viacagliero

In questi giorni mi capita di attraversare in bici una zona di Milano che frequentavo 25 anni fa, o giù di lì. Mentre pedalo mi guardo intorno e riconosco i bar, i negozi, il muretto su cui mi baciavo con il primo amore, la fermata dell'autobus che lui prendeva per venire da me.
Quasi nulla è cambiato in quel quartiere, ed è strano. Credo sia per questo che mi viene spontaneo cercare le facce degli amici che abitavano là, sbirciare dentro portoni varcati tante volte allora. Mi aspetto di incrociare lo sguardo sorpreso di Andrea, del Max, di quel matto di Pina.
Quello del Giovanni no, perché lo so che il suo sguardo non lo incrocerò più.
Oggi però mi sono accorta che cercavo gli stessi visi che vedevo allora, cercavo ragazzi di vent'anni, riccioli biondi, fisici tonici, occhi arrossati e lucidi. Segnati, ma non dai ghirigori degli anni trascorsi.
E invece anche loro, come me, saranno invecchiati. Chissà chi ha perso i capelli, mi sono chiesta, chi si è imbolsito, chissà chi invece è rimasto come allora, solo più stanco, forse più triste. Forse.
Nessuno di loro è migrato su Facebook, di nessuno ho foto, parole, notizie. Non posso che cercarli da lontano su questi marciapiedi che magari hanno abbandonato. Non mi resta che trovarli dentro di me, belli come allora, solo promesse, nessuna delusione.