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Viaggi nel tempo. I Mennoniti di St.Jacobs, Ontario, Canada

Creato il 10 agosto 2013 da Lundici @lundici_it
Giovani Mennoniti nel capanno degli attrezzi.

Giovani Mennoniti nel capanno degli attrezzi.

Sin dalla prima età scolastica ti vengono insegnati alcuni basici concetti che ti saranno utili tutta la vita. Che si tratti di scrivere o di esporre, che gli argomenti siano storia, letteratura, geografia, che tu debba raccontare cronache, esprimerti attraverso diari, riassunti, schede libro o articoli, ti viene indicato che è basilare rispondere a due semplici domande: dove? Quando?

E, a meno che non si scriva di fantascienza, o che tu non sia uno degli autori di Lost, l’unità di tempo e di luogo sono fondamentali. Lo sono anche quando prepari un viaggio. Perché tu sarai in quel dato posto in un momento preciso, quindi la guida e le indicazioni, le prenotazioni devono essere corrispondenti al qui e ora. Se prepari un viaggio in Canada per l’anno in corso devi documentarti su internet e su guide aggiornate, perché magari l’hotel o il ristorante in cui mangiasti durante le Olimpiadi di Montreal del 1976 sono solo un ricordo del secolo scorso.
Certo, ovunque ci sono anche parchi tematici o sagre con ricostruzioni storiche ad uso e consumo turistico. Ma nessuno crede che, terminata la giornata, le persone tornando a casa vivano come nel Medio Evo o come cercatori d’oro del Klondike o che dormano sulla paglia come nel Far West.

Abitazione di Sahara e John, Mennoniti.

Abitazione di Sahara e John, Mennoniti.

Poi, però ci si imbatte in gruppi sociali o religiosi che sovvertono tutte queste considerazioni. Gente per cui il tempo si è fermato. Fra questo genere di popolazioni, io e la mia famiglia abbiamo avuto modo di imbatterci nei Mennoniti del Canada. I Mennonites sono i discendenti dei seguaci di Menno Simons (1496-1561), un pastore anabattista (anabattisti significa battezzati nuovamente) di origine olandese, che rifondò la sua chiesa in seguito alla repressione nel sangue degli anabattisti che avevano creato a Munster  – Germania – nel 1535, un regno proto socialista e teocratico molto chiuso e repressivo, fondato sul rifiuto sia della modernità che del battesimo per gli infanti (sono per la scelta consapevole e per la separazione fra stato e Chiesa). In seguito, per sfuggire alle persecuzioni sociali e religiose ad opera di Cristiani cattolici e protestanti, i Mennoniti emigrarono oltre-oceano: soprattutto negli attuali Stati Uniti, Honduras e Canada. Oggi costituiscono una delle più numerose chiese anabattiste. Caratteristiche ancora attuali di questa religione è il rifiuto per il lusso e il pacifismo, accettato dai governi centrali che ospitano tali popolazioni e la separazione fra Stato e Chiesa. Le loro pratiche avvengono non oin locali appositi, ma a casa dei Pastori.

A prima vista queste genti sono del tutto simili ai più famosi Amish – in realtà una branca di anabattisti staccatasi dai Mennoniti americani solo nel 1693 – che conosciamo tutti grazie a film noti come “Witness.Il testimone” un film di Peter Weir, del 1985 con Harrison Ford e Kelly McGillis. Oggi addirittura esiste un reality dal titolo “Breaking Amish” che segue i giovani di questa religione durante l’anno sabbatico che gli viene chiesto di prendersi per provare in libertà le gioie della contemporaneità e poi decidere consapevolmente di riabbracciare la vita puritana del proprio gruppo.

La stufa- cucina in sala da pranzo.

La stufa- cucina in sala da pranzo.

Sì, perché, che tu sia Amish o Mennonita una cosa è certa: vivrai come bloccato nel passato, fermo all’epoca puritana, come se il tempo non fosse andato oltre al 1800 circa e pertanto dovrai senza meno rifiutare tutta la tecnologia futile. Anche il concetto di futilità si è fermato nel passato. Personalmente, e credo per chiunque non sia Amish o Mennonita, acqua corrente, luce, gas nelle case non sono proprio da considerare innovazione da rifiutare. Invece loro vivono in case che si son costruiti da soli dove non c’è elettricità, acqua corrente, riscaldamento. Figuriamoci telefono o televisione o radio.
Nelle loro abitazioni ci si scalda e si cucina mediante stufe a legna, ci si illumina con lampade ad olio, i cibi si conservano senza frigorifero: in estate si preparino vasi di carne, verdure sottovuoto o conserve di frutta da consumare nei mesi freddi e il resto si conserva in ghiacciaie, tanto le zone in cui vivono sono spesso coperte di neve e ghiaccio da novembre ad aprile.

L’acqua si tira dal pozzo e la si usa per bere, cucinare, lavarsi, fare il bucato. Gli abiti sono cuciti in casa e sono caratterizzati da semplicità, confort e possibilità di sovrapposizione. E sobrietà: restano scoperti solo volti e avambracci. Grigi, neri o marroni, lunghi fino alle caviglie per ragazze e donne. Con cuffietta bianca o in tinta e scarponcini sia per il lavoro che per andare in chiesa. Anche gli uomini hanno sempre il capo coperto da cappelli di paglia per lavorare in estate o in feltro per altre occasioni o climi più gelidi. I Mennoniti che ho conosciuto avevano tutti pantaloni comodi con bretelle e camicie scozzesi. Le uniche futilità concesse agli adolescenti che lavoravano nei campi, e che ho potuto vedere con i miei occhi sono occhiali da sole, pedule e biciclette di foggia contemporanea.

E la cucina: lavello e angolo cottura.

E la cucina: lavello e angolo cottura.

Sì perché la regola della futilità è massimamente applicata ai mezzi di trasporto. Niente aerei, navi, camion, ma nemmeno auto e motociclette. Forse treni. Sicuramente solo cavalli, calessi e biciclette, che come risulta chiaro, anche se sono nuove e ben oliate, si muovono solo con la forza del corpo umano.

Non sono particolarmente ferrata sul mondo Amish, ma so che sono un gruppo molto chiuso. Quello che invece più colpisce dei Mennoniti è che tutto questo, il vivere, lavorare, professare una fede, relazionarsi, muoversi, vestirsi non avviene in villaggi omogenei, isolati, dove tutti e ciascuno vivono allo stesso modo.

La famiglia Mennonita che abbiamo conosciuto in Canada vive in una zona densamente popolata da Mennoniti, dove c’è una “chiesa”, intesa come corpo credente, di questa religione ma la comunità è sparsa in un territorio molto vasto e soprattutto completamente mescolata a gente che non segue i dettami di questo credo e la conseguente maniera di vivere.

Siamo stati a casa di John e Sahara grazie ad un amico che ha un ristorante a Toronto dove serve piatti romagnoli. Per esser certo della qualità di salumi e latticini, acquista le materie prime per quanto riguarda carne e latte da questa famiglia Mennonita perché gli animali vengono allevati, munti e macellati come 200 anni fa. Certo questo ristoratore si è aperto un’azienda di lavorazione che si avvale di tutte le innovazioni tecnologiche che garantiscano igiene e qualità nel rispetto delle più moderne norme sull’alimentazione. Ma vi garantisco che il salume realizzato con carne di maiale nutrito solo a ghiande e nessun mangime, o il formaggio ottenuto dal latte di mucche che vivono in prati verdi e munte non meccanicamente ha veramente un sapore migliore di molti altri mangiati in Italia.

Aratura con aratro trainato da cavalli. Ora al pascolo.

Aratura con aratro trainato da cavalli. Ora al pascolo.

Nella loro fattoria, oltre a maiali e mucche, questa coppia alleva cavalli, usati da lavoro e traino e coltiva decine di ettari di terreno a mais, grano e fieno, per gli animali in inverno. Ma a differenza dei vicini, non possiede nessun attrezzo meccanico. Non so quanti di noi considererebbe futile una mietitrebbia a motore o un aratro meccanico o un trattore. Soprattutto se il lavoro agricolo dovesse essere fatto in prima persona. Quindi quando John e Sahara devono mietere il grano, hanno bisogno di chiamare a raccolta numerosi figli di altri Mennoniti, ciascuno si arma di falce e insieme impiegano giorni a tagliare le spighe per ettari e ettari, farne fascine, passare con un carro trainato da cavalli e mettere le fascine sul carro e, attraverso numerosi viaggi, portare il grano a casa.

Quello di sconvolgente che c’è in queste azioni è che, mentre tu e i tuoi fratelli Mennoniti faticate per giorni sotto il sole cocente, il tuo vicino compie le stesse operazioni in un tempo che per te è pari alla velocità della luce perché non reputa peccato usare un trattore, non considera futile nulla che venga da una produzione industriale.

La vera ricchezza per chi è senza aiuto meccanico è la forza lavoro. Ecco che ogni famiglia ha numerosi figli – anche 7 o 8 o 10, e d’altronde cosa c’è di più futile che un anticoncezionale? – che seguono l’obbligo dell’educazione scolastica fino ai 12 anni, per poi aiutare in casa, nei campi, nella produzione artigianale di oggetti. Studiare oltre è inutile, futile direi. Basta saper leggere, scrivere, far di conto.

Il buon Dio dei Mennoniti però non è stato generoso con questa coppia. I proprietari della fattoria che abbiamo visitato non ha avuto figli. Per questo al lavoro con loro nei campi vanno i figli dei vicini che però non possono essere pagati direttamente fino ai 18 anni. Così John dà loro solo cibo; il denaro o il baratto lo scambia con i loro genitori.
I giovani Mennoniti in realtà sono soggetti a meno restrizioni rispetto agli Amish. Ma come loro hanno diritto al famoso anno di libertà. Per 12 mesi al compimento della maggiore età vengono messi fuori casa e possono realmente scegliere di fare tutto ciò che vogliono: il battesimo e la conseguente adesione consapevole e incondizionata ai dettami della fede Mennonita avviene solo al rientro.

Panni stesi. Chi li ha stesi non è voluto essere ritratto nella foto.

Panni stesi. Chi li ha stesi non è voluto essere ritratto nella foto.

Ma nessuno è obbligato a rientrare. Nessuno è obbligato ad aderire. Ci dicono che rientra la quasi totalità (si rasenta il 98%). Vedendo Sahara che pensavo avesse l’età di mia madre, ma che invece mi han detto essere più giovane di me, con i capelli completamente bianchi, gli abiti pesanti con una temperatura di 30 gradi, lavare i cappotti imbottiti a mano piegata sulla fonte ho pensato che quel 2 % siano donne che dopo averlo provato, rinunciano più difficilmente alla tinta per i capelli, alla lavatrice, ad una comoda t-shirt ad non cucinare per una sera e ordinare cinese al take-away. Battute a parte, vedere le mie figlie di 9 e 16 anni in calzoncini corti e magliette colorate, con macchina fotografica digitale, smartphone e I-pod, arrivate con noi dall’Europa in aereo e fin lì a bordo del comodo SUV con aria condizionata, noleggiato dal padre, che mai le avrebbe mandate a lavorare a 12 anni, vicino ai due ragazzini al lavoro mi veniva da dire, forse siamo viziati dalla futilità, ma non vorrei mai questa vita che vedo per me e la mia famiglia. Magari a noi stessi e i nostri figli dovremmo proporre un anno da Mennoniti. Chissà se lo spazzolino da denti, inventato nel 1929, è futile.

Certo, loro questa vita la scelgono consapevolmente, perché, anno sabbatico a parte, vedono come viviamo, lavoriamo, ci spostiamo comodamente ogni giorno. E non in Tv o al cinema, dove non vanno, ma dall’altra parte della strada, dall’altra parte del fosso o addirittura quando camminano sullo stesso marciapiede.

Quando siamo arrivati John non c’era. Con loro si comunica solo per posta, quindi anche se aveva ricevuto la lettera in cui gli si annunciava il nostro arrivo e aveva risposto che era ben lieto di conoscere gli amici italiani del suo amico e partner commerciale, aveva avuto un imprevisto ed era dovuto uscire in calesse per recarsi in paese a oltre 20 chilometri. Tempo previsto per il rientro? Domanda futile.

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