"Tra qualche mese me ne vado. [...] Vado via da questo paese di mer.a, di cui sono nauseato.[...] Punto e basta." Sono state queste, stando a presunte intercettazioni, le parole del Presidente del Consiglio italiano. Sono state parole pronunciate durante uno sfogo, in quella che lui stesso ha definito una tarda serata. Inutile ribadire quanto larghissima parte dell'Italia sarebbe felice qualora questo figuro scegliesse di farsi, definitivamente da parte. Se il nostro Stato è un paese di mer.a, larghissima parte delle colpe va anche ai figuranti divenuti politicanti ed al modello di società costruita durante questo quasi ventennio (1994-2012, nds). In serata è arrivata, purtroppo, l'ennesima smentita tinta a sconfessione: "Sono cose dette a tarda sera, magari sorridendo. [sproloqui facenti parte del già noto disco rotto]Altro che andarmene, voglio restare e cambiare questo Paese." La questione più triste ed evidente, purtroppo, è che l'Italia intera è già cambiata, notevolmente. In peggio, però. Milioni di disoccupati, eserciti di giovani senza futuro con percentuali di inoccupazione oscillanti tra 27% e 29%. L'Italia è diventata uno Stato nel quale, condono dopo condono, tutte le barriere che potevano fare da argine alla legalità sono state svilite con ogni mezzo. L'Italia è un Paese dove una manovra ritenuta fondamentale cambia pelle n volte in pochissimi giorni, giusto per soddisfare variegati ricatti di coalizione. L'Italia è diventato un Paese dove, al Governo, è arrivato un partito che da Statuto predica la distruzione dello Stato. Il Paese sta cambiando bruciando ingenti potenzialità e capitale umano, vedendo laureati emasterizzati di ogni età fare colloqui e concorsi per andare a lavorare in discariche. La nausea, per fortuna o purtroppo, sta venendo a tutti gli italiani: giovani che non possono costruirsi un futuro, così come pensionandi che leggono e vedono versioni del loro avvenire sempre diverse. L'Italia sta già cambiando, da qualunque punto di vista: nessun rispetto per l'ambiente e per l'ecologia, con una politica energetica basata sul nucleare spazzata (fortunatamente, nds) via a suon di referendum. Nessun rispetto per quei pensionati sfigati che facevano (anche) gli interessi del Cesare di turno nell'ennesima loggia di questo tragico Paese. L'Italia è divenuta la terra da cui, per un giovane, è sempre meglio scappare. Fuggono cervelli ed intelligenze, risorse e competenze. Per chi rimane, (in)consapevolmente, restano possibilità di vitale precariato. L'Italia è un Paese dove Ministri della Repubblica fanno pernacchie davanti a telecamere, od ancora dove demagogia e populismo prevalgono sulla capacità di guardare al cosa costruire. L'Italia è cambiata, complessivamente, diventando un Paese strano e stanco: stanco di una classe dirigente esasperante e percepita come terribilmente lontana, stanco di slogan a cui non far seguire provvedimenti concreti. L'Italia è diventato un Paese dove gli Enti Locali si ribellano e protestano contro il Governo centrale (o centralista?, nds), annoverando nella battaglia Amministratori di ogni schieramento politico. L'Italia è un Paese che, nel complesso, dimostra di non poter più proseguire su questa strada: troppi sono i problemi, troppo poche sono le soluzioni pensate o praticabili. Il futuro è strozzato, od almeno questa è la percezione comune a moltissimi italiani. A certi individui, mai come oggi, si consiglia instancabilmente il ritiro per un pensionamento anticipato. L'anzianità può essere ancora un periodo felice, non certo come l'attuale idea di domani del nostro Paese.
"Tra qualche mese me ne vado. [...] Vado via da questo paese di mer.a, di cui sono nauseato.[...] Punto e basta." Sono state queste, stando a presunte intercettazioni, le parole del Presidente del Consiglio italiano. Sono state parole pronunciate durante uno sfogo, in quella che lui stesso ha definito una tarda serata. Inutile ribadire quanto larghissima parte dell'Italia sarebbe felice qualora questo figuro scegliesse di farsi, definitivamente da parte. Se il nostro Stato è un paese di mer.a, larghissima parte delle colpe va anche ai figuranti divenuti politicanti ed al modello di società costruita durante questo quasi ventennio (1994-2012, nds). In serata è arrivata, purtroppo, l'ennesima smentita tinta a sconfessione: "Sono cose dette a tarda sera, magari sorridendo. [sproloqui facenti parte del già noto disco rotto]Altro che andarmene, voglio restare e cambiare questo Paese." La questione più triste ed evidente, purtroppo, è che l'Italia intera è già cambiata, notevolmente. In peggio, però. Milioni di disoccupati, eserciti di giovani senza futuro con percentuali di inoccupazione oscillanti tra 27% e 29%. L'Italia è diventata uno Stato nel quale, condono dopo condono, tutte le barriere che potevano fare da argine alla legalità sono state svilite con ogni mezzo. L'Italia è un Paese dove una manovra ritenuta fondamentale cambia pelle n volte in pochissimi giorni, giusto per soddisfare variegati ricatti di coalizione. L'Italia è diventato un Paese dove, al Governo, è arrivato un partito che da Statuto predica la distruzione dello Stato. Il Paese sta cambiando bruciando ingenti potenzialità e capitale umano, vedendo laureati emasterizzati di ogni età fare colloqui e concorsi per andare a lavorare in discariche. La nausea, per fortuna o purtroppo, sta venendo a tutti gli italiani: giovani che non possono costruirsi un futuro, così come pensionandi che leggono e vedono versioni del loro avvenire sempre diverse. L'Italia sta già cambiando, da qualunque punto di vista: nessun rispetto per l'ambiente e per l'ecologia, con una politica energetica basata sul nucleare spazzata (fortunatamente, nds) via a suon di referendum. Nessun rispetto per quei pensionati sfigati che facevano (anche) gli interessi del Cesare di turno nell'ennesima loggia di questo tragico Paese. L'Italia è divenuta la terra da cui, per un giovane, è sempre meglio scappare. Fuggono cervelli ed intelligenze, risorse e competenze. Per chi rimane, (in)consapevolmente, restano possibilità di vitale precariato. L'Italia è un Paese dove Ministri della Repubblica fanno pernacchie davanti a telecamere, od ancora dove demagogia e populismo prevalgono sulla capacità di guardare al cosa costruire. L'Italia è cambiata, complessivamente, diventando un Paese strano e stanco: stanco di una classe dirigente esasperante e percepita come terribilmente lontana, stanco di slogan a cui non far seguire provvedimenti concreti. L'Italia è diventato un Paese dove gli Enti Locali si ribellano e protestano contro il Governo centrale (o centralista?, nds), annoverando nella battaglia Amministratori di ogni schieramento politico. L'Italia è un Paese che, nel complesso, dimostra di non poter più proseguire su questa strada: troppi sono i problemi, troppo poche sono le soluzioni pensate o praticabili. Il futuro è strozzato, od almeno questa è la percezione comune a moltissimi italiani. A certi individui, mai come oggi, si consiglia instancabilmente il ritiro per un pensionamento anticipato. L'anzianità può essere ancora un periodo felice, non certo come l'attuale idea di domani del nostro Paese.
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