Magazine Diario personale

Vi presento il vasino

Da Moltiplicatomamma @MoltiplicaMamma

Finché non diventi genitore, pensi non sia umanamente possibile argomentare di cacche e pipì per ore. Poi ti nasce la creatura e capisci che è dal suo “output” che misuri il suo benessere. Hai pochi altri indicatori, Creatura non parla e allora non ti resta che esaminare il contenuto dei pannolini (tanti, tanti pannolini) che produce quotidianamente. Impari a distinguere le cacche buone dalle cattive. Dal colore, dalla consistenza, dall’odore. Insomma, sei quasi una caccologa. Una cosa raccapricciante. Ma il cervello obnubilato di genitore non può capirlo. L’argomento non è tabù neanche un po’. Se ne parla in casa, per strada e perfino al ristorante. Se ne parla con il pediatra, le nonne e le altre mamme. Lunghissime disquisizioni di una noia mortale che, anche tu come le altre, affronti con la massima serietà.
Poi arriva lo svezzamento e la cacca santa della Creatura comincia a essere sempre meno santa, a secondo di quello che mangia. E tu esamini, controlli e cambi pannolini. Se non hai un terrazzo, compri un mangiapannolini e lo benedici ogni volta che, aprendolo, ti rendi conto di quello che è in grado di risparmiare alle tue narici (alle tue e a quelle degli eventuali tuoi ospiti).
Passano i mesi, nella maggior parte dei casi gli anni. E arriva il momento dello spannolinamento. Un’attività temuta anche nelle migliori famiglie. In pratica, devi presentare il vasino ai tuoi figli e devi fare in modo che si vogliano molto bene fra loro. Si devono piacere. Uno sguardo sbagliato, e puoi compromettere l’intera annata, se non addirittura provocare seri danni psicologici alla Creatura.
Noi in questo processo siamo avanti. Anzi, avantissimo. I nani non hanno neanche 10 mesi e le nonne hanno comprato i vasini colorati. Papi e io le abbiamo lasciate fare, pensando fosse uno dei classici acquisti d’impulso (tipo, c’erano i saldi ed erano così carini…). E invece, no. Da 15 giorni i miei figli fanno cacca nel vasino. Più volte al giorno. Si siedono e “puff”. Magia. Le prime volte i trofei venivano anche conservati per mostrarli a me e al Papi di ritorno dal lavoro. Poi per fortuna questa prassi è stata messa da parte (anche se le descrizioni di tutti gli output della giornata no, quelli continuano). Non so che dire, ragazzi. Tommaso appena vede il vasino urla di gioia e inizia a saltare ridendo come un matto. Poi si siede e “puff”. Forse si sente ispirato.
Devo ammetterlo. Ho due figli geniali. Precocissimi. Pensavo di iscriverli direttamente alla materna, l’anno prossimo, e di far loro saltare il nido. O forse anche in prima elementare. E poi pensavo di iscriverli anche al pianoforte, che la musica va insegnata subito. E ovviamente al calcetto, e al nuoto, che quello si, che è uno sport completo...
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