Tre uomini salgono su un treno e viaggiano fino a una scogliera.
Ecco in poche parole la trama delle duecento pagine de Il viaggio di Yuichi Yokoyama, edito l’anno scorso da Canicola. > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="256" width="182" alt="Viaggio al cuore delle cose nellopera di Yuichi Yokoyama >> LoSpazioBianco" class="alignleft wp-image-48289" />E se il lettore potrà sicuramente restare straniato dall’esilità della storia, è certo che non è l’intreccio a interessare l’artista giapponese (amatissimo all’estero e in rete per Garden e New Engineering), di cui questa è la prima opera tradotta e pubblicata in italiano.
Ma se Il viaggio non si basa su una trama, di cos’è fatto?
Il fumetto di Yokoyama è un susseguirsi di dettagli che colgono l’occhio ad altissima velocità: stampe di giacche e camicie; visi incrociati nei corridoi del treno; volute di fumo di sigaretta; ponti, campi, casolari intravisti dal finestrino; scrosci di pioggia che filtrano il paesaggio; il mutare della qualità della luce.
È un viaggio visivo ipnotico, quello di Yokoyama, che provoca lo stordimento tipico di certi viaggi in treno, quando per una certa nostra qualità emotiva, > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="214" alt="Viaggio al cuore delle cose nellopera di Yuichi Yokoyama >> LoSpazioBianco" class="alignright size-medium wp-image-48295" />siamo profondamente ricettivi, colpiti da immagini che probabilmente non vedremo mai più e pronti alla commozione, intesa proprio nel suo senso originario di movimento interno insieme alle cose del mondo.
E per indicare questo movimento continuo, il fumetto di Yokoyama si attesta su un ritmo vertiginoso. Il lettore guarda attraverso una videocamera immaginaria. Ancor più immaginaria perché il montaggio è sincopato, il punto di vista cambia continuamente, il controcampo è veloce, l’obiettivo zoomma avanti e indietro fino a comprendere campi lunghissimi.
Il lettore è costretto a uno sforzo continuo di riorientamento per capire cosa sta guardando. Ecco quindi che la lettura deve per forza farsi lenta e attenta, perdendosi in quella che a prima vista potrebbe sembrare una texture visiva totalmente astratta. L’effetto è quello di essere presi “per l’occhio” da Yokoyama e trasportati a bordo del più veloce treno del mondo, lo Shinkansen giapponese.> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="700" width="501" alt="Viaggio al cuore delle cose nellopera di Yuichi Yokoyama >> LoSpazioBianco" class="aligncenter size-full wp-image-48299" />
Un treno infinito da percorrere dall’inizio alla fine a piedi, facendosi colpire agli accenni di storia di chi incrociamo: > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="214" alt="Viaggio al cuore delle cose nellopera di Yuichi Yokoyama >> LoSpazioBianco" class="alignleft size-medium wp-image-48296" />operai delle segherie, poliziotti, delinquenti, macchine ferme al passaggio a livello, aerei che decollano, stormi di anatre in volo, alci, arrampicatori e lupi ululanti, scambi ferroviari, curve, gente in attesa.
Un treno immaginario in cui ogni carrozza è arredata in modo diverso, un inno futurista alla velocità e al movimento, paesaggi costellati di esempi di architettura utopica e fantascientifica: vetro e metallo di torri svettanti. Un gioco di sguardi e di finestre a riflettersi una dentro l’altra (specchi dalle finestre delle case al di là dei finestrini, finestrini nelle polaroid) nel rotolare muto lungo i binari, accompagnato solo dalle linee di movimento.
Un viaggio nella visione, ma anche un viaggio nel rumore, perché a poco a poco, forse proprio in quanto mute le immagini assumono una qualità musicale: e allora la goccia di pioggia pare di sentirla, lo spostamento dell’aria attorno al treno sembra di sentirlo e i passi nei corridoi, il frullare di ali, lo scaldarsi dell’erba al sole nei prati.
Nel suo bianco e nero, a leggerlo con calma, > LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" />> LoSpazioBianco" height="300" width="214" alt="Viaggio al cuore delle cose nellopera di Yuichi Yokoyama >> LoSpazioBianco" class="alignright wp-image-48297" />Il viaggio di Yokoyama è estremamente sinestetico: è una danza dello sguardo, al suono della luce e del movimento; sono i fili d’erba tra le gambe e le gocce di spuma sul viso.
Un gioco di stile fine a se stesso?
Non credo. La sensazione inquietante di essere continuamente spiati dagli occhi di queste maschere silenziose, che ci guardano mentre le scrutiamo e osserviamo il paesaggio che le comprende, sembra ribaltarsi durante il tempo della lettura nell’accettazione di questo rotolare in avanti verso la meta. Un essere presenti a ciò che succede qui e ora, durante il viaggio, assaporandone l’essenza mistica profondamente orientale, nella semplicità percettiva di ciò che è: la visione delle cose.
Come afferma Yokoyama stesso:
Voglio soltanto osservare l’aspetto delle cose, la sua superficie. Non provo nessun interesse a vederci dentro qualcosa da raccontare. Gli uccelli o gli insetti quando ci guardano non sono interessati ai nostri nomi o a ciò che proviamo. Il mio intento è solo quello di riportare le persone a vedere le cose come sono, concrete e reali. (qui)
Abbiamo parlato di:
Yuichi Yokoyama
Il viaggio
Canicola Edizioni, 2011
208 pagine, brossurato, bianco e nero – 17,00€
ISBN: 9788890497056
Riferimenti:
Scheda del libro e acquisto online: www.canicola.net/libri/il-viaggio
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