. Il successivo ritrovamento di undici corpi assassinati nei modi più impossibili (una addirittura sbranata da uno squalo, lassù tra le nevi!) scatena reazioni inconsulte nei cittadini del borgo i quali, rendendosi conto dell'improbabilità del caso, cadono progressivamente preda di una generale psicosi. Le autorità cercano di riportare l’ordine imbastendo cause rassicuranti per i delitti: in parecchi, anche se a fatica, le accetteranno, altri invece - come il prete don Ermete, lo scemo del villaggio, una sciatrice e la giovane psichiatra Giovanna Gassion - cercheranno di approfondire gli indizi in loro possesso per acciuffare una qualche verità plausibile. Il prete, in particolare, mostra la sempre più ferma convinzione che dietro gli undici cadaveri possa celarsi una forma di male puro: il Male, appunto. La psichiatra, invece, ritiene che dietro gli omicidi si debba identificare una ragione scientifica, nascosta magari nelle case e nell’intimità delle persone che abitano il paesello.Partendo dal classico schema della detection - scoprire una ragione all’implausibile strage - la vicenda si sdipana assumendo i via-via i connotati d'una affascinante indagine interiore. Veronesi è abile nel gestire i registri e tenere desta l'attenzione, insinuando continuamente il dubbio nel lettore e spiazzandolo con trovate (a volte anche illogiche). Con un occhio alla scrittura di genere (lo stesso scrittore ha ammesso di aver tenuto in gran conto la prospettiva di un certo King) il romanzo procede per buona parte della sua lunghezza centrando non di rado il bersaglio della riflessione rivestita da intrattenimento, grazie anche all'utilizzo di due flussi di coscienza separati (quello del prete e quello della psichiatra) che a piano a piano finiscono per fondersi. Di contro, per quanto stilisticamente la struttura regga perfettamente, si arriva all'ultimo capitolo con la sensazione che a conti fatti ci sia molto più fumo che arrosto e che nemmeno Veronesi stesso sapesse precisamente dove portare a parare la storia, finendo per impastrocchiare un finale irrisolto che lascia un po' d'amaro in bocca. Ma è nel perpetuo rimuginare dei personaggi, nella efficace edificazione - passo dopo passo - della loro (e quindi del lettore) disponibilità ad accettare l’ignoto che pulsa il perno centrale e la chiave di volta di questo romanzo che lentamente, pagina dopo pagina, si insinua sottopelle. Notevole.
XY - Sandro Veronesi (Ed. Fandango)
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