L'inchiesta condotta dalla Guardia di finanza di Vibo Valentia ha svelato come quel milione e trecento mila euro stanziati dalla Comunità europea per realizzare strutture alberghiere nella provincia di Vibo Valentia fossero stati spesi anche per ristrutturare case e per fare regali ad amici e parenti in occasione di matrimoni.
Con questa accusa la procura di Vibo Valentia sta indagando 63 persone, fra cui due funzionari pubblici della Regione Calabria.
In una nota, la guardia di finanza spiega che sono stati sequestrati conti correnti bancari e postali, depositi titoli, auto, appartamenti e ville, per un valore di oltre un milione di euro.
Tra i 63 indagati, anche collaudatori di strutture turistiche e i titolari di 20 aziende fornitrici di beni e servizi.
I reati contestati vanno, a vario titolo, dalla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche alla malversazione a danno della Comunità europea, dalla falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico alla falsità in scrittura privata, alla falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atto pubblico, fino alla dichiarazione fraudolenta mediante l'uso e l'emissione di fatture per operazioni inesistenti.
«I sequestri operati oggi dalla Guardia di Finanza colpiscono una vasta area di illegalità diffusa caratterizzata dall'illecito arricchimento ai danni dello Stato e dell'Unione Europea».
Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, Mario Spagnuolo che ha coordinato le indagini per le quali nella zona del vibonese sono indagate a vario titolo 63 persone tra cui due funzionari della Regione, collaudatori di strutture turistiche e i titolari di 20 aziende fornitrici di beni e servizi.
«Si tratta di un importante e complesso lavoro - ha aggiunto Spagnuolo - portato avanti dalla Procura che verrà ulteriormente intensificato in futuro al fine di debellare questi gravi fenomeni fraudolenti».
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