Verso un paese civicamente alfabetizzato

Creato il 17 dicembre 2012 da Intervistato @intervistato
Con tutta probabilità non sarà l'ultima puntata dell'ondata di partecipazione che ha piacevolmente travolto il centrosinistra, l'appassionante frenesia democratica - infatti- potrebbe compiersi anche negli ultimissimi giorni dell'anno con le primarie dei parlamentari. 
Intanto in Lombardia si è concluso il primo tempo di una partita che idealmente si gioca all'ombra del Pirellone, ma che fattualmente avrà ripercussioni oltre i confini regionali.
“Siamo forti perché abbiamo a cuore i problemi di tutti, non solamente le esigenze di alcuni. Siamo forti perché siamo liberi, e non siamo legati né a mondi particolari né a centri di interesse. Non abbiamo nessuna ragione di pensare che questa volta, le nostre ragioni, non vinceranno come meritano di vincere.”
Umberto Ambrosoli uscendo vincitore dalle primarie di coalizione, è il candidato del centrosinistra per la presidenza di Regione Lombardia e con queste parole, sabato notte si è incamminato sul percorso che tra meno di due mesi potrebbe portarlo a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Lombardia.
“Tutto cambi affinché non si ripetano più gli errori del passato”, il nuovo postulato impone inverte il principio del gattopardismo, quella maledizione tutta italiana che politicamente non riusciamo a lasciarci alle spalle. Ma nelle parole di Ambrosoli c’è un’altra politica. Una politica che i cittadini lombardi, dopo 17 anni di formigonismo faticano a ricordare, la stessa politica che con le diversità del caso, ha portato Giuliano Pisapia a diventare Sindaco di Milano nel 2011.
L’ascolto dei territori, il rispetto per i cittadini e per le istituzioni. La legalità come metodo e l’impegno verso il bene comune nel merito. La Lombardia ha davanti a sé l’occasione del riscatto, un riscatto che per adesso ha il volto di Umberto Ambrosoli ma che da domani dovrà necessariamente assumere le sembianze dei cittadini che vorranno impegnarsi per cambiare questo pezzo di Italia. 
Rigenerazione. Morale, metodologica. Perché la politica torni ad assumersi la responsabilità civico-pedagogica dell’oggi investendo prepotentemente sul domani. Il vento può cambiare, l'abbiamo visto, ma lo scoramento è il peggior nemico della spinta verso la discontinuità.
Quel che è certo è che la Lombardia non è inespugnabile; sarà una campagna elettorale dura, impegnativa ma non per la presunta forza degli avversari, sarà una campagna impegnativa perché i cittadini Lombardi dovranno dimostrare al resto del paese che la politica non si declina solo in scandali, inchieste e poltrone. 
Politica è lavorare, insieme, per assicurare alla collettività un presente giusto e un futuro migliore; la buona politica attecchisce solo se la società decide di parlare al plurale e se i cittadini accettano di impegnarsi per rigenerare le istituzioni. Dice bene Ambrosoli: "ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità dell'esserci", solo così diventeremo un paese civicamente alfabetizzato.
Erica Sirgiovanni | @erica_sir


Towards a civically alphabetized country
With all probability it won't be the last episode of the participation wave that has pleasantly flooded the center-left wing, the passionate democratic frenzy - in fact - it might happen even in the very last days of the year with the Parliament primaries.
In the meanwhile in Lombardy the first half of a game that ideally is played in the shadow of the Pirellone has just finished, but it will have factual consequences beyond the Region's boundaries.
"We're strong because we care about everyone's problems, not only the needs of some. We're strong because we're free, and we're not tied to particular worlds or centers of interest. We have no reason to think that this time our reasons won't win, as they deserve to."
Umberto Ambrosoli uscendo vincitore dalle primarie di coalizione, è il candidato del centrosinistra per la presidenza di Regione Lombardia e con queste parole, sabato notte si è incamminato sul percorso che tra meno di due mesi potrebbe portarlo a sedere sullo scranno più alto di Palazzo Lombardia.
“Tutto cambi affinché non si ripetano più gli errori del passato”, il nuovo postulato impone inverte il principio del gattopardismo, quella maledizione tutta italiana che politicamente non riusciamo a lasciarci alle spalle. Ma nelle parole di Ambrosoli c’è un’altra politica. Una politica che i cittadini lombardi, dopo 17 anni di formigonismo faticano a ricordare, la stessa politica che con le diversità del caso, ha portato Giuliano Pisapia a diventare Sindaco di Milano nel 2011.
L’ascolto dei territori, il rispetto per i cittadini e per le istituzioni. La legalità come metodo e l’impegno verso il bene comune nel merito. La Lombardia ha davanti a se l’occasione del riscatto, un riscatto che per adesso ha il volto di Umberto Ambrosoli ma che da domani dovrà necessariamente assumere le sembianze dei cittadini che vorranno impegnarsi per cambiare questo pezzo di Italia.
Rigenerazione. Morale, metodologica. Perché la politica torni ad assumersi la responsabilità civico-pedagogica dell’oggi investendo prepotentemente sul domani. Il vento può cambiare, l'abbiamo visto ma lo scoramento è il peggior nemico della spinta verso la discontinuità.
Quel che è certo è che la Lombardia non è inespugnabile; sarà una campagna elettorale dura, impegnativa ma non per la presunta forza degli avversari, sarà una campagna impegnativa perché i cittadini Lombardi dovranno dimostrare al resto del paese che la politica non si declina solo in scandali, inchieste e poltrone.
Politica è lavorare, insieme, per assicurare alla collettività un presente giusto e un futuro migliore; la buona politica attecchisce solo se la società decide di parlare al plurale e se i cittadini accettano di impegnarsi per rigenerare le istituzioni. Dice bene Ambrosoli: "ciascuno di noi deve assumersi la responsabilità dell'esserci", solo così diventeremo un paese civicamente alfabetizzato.
Erica Sirgiovanni | @erica_sir

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