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Viaggio nella Massoneria, intervista a Silverio Magno

Creato il 15 febbraio 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online

I temi più controversi sono il banco di prova di una buona informazione.

Oggi Retrò si occupa di un fenomeno sociale da tanti affrontato quanto strumentalizzato, la Massoneria.

Il materiale sul tema è abbondante, la rete pullula di siti dalle informazioni più disparate. La televisione – pubblica e privata – si è spesso occupata del tema, un esempio per tutti è l’ intervista del 2011 di Lucia Annunziata a Gustavo Raffi, andata in onda su Rai 3.

Abbiamo incontrato ed intervistato il Notaio Silverio Magno, candidato alla carica di Gran Maestro del Grande Oriente d’ Italia.

Il Grande Oriente è la più grande istituzione massonica italiana e conta più di sedicimila iscritti. A lui abbiamo chiesto di parlarci dell’ Istituzione sotto vari profili cercando di analizzare il fenomeno nel modo più neutro possibile.

La video – intervista completa di Ludovico Macario e Riccardo Cane è visibile al fondo dell’articolo.

Dottor Magno, come descriverebbe la Massoneria ad un ventenne?

Bisognerebbe partire dalla storia della Massoneria, quello che è stata la Massoneria nella creazione dello Stato Italiano, ricordando come l’ Istituzione abbia radici molto antiche.

Poi, dovrei descrivere cosa può essere la Massoneria oggi. La Massoneria, oggi, può essere un luogo d’incontro, un luogo in cui si vanno a confrontare diverse esperienze su un campo neutro, su principi diversi rispetto a quelli che ormai sono diffusi nel mondo che noi chiamiamo “profano”, mondo che è caratterizzato da un tentativo di prevaricare ogni volta le opinioni altrui. Noi, invece, cerchiamo di creare un luogo di scambio delle opinioni in modo che ognuno possa arricchirsi con le opinioni dell’altro.

Quando dice “spazio neutro”, intende che la Massoneria non ha colore politico o religioso?

Si, una delle caratteristiche principali della Massoneria ed una delle prime cose che viene detta all’inizio di ogni riunione è che da un determinato momento non è più consentito affrontare questioni di politica o religione. La Massoneria nasce in un momento in cui vi erano lotte sanguinarie per motivi religiosi e nasce proprio da questa esigenza, far sì che diverse persone con diverse esperienze e con diverse religioni possano riunirsi intorno ad un tavolo e parlare dell’ Uomo, che poi è unico in tutte le diverse religioni.

Ci sono ancora contrasti con la Chiesa Cattolica? La Massoneria è una forma di religione?

La Massoneria non è assolutamente una religione, al contrario riunisce e raccoglie al suo interno esperienze religiose diverse. Si apre un libro sacro, ma quel libro sacro può essere di volta in volta la Bibba o il Corano, siamo assolutamente aconfessionali.

Poi, il rapporto con la Chiesa Cattolica in Italia è stato particolarmente difficile ma per motivi storici legati alla creazione dello Stato Italiano e delle divisioni che sono nate per questo motivo. L’aconfessionalità della Massoneria è stata ritenuta, anche in tempi più risalenti, incompatibile con la visione dogmatica della Chiesa Cattolica. Oggi che si sente l’esigenza di andare a ridiscutere argomenti, che si sente l’esigenza di rivedere l’anelito di ogni uomo verso qualcosa di superiore, il trascendente, allora io credo che ci possano essere delle grosse occasioni di vicinanza tra la Massoneria e la Chiesa Cattolica.

E la scomunica della Chiesa nei confronti della Massoneria?

La scomunica è intercorsa in un momento in cui la visione della Chiesa era di forte chiusura nei confronti di chiunque manifestasse un’ esperienza autonoma di quello che è il rapporto tra l’ uomo e il Trascendente. La scomunica viene data per tutta una serie di motivi “alcuni soltanto a noi noti”, dice la Bolla papale che sancisce la prima scomunica, ci si rende conto di come si tratti di fatti risalenti nel tempo che probabilmente oggi potrebbero essere ampiamente superati da una visione moderna dell’Umanità.

Venendo a temi più legati al presente, crede ci sia bisogno di una maggiore trasparenza nella Massoneria, intesa come maggiore apertura sulla scena pubblica?

Bisogna capire che cosa intendiamo per trasparenza. La Massoneria è trasparente, le nostre sedi sono note a tutti, noi non siamo un’associazione segreta.

Di fronte a richieste dell’ Autorità Giudiziaria siamo pronti a fornire elenchi e resoconti di quelle che sono le nostre attività. La trasparenza nei fatti c’è, certo non deve essere scambiata per una specie di esposizione verso l’esterno.  Ancora oggi esistono molti pregiudizi nei confronti della Massoneria, richiedere ad ogni iscritto di andare necessariamente a rendere conto della propria appartenenza sarebbe un qualcosa che va contro i principi del nostro Stato il quale tutela la privacy come bene insuperabile e non commerciabile. Quindi, quando parliamo di trasparenza dobbiamo mettere sul piano anche la riservatezza alla quale io credo che ogni Massone abbia diritto, per evitare di essere “bollato”. Credo che la nostra comunità abbia abbandonato l’uso di “marchi” da dover mettere su ogni uomo dalla fine del Ventennio, un uomo è tale per come è e per come opera e noi siamo certamente uomini di buoni costumi, nel senso che siamo cittadini rispettosi delle leggi. Non abbiamo nulla da nascondere ma non dobbiamo essere messi nemmeno in assoluta esposizione.

Lei ha parlato di pregiudizio. Non crede che il velo di opacità che avvolge la Massoneria non faccia altro che alimentare l’idea che tutto si riduca ad affarismo e clientele? Non crede che con la trasparenza si potrebbe mutare questo sentire comune?

La trasparenza non può limitarsi all’organizzazione di convegni e dibattiti in cui si fa vedere un certo modo di essere all’esterno, un certo modo di occuparci di determinati argomenti e di approfondirli in modo probabilmente diverso da come si fa nella vita di tutti i giorni. 

La trasparenza deve consistere nel tentativo di far capire alla gente chi siamo e cosa facciamo. La gente probabilmente non crede che noi siamo massoni solo perché vogliamo approfondire determinati argomenti. Allora io credo che le persone debbano anche vedere quello che è un principio assolutamente sacro tra noi, il principio per cui chi è massone sa che in particolari momenti, momenti anche difficili della propria vita, momenti che possono capitare a tutti, può contare su tutti gli altri massoni. Da questo punto di vista io credo che la massoneria sia un grande mezzo per andare a riscoprire quello che è il legame tra uomo e uomo, cosa che nella vita di tutti i giorni si è purtroppo persa.

Lei è candidato alla carica di Gran Maestro. Se fosse un politico le chiederei i punti del suo programma. Che cosa vorrebbe fare, cosa vorrebbe cambiare rispetto al suo predecessore? 

Innanzitutto non esiste un vero e proprio programma politico in massoneria. Siamo un’istituzione tradizionale e uno dei principi della tradizione è proprio quello di trasferire le proprie esperienze e di utilizzare il lavoro svolto dal predecessore. Quindi non c’è rapporto di chiusura non ciò che è stato fatto, però ovviamente ognuno porta avanti le proprie idee e le proprie aspirazioni. Io, per esempio, ritengo che si debba andare a valorizzare il rapporto di fratellanza tra i singoli iscritti e mostrare maggiormente il valore di questo rapporto alle persone. Poi valorizzerei maggiormente le realtà locali e alleggerirei il peso della struttura centrale. 

Come si entra in massoneria?

L’ingresso in massoneria non è difficile. Basti pensare che da qualche anno è possibile inoltrare la propria domanda attraverso il sito internet del Grande Oriente d’ Italia e abbiamo ricevuto diverse richieste di ammissione. Poi la pratica viene assegnata alla Regione di competenza e poi a sua volta all’ unità, la loggia, scelta dal Presidente del Collegio. La possibilità tradizionale consisteva nella scelta, nella cooptazione del soggetto. Se si individuava un soggetto ritenuto degno di entrare in Massoneria poteva poi essere contattato. Per quanto riguarda i principi e le qualità, bisogna capire quali sono i motivi che spingono il soggetto a voler entrare. Bisogna stare attenti che tali motivazioni non abbiano a che fare con qualcosa che non ha nulla a che vedere con la nostra essenza. Bisogna poi valutare la presenza di predisposizione ad approfondire determinati argomenti che sono il pane quotidiano delle nostre riunioni e sono i mezzi attraverso i quali noi cerchiamo di migliorare noi stessi.

Una domanda di attualità strettissima. Un suo commento sulle rivelazioni di Friedman e sulla richiesta di impeachment nei confronti di Giorgio Napolitano.

Se me lo chiede come cittadino, ho le mie idee ma possono interessare molto poco. 

Se me lo chiede in qualità di candidato alla carica di Gran Maestro, comunque per ora come semplice frammassone, le posso dire che noi come istituzione siamo molto lontani e distanti da queste cose, non hanno assolutamente nulla a che vedere con noi.  

Un ultima domanda, siccome è probabile che un politico possa essere massone, si sente di negare qualsiasi possibilità di interferenza tra il ruolo politico e l’appartenenza ad una loggia?

Questo è un punto che dobbiamo chiarire e sottolineare in maniera decisa. Io, per esempio, faccio il notaio. Nessuno dei miei fratelli si sarebbe mai sognato – o qualora l’avesse fatto, avrebbe avuto ciò che gli spettava – di chiedermi qualcosa che fosse contrario alla legalità e all’osservanza delle leggi. Nessuno nella sua attività profana può essere influenzato dal fatto di essere massone. L’idea che si faceva strada una volta del politico guidato dalla mano della massoneria è un’idea che non ha assolutamente riscontro nella realtà.

Non è una lobby quindi?

Non è assolutamente una lobby anche perché non ha un interesse da perseguire in chiave politica. Il nostro interesse è quello di formare gli individui,  il politico massone se è un buon massone, sarà un ottimo politico.   

Qui sotto l’intervista integrale.


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