Nelle ultime settimane il mondo della moda ha visto non pochi cambiamenti.
In primis Jil Sander, la Regina del minimalismo, ha lasciato, per la terza volta, dico terza volta signori, la direzione del suo omonimo brand. Jil, ma perché? Datti pace una buona volta.In seguito sono partiti i primi rumors su un possibile Gabriele Colangelo alla guida di Jil Sander. E speriamo che sia vero!
Di qualche mese fa invece la notizia che vede il nostro Alessandro dell'Acqua, quello di N°21 per intenderci, nuovo direttore creativo di Rochas. E anche in questo caso gioia nell'alto dei cieli.
Ultimissimo, ma non meno importante, anzi, l'annuncio che proclama l'arrivo del mio amato Nicolas Ghesquière alla guida di Louis Vuitton. Già, per chi non lo sapesse, il buon vecchio Marc Jacobs ha lasciato la maison parigina con la collezione spring/summer 2014, un vero tripudio di tutto ciò che ha segnato l'Era Jacobs da Louis Vuitton.
Questo è il punto della situazione, ma penso che non ci possiamo lamentare. O meglio, potremmo non lamentarci se non ci fosse un'altra news su un recente cambio di guardia. Signori, tenetevi forte:
JEREMY SCOTT DA MOSCHINO.Mi piace pensare che quando è stato fatto il nome di Scott, ai piani alti di Moschino stavano facendo un gran bel droga party.
Non vedo altra spiegazione per questa scelta.Dopo quasi vent'anni di onorata carriera, Rossella Jardini, chiamata alla guida del marchio dopo la morte di Franco Moschino nel 1994, ha deciso di lasciare la nave. Al suo posto, l'eccentrico, esagerato, pazzo e, perché no, tamarro stilista americano Jeremy Scott.
Ma perché?Già mi avete fatto girare i cojoni con - sì, sempre lui - Hedi Slimane da Yves Saint Laurent, un affronto che mai potrò perdonare, mai, e adesso mi piazzate quest'altro zarro da Moschino. Ma volete proprio avermi come nemica, eh?
"Una scelta compiuta nel pieno rispetto del Dna del brand, poiché Jeremy Scott rappresenta non solo un comunicatore eclettico ed estremamente contemporaneo ma sopratutto un designer in grado di reinterpretare l’identità e l’essenza di Moschino".
MACCÒSA?! COSA DITE, MACCÓSA?!
Non voglio giudicare a priori, insomma bisogna pur mantenere una certa oggettività professionale e un occhio critico privo di coinvolgimento e gusto personali, ma, secondo la mia umile opinione, ...AVETE FATTO UNA STRONZATA CLAMOROSA, CARNE AL MACELLO, ECCO COSA AVETE FATTO, GIUDA.[ plachiamo gli animi ]
Tuttavia, ho comunque voluto immaginare che razza di lavoro potesse uscire fuori dalla mente perversa di Jeremy Scott alle prese con un pezzo grosso come Moschino.
Se proprio vogliamo vedere un punto di contatto tra i due nomi, questo può essere uno spiccato sense of humor, che caratterizza il marchio italiano così come le creazioni del designer statunitense, tanto devoto alla pop culture.
Dunque ieri mattina mi sono persa a pensare come potrebbe essere una collezione Moschino by Jeremy Scott, ho usato tutta la fantasia che avevo a disposizione e, dopo aver scartato l'ovvio "..farebbe cagare", sono giunta alla conclusione che questo connubio stilistico potrebbe, perché no, regalarci piacevoli sorprese.
Grazie a una sofisticatissima tecnica in stile Gira La Moda 2.0, ho provato a immaginare un'eventuale, parallela collezione Moschino firmata Scott, servendomi delle loro collezioni spring/summer 2014.
* In verità non avevo voglia di studiare e ogni scusa era buona per allontanarsi dai libri.
I capi della collezione "Teenagers from Mars" di Jeremy Scott mixati allo show-tributo di Rossella Jardini per Moschino.
Pezzi iconici dell'archivio Moschino, come il bolero di catene dorate, il cappello da cow-boy e le stampe a tema cuore, affiancati agli abiti e agli accessori realizzati dallo stilista amante dei colori fluo, che per questa stagione ha deciso di ispirassi a un'estetica space-age cartoon.
Perché allora non abbinare degli stivaletti multicolor a un body che proclama che "La Classe Non È Acqua"? Oppure possiamo enfatizzare il gioco degli slogan abbinando una felpa che grida I'M a Mess a dei pantaloni dal taglio maschile con stampate le pagine della Gazzetta dello Sport.
Che ne dite di una pencil skirt in pelle con multi-fibbie accostata a un top animalier e a una giacca con alamari dorati, in stile domatore di leone. Anche un'amante di Moschino come Tata Francesca potrebbe apprezzare le minigonne e il cocktail dress maculati di Jeremy Scott, senza dimenticare però l'ironia italiana, fatta di cappello-peluche e copricapo "aereo-munito".
E se lo stilista eterno bambino abbina un fetish bra colore rosa lollipop a un hair style retrò bon ton, noi possiamo fare di meglio e vestire la modella con una lunga gonna da giovane Squaw. E così via.
Alla prossima Fashion Week mi armerò di popcorn e bibita gassata per gustarmi degnamente la sfilata di Moschino e tu, Jeremy, vedi di non esagerare con sneakers e pazzie pop, altrimenti dovrai fare i conti con me.
Hedi Slimane non si è ancora ripreso dalla mia stroncatura della sua collezione autunno-inverno 2013.
Cecilia