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Vestito di cenci e ferite.

Da Monicasartori @carboncini
Te ne sei andato in una velata e nebulosa mattina. Hai atteso il chiarore del giorno, dignitoso ed onorevole come il cuore di chi sta compiendo uno sforzo sovrumano per altruismo. La tua vita era solo silenzio e tribolazione, poi non ce l'hai più fatta. Hai racimolato le tue cose, poche in verità, ma non hai più sprecato un solo momento di vita. Prima di questo giorno elargivi il tuo passato e il tuo sapere a piene mani, ora non potevi più farlo. Ti hanno prosciugato di tutto i tuoi averi. Mendaci coloro che ti hanno ridotto a fuggire e a ragionare egoisticamente. Non hai pensato un solo istante, hai messo migliaia di passi tra te e quella gente che si accalcava dinanzi alla tua porta per lesinare favori. Errori, errori dolosi che ti sono costati una vita buttata ormai alle macerie. Sei stanco, mentre il sole freddo dell'inverno, fa capolino sulla tua testa e a stento lo vedi, nascosto da una nebbiolina sottile. Attendi che qualcosa richiami la tua attenzione, vestito di cenci e di ferite. La mente oscurata da mille messaggi che ti attraversano. E risolvi che sei solo, in quella mattina dal freddo pungente. Ti fa da scudo quella parabola discendente che chiami abbozzo di nuova vita. Vita, paradigma di cuore, di sentimento. Te lo sei portato con te, ma hai svuotato tutto il tuo essere e lo stai spandendo per le vie che percorri. Salvati finché sei in tempo. Percorri le vie che ti porteranno su nobili strade maestre, dove tu, sarai protagonista assoluto della tua vita. E il volo di immaginari aironi ti distoglie dai tuoi pensieri, mentre ti accorgi di seguire la loro scia immaginaria. Libero finalmente.  
Vestito di cenci e ferite.
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