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VI FARESTE OPERARE UNA SECONDA VOLTA DAL CARDIOCHIRURGO CHE HA SBAGLIATO LA PRIMA OPERAZIONE? - Perché i semplicistici tagli alle corse non serviranno a salvare il TPL della Campania

Creato il 12 settembre 2011 da Ciro_pastore
VI FARESTE OPERARE UNA SECONDA VOLTA DAL CARDIOCHIRURGO CHE HA SBAGLIATO LA PRIMA OPERAZIONE?  -  Perché i semplicistici tagli alle corse non serviranno a salvare il TPL della CampaniaProvate a chiedere ad una sfortunata vittima della disastrata sanità italiana, se dopo essere stato operato a “cuore aperto” ed esserne uscito vivo per miracolo nonostante un grave errore commesso in sala operatoria, sia disposto, per la seconda indispensabile operazione in riparazione, ad andare sotto il bisturi dello stesso cardiochirurgo che lo ha squartato la prima volta. Sicuramente declinerà stizzosamente l’invito e si affiderà, magari sbagliando, ad un altro specialista, magari meno famoso e stimato, per provare a porre rimedio all’iniziale errore. Nel TPL della Campania avviene, invece, che la classe dirigente che ha guidato le aziende negli ultimi anni, sia la medesima che sta guidando e guiderà la fase di risanamento. Qualche maligno, che millanta informazioni di prima mano, sta spargendo la voce che a questi toccherà di fare il lavoro sporco. A ben più capaci e stimati (da questa maggioranza) manager verrà affidato, invece, l’incarico di guidare le due nuove società (rete e infrastrutture), mondate dal peccato originale imposto dalla precedente maggioranza. In sostanza, una sorte di legge del contrappasso, per cui chi ha collaborato con il nemico viene chiamato a scavare la fossa per le moribonde società ferroviarie. Quindi, esaurito il suo ruolo di becchino di rango, dovrà raccogliere mestamente le sue cose ed accontentarsi di una ricollocazione in altro contesto, se ancora troppo lontano dalla pensione. Nel caso in cui i tempi per il pensionamento fossero più lunghi, invece, si prospetta una nuova infornata di dimissionari d’oro, come quelle a cui abbiamo assistito anche recentemente.
Per quanto mi riguarda, penso, invece, che la casta degli alti dirigenti, convinta da sempre che chi non cambia mai idea è uno stupido, si stia, lentamente ma inesorabilmente, posizionando nel nuovo scenario della politica regionale. Come una nave che, in balia delle onde impetuose, ammaina le vele e mette la prua al vento, così, questi coraggiosi ed esperti lupi di mare, stanno aspettando che la burrasca finisca per riprendere ben presto a navigare a vele spiegate. Questi mari, infatti, pur infestati da pirati, loro li conoscono a mena dito. La classe politica al potere, infatti, pur essendo proprietaria delle navi, non è in grado, e non vuole, farsi venire i calli alle mani con il duro mestiere della navigazione. Le rotte sono disseminate di affilati scogli nascosti, e sono così tante le secche su cui è possibile incagliarsi, che occorre necessariamente affidarsi a chi possiede da sempre le carte nautiche giuste per evitare ogni pericolo.
Certo, questo non significa che tutti gli ufficiali saranno riconfermati. C’è, infatti, una generazione di comandanti ed ufficiali che attende il proprio turno da più di 15 anni. La fedeltà mostrata, anche in tempi di monopolio delle rotte, va ora in qualche modo ricompensata. Qualche avvicendamento, peraltro, c’è già stato ma, in fondo, il nocciolo duro dei comandanti è restato, e resterà, lo stesso. Si procederà a degli affiancamenti sempre più corposi, ma il timone resterà probabilmente nelle mani di chi ha mostrato il sangue freddo per attraversare uragani e tempeste. Ora che si tratta di doppiare Capo Horn, bisogna gioco-forza affidarsi a comandanti esperti che sanno come far rigar dritto la ciurma. Quando si deve chiedere anche l’impossibile, solo i comandanti che conoscono la nave, la rotta e gli uomini, possono, con la rudezza di un Comandante in stile Ammutinamento del Bounty, riuscire a portare la nave a casa. Solo un Capitano Bligh, può chiedere ed ottenere obbedienza cieca ed assoluta. Questo spiega, senza mezzi termini, perché in Circumvesuviana, Direttore Operativo e Responsabile Relazioni Sindacali, siano in questa delicata fase incarnate dalla stessa persona.
Il problema, però, è che dopo Capo Horn (i tagli di questi giorni alle corse) non si prospetta la placida navigazione fino alle dolci e calde acque di Tahiti (il risanamento). Superare i ruggenti 10°, non significa di per sé, aver risolto il problema. I tagli governativi per gli anni prossimi (complici le sempre più precarie finanze regionali) non lasciano intravedere nessun dolce soggiorno, in compagnia di belle e disponibili giovani donne tahitiane. È sicuro, infatti, che dopo l’eventuale superamento di Capo Horn, restano da compiere miglia e miglia in un oceano, che di Pacifico ha solo il nome. Risalire verso un approdo sicuro, in cui ritemprarsi dal freddo e dalle tempeste, costerà ancora altro dolore e fatica. Provare a navigare con queste navi appesantite da inutili zavorre è un’impresa ardua, financo per dei provetti lupi di mare. La difficoltà non consiste nell’eliminare un carico qualsiasi ma, semmai, nell’individuare i pesi realmente inutili ed avere, poi, il coraggio di gettarli in mare. Ma questo deve saper fare un vero comandante.
Ciro Pastore – Il Signore degli Agnelli
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