Insomma, hanno quasi deciso che la seconda rata dell’IMU non si pagherà. Tiriamo un sospiro di sollievo? Nemmeno per sogno.
Il nostro paese non è abituato a “sollevare” i propri cittadini ed infatti la seconda rata della tanto odiata imposta municipale non si pagherà ma quei soldi devono comunque uscire dalle tasche dei cittadini, solo dei cittadini. Come fare? L’idea del consiglio dei ministri è piuttosto chiara.
I soldi che servono per coprire la cancellazione dell’IMU arriveranno, tanto per cambiare, dall’aumento della benzina ma non solo.
La spremitura delle meningi dei ministri porterà ad un aumento di benzina e gasolio che porterà nelle casse statali 1,5 miliardi di euro nel 2015 e poco più di 40 milioni di euro nel 2016. Ma visto che non basta – i soldi non bastano mai – anche l’Ires (Imposta sul reddito delle società) sarà soggetta ad aumenti.
Così non paga solo qualcuno ma pagano più o meno tutti. Ottima mossa, come sempre. Astuta.
Riguardo la benzina, più o meno, vale lo stesso discorso dell’aumento dell’IVA. Se alzi i prezzi non significa che guadagni di più perché la gente – soprattutto in questo particolare momento – tende ad evitare ogni spesa che non sia strettamente indispensabile. Quindi, a fronte di un aumento, ci sarà qualcuno che pagherà l’aumento del carburante ma qualcuno eviterà di spostarsi, o cercherà di farlo solo quando non potrà farne a meno. Per cui le entrate potrebbero rischiare di non essere maggiori ma addirittura nemmeno uguali ad ora.
E’ storia vecchia, ma è sempre “piacevole” ricordare le accise che determinano il prezzo della benzina. In un vecchio file, che non ho più aggiornato da un paio d’anni, ho salvato l’elenco delle tasse sulla benzina. Probabilmente nel corso degli ultimi anni se ne sono aggiunte di nuove.
- 0,001 euro per la guerra di Abissinia del 1935;
- 0,007 euro per la crisi di Suez del 1956;
- 0,005 euro per il disastro del Vajont nel 1963;
- 0,005 euro per l’alluvione di Firenze nel 1966;
- 0,005 euro per il terremoto del Belice nel 1968;
- 0,051 euro per il terremoto del Friuli nel 1976;
- 0,039 euro per il terremoto dell’Irpinia nel 1980;
- 0,106 euro per la missione in Libano nel 1983;
- 0,011 euro per la missione in Bosnia nel 1996;
- 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri nel 2004;
- da 0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
- 0,040 euro per far fronte all’emergenza immigrati dovuta alla crisi libica nel 2011;
- 0,0089 euro per l’alluvione di Liguria e Toscana nel 2011;
- 0,112 Euro sul diesel e 0,082 Euro per la benzina in seguito al DL 6 dicembre 2011 del governo Monti;
All’elenco naturalmente, non deve mancare l’IVA che porta le tasse sui carburanti a circa € 0,70 per la benzina e € 0,60 per il gasolio.
Se è vero che in Italia vengono consumati circa 50 miliardi di litri di carburante (15 benzina e 35 gasolio) all’anno, da un rapido calcolo (i classici “conti della serva“) risulta che nelle casse dello Stato arrivino 6 miliardi di euro al mese. Di sole accise.
Dopo quasi 80 anni non sarebbe ora di iniziare ad eliminarne qualcuna? No, invece di toglierle se ne aggiungono. Perché altrimenti come potremmo garantire i “miseri” stipendi dei nostri parlamentari dalla fervida fantasia?
Profilo di Pierpaolo Molinari
Nato nel 1978, web designer dopo aver lasciato architettura per dedicarmi all'informatica. Ho una grande passione per la tecnologia, Apple, il calcio, la musica, la lettura e la scrittura.