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Vetri – di Clelia Pierangela Pieri

Creato il 24 novembre 2010 da Fabry2010

Vetri – di Clelia Pierangela Pieri

Dalle mescolanze armoniche che nelle mani sostano
dai tuoi dire e i miei seguire in clamori e soluzioni
passa un tempo che gioca a farsi serio e più non serve.
S’incanta il trapano del vicino ai timpani già offesi
poi la musica che – questa sì che è musica –
e io vinta muoio o solo rimango a ridere sguaiata
resto, che forse è sgomento. Resto a guardare i suoni
e non si può, tu dici. Non si deve, penso.
Non posso consegnare ancora a questa tregua
trilli attorcigliati al malumore guasto di un respiro.

Vola, neve, vola che ti rigiro e più non penso tu sia finta
porto con me un vetro e ballo, rido in questo non sapere.
Ho denti a digrignare se mai volessi accarezzarmi il ventre
mi trovi lì, tra finzioni e tolleranza, a spalancar le gambe.
E raschiano, raschiano ancora quel che resiste
biancore rovistato.
Scende il nevischio diradato.

[Immagine: FK - Coregatabs divisori.]



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