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Iniziamo, per l’ennesima volta, da un triste luogo comune: l’avversione verso gli stranieri. Durante il regime fascista, una delle conseguenze dell’avvicinamento dell’Italia alla Germania di Hitler (sancito poi con il Patto d’acciaio del 22 maggio 1939) fu la pubblicazione di leggi razziali e di un “manifesto della razza” (1938) firmato da 10 scienziati italiani. In pillole: si sanciva l’esistenza di una pura razza italiana, che non doveva mescolarsi con quelle inferiori, in primis con gli ebrei. Poco tempo prima c’erano state nel Terzo Reich le famigerate «Leggi di Norimberga» e poi, durante la guerra, il più grave attentato alla dignità umana: la «Soluzione finale». Una vittoria delle truppe dell’Asse (Italia – Giappone – Germania) avrebbe dato vita ad un nuovo ordine mondiale, basato sulla diseguaglianza e sulla possibilità di legittimare definitivamente lo sterminio di popoli ritenuti inferiori: gli ebrei in primis, ma anche le popolazioni dell’Europa orientale che, nei piani di Hitler, doveva diventare il granaio dell’Impero tedesco, con gli abitanti destinati alla semischiavitù. Di ciò (e di tanto altro) cosa ci resta? Pochissimo: i partiti fascisti provano a rialzare la testa, lo straniero diventa il capro espiatorio dei nostri problemi.
Fosse solo questo il problema: nel tempo abbiamo imparato anche ad abusare dei diritti conquistati. Giusto per fare qualche esempio: durante il periodo fascista la partecipazione politica era consentita solo se ti tesseravi nell’unico partito riconosciuto: il Partito Nazionale Fascista. L’alternativa: restare in Italia e darti alla lotta clandestina (rischiando l’esilio o qualche anno di carcere duro, se non la pena di morte), oppure emigrare all’estero. E per partecipazione politica si intendono tanti diritti: il voto, la libertà di pensiero, la libertà di associazione etc. Cosa dice poi l’art.1 della nostra Costituzione? «L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro» : il lavoro diventa base del nostro ordinamento, e lo Stato fa di tutto per garantirlo, è un patto tra i cittadini e le istituzioni. Pensate in quale bel mondo viviamo: fino a 70 anni fa potevano votare solo gli uomini, le donne erano solo «angeli del focolare» destinati ad occuparsi della famiglia e delle faccende casalinghe. Per carità, ciò lo era anche prima della marcia su Roma, ma con la Liberazione tutto è cambiato. Oggi invece, a votare non si va più, si preferisce l’astensione. I motivi di questa scelta sono ben condivisibili: la sfiducia nella politica, la crisi economica etc. Ma ricordiamoci ogni tanto, che senza le pallottole ed il sangue versato dai componenti della Resistenza, senza il coraggio di uomini, donne, giovani e meno giovani, oggi (forse) staremmo ancora con la tessera fascista in tasca, a votare SI o NO alle elezioni per un listone, senza possibilità di scegliere alternative nettamente opposte. Le donne oggi continuerebbero a non aver accesso a talune attività lavorative (es.: la magistratura)… Quindi, donne che vi prestate al neofascismo, come fate ad accettare un sistema di valori che vi vedrebbe subalterne? E voi uomini, come fate a condannare questa Repubblica che vi permette di parlare e pensare, al contrario di ciò che spettava ad una voce dissidente durante il regime autoritario? Si dirà che il partito fascista è fuorilegge: stiamo attenti, perchè il fascismo si esplica tranquillamente anche in partiti che hanno rappresentanti nelle istituzioni. Tornando al lavoro: prima era obbligatoria la tessera, oggi no; prima non potevi scioperare e/o protestare in altri modi, oggi si.
Di tutto ciò cosa è rimasto? Ben poco: forse i diritti vengono visti come una cosa definitivamente acquisita, ma ciò non può permettere a tutti noi il lusso di utilizzarli solo quando fa comodo. Quando si deve votare, facciamolo, qualunque sia la situazione del Paese; quando non si deve votare, partecipiamo, aderiamo ad un partito (o fondiamolo), entriamo in un’associazione (o creiamola)… insomma, non restiamo con le mani in mano, perchè il Paese è di tutti, ed ognuno di noi, in diversa misura, è responsabile di ciò che accade nella penisola. Il lavoro non si trova? Cerchiamolo, arrangiamoci, consapevoli che ciò lo facciamo non solo per noi stessi, ma per la collettività, per le future generazioni… Ovviamente, è impossibile ipotizzare un ritorno al periodo mussoliniano, anche perchè il fascismo non è esente da evoluzioni. Ma le basi restano sempre quelle, e se ieri si attaccava lo straniero per non inquinare la razza italiana, oggi lo prendi di mira perchè «colpevole» di rovinare la nostra brava gente italica. Detto ciò, sfruttiamo questi 4 mesi per recuperare i valori antifascisti e costituzionali, e festeggiare degnamente il 70° dalla Liberazione.
“Ormai tutti han famiglia, hanno figli,Che non sanno la storia di ieri.lo son solo e passeggio tra i tigliCon te, cara, che allora non c’eri.E vorrei che quei nostri pensieri,Quelle nostre speranze d’allora,Rivivessero in quel che tu speri,O ragazza color dell’aurora “
Italo Calvino
“nessuna conquista è per sempre,
c’è sempre qualcuno interessato a toglierla per cui resistere è,non solo un dovere, ma una necessità dei giovani, altrimenti non si va avanti!”
Maria Cervi
Fonte: El Nuevo Dìa
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