Vicious! you hit me with a flower / you do it every hour / oh baby, you're so vicious

Da Clotrash @clotrash
Ho tagliato i capelli. Ho dovuto, perché mi sono infine decisa a farli ricrescere (questa causa-effetto ha più senso di quanto possa sembrare) e siccome da quest'estate era rimasto una specie di doppio taglio, e la frangia laterale era diventata uno spinacio penzolante, un livellamento generale era l'unica soluzione. Non so poi per quale ragione al mondo io abbia sentito un'improvvisa nostalgia per la frangetta para (vedete che i vecchi album di facebook sono il male?) e sull'onda di questo malsano sentimentalismo, cosciente del fatto che "ora o mai più", sono corsa dalla parrucchiera senza confidare a nessuno le mie intenzioni perché sapevo perfettamente che stavo andando  a fare una cazzata e che chiunque amico/conoscente/cane sano di mente mi avrebbe fatto desistere in ogni modo. Quando sono uscita di lì, la cazzata era evidente sia dentro la mia testa che sopra. E amen. Dal secondo lavaggio in poi però, col fatto che non mi pettino praticamente mai, il risultato del taglio è una via di mezzo tra "paggetto medievale", "attrice francese della Nouvelle Vague" e "lesbica impenitente". Tutto sommato non mi dispiace.
Andare in facoltà sta diventando una specie di disciplina olimpionica. Che vuol dire? Semplice, che io non pratico discipline olimpioniche.
La prospettiva di rimanere a casa intabarrata nelle coperte a fare incetta di classici cinematografici, musicali, letterari e quant'altro è fin troppo attraente. In appena un paio di giorni ho (ri)visto Amore e guerra di Woody Allen e 8 e 1/2 di Fellini (a seguire: Hiroshima mon amour), risvegliato la mia passione viscerale per Lou Reed, Smiths e Jefferson Airplane, scoperto nuovi gruppi niente male (tra cui The Coral e Gentle Giant) e spulciato libri in ordine sparso. Ma ora mi sto sforzando di fare la brava, giuro. In più, col fatto che quando non vado in università mi assale un tremendo senso di colpa, divorata dal succitato sono stata spinta a studiarmi in solitaria già buona parte del programma di svariate materie.
Domenica io e Marvi siamo state allo stand al freddo e al gelo per 12 ore consecutive.Nota positiva: i takoyaki. (leggasi: polpette di polpo giapponesi fritte).Nota negativa: abbiamo sfasciato il gazebo per cercare di smontarlo. Ma non era mio, quindi per me è una nota neutra.Nota assurda: ora, ditemi voi, quante probabilità ci sono di incontrare (ed essere riconosciute e chiamate) una professoressa universitaria di lingua francese di 54 anni in un mercatino giapponese per adolescenti otaku incalliti? zero virgola zero? signore e signori, a quanto pare anche la matematica è un concetto relativo.
PS: io e l'uomo siamo tanto ma tanto scemi / e lui è tanto bellino quanto tontino / e questo weekend fuggiremo in quel d'Abruzzo e non voglio sentire ragioni. ecco. lov!


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