Roma le prima a proporre il meccanismo di “moneta alternativa”. Si tratta di buoni sconto locali tra i cittadini per stimolare il commercio. Parma segue a ruota, ma numerosia altri comuni stanno già lavorando su questo progetto.
di Francesco Filini
ROMA Lo scorso Febbraio la Giunta del Municipio IV di Roma ha approvato una delibera con la quale aderisce espressamente al progetto messo in campo dall’associazione nazionale Arcipelago Scec, che consiste sostanzialmente nel favorire la circolazione di buoni locali tra i cittadini per stimolare il commercio locale. C’è da chiarire subito un aspetto: il Municipio non conia nessuna moneta e lo SCEC non è una moneta: è un semplice buono sconto.
DI COSA SI TRATTA Il funzionamento è il seguente: commercianti, artigiani, liberi professionisti ecc… decidono spontaneamente di aderire al circuito attraverso l’erogazione di uno sconto sul prodotto del proprio lavoro, nella misura che essi stessi stabiliscono (di norma si va dal 5 al 30%). Di per sè non è nessuna novità: infatti oggi gran parte dei commercianti di quartiere offre sconti ben più alti per tentare di sopravvivere alla crisi. La novità consiste nella certificazione dello sconto attraverso i buoni SCEC, ovvero dei pezzi di carta colorati emessi e distribuiti gratuitamente dall’associazione Arcipelago Scec. Il negoziante che incassa i buoni di “Solidarietà che Cammina” potrà rispenderli negli esercizi che hanno aderito al circuito.
UN ESEMPIO CONCRETO Una pizzeria decide di aderire al circuito offrendo uno sconto del 10% sul conto. Vado a mangiare una pizza e, a fronte di una spesa di 20 € usufruirò dello sconto pagando 18 € e 2 SCEC. Il pizzaiolo che incassa gli SCEC li rispenderà nel circuito di quartiere: comprerà fiori di zucca e salsa di pomodoro nell’esercizio limitrofo anziché andare al supermercato. Con questo semplice mezzo si ottiene una riduzione reciproca dei prezzi (l’euro riacquisisce potere d’acquisto!) e la liquidità del territorio non viene inghiottita nel gorgo della grande distribuzione, ma rimane in tasca ai cittadini. Eh si perchè il problema del commercio oggi è proprio questo: mega centri commerciali e grandi catene di supermercati uccidono i più piccoli promettendo prezzi più bassi (ma in realtà non è così) e la comodità di avere tutto quello che si cerca in un unico luogo. Dietro ai centri commerciali e alle grandi catene ci sono le grandi multinazionali (e le grandi banche), quasi tutte estere (in Italia le francesi sono quelle che vanno per la maggiore). L’effetto sociale è devastante: l’economia locale subisce un vero e proprio esproprio di liquidità e il tessuto sociale del quartiere si disgrega perchè cessano i rapporti di fiducia reciproca tra gli stessi abitanti. I giovani oggi non stanno più sotto il muretto, trascorrono le loro giornate sotto le gelide luci artificiali del centro commerciale di zona. Lo SCEC è un progetto sociale, prima ancora che economico. Vuol dare nuovo impulso alla comunità di quartiere ricostruendo il tessuto sociale e produttivo. Ogni economista che si rispetti insegna che il denaro è il sangue del corpo sociale. Lo SCEC mira a far circolare il sangue nei quartieri e ad evitare la trasfusione verso l’estero.
COSA FARE Per ottenere gratuitamente gli SCEC basta registrarsi qui come utente fruitore, per entrare a far parte del circuito (che viene diffuso sulla rete tramite le Pagine Auree) come socio accettatore basta registrarsi al sito di Arcipelago: qui per aziende, qui per accettatore senza partita iva, qui come enti e associazioni. All’atto dell’scrizione vengono subito accreditati i primi 100 buoni SCEC.
UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA Lo SCEC è un mezzo un po’ esigente perchè richiede all’uomo di oggi di comprendere fino in fondo il meccanismo: infatti funziona solo se c’è consapevolezza. Ed è proprio per questo che è impossibile che qualsiasi istituzione o partito politico possa imporlo dall’alto sul territorio. Lo SCEC è uno strumento di proprietà esclusiva dei cittadini che vogliono utilizzarlo, e per utilizzarlo bisogna comprenderlo. Le istituzioni come quella del Municipio IV o qualsiasi partito politico, possono – e devono! – solo promuoverlo e immaginare insieme ai cittadini nuovi progetti. Ad esempio nel Municipio IV, dove ho l’onore e l’onere di amministrare i Servizi Sociali, si avrà la possibilità di pagare parte della quota dei centri ricreativi estivi municipali con lo SCEC. Ma ci sono tante altre idee che pian piano stanno prendendo corpo, lo scopriremo nei prossimi mesi.
* Assessore alle Politiche Sociali e al Reddito di Cittadinanza relativo al progetto SCEC del Municipio IV di Roma Capitale
Fonte: http://www.ilvostro.it/economia-e-lavoro/vi-spiego-lo-scec-linfa-rivitalizzante-per-leconomia-non-solo-locale/13860/