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Video girl Ai

Creato il 21 dicembre 2011 da Narratore @Narratore74

Video girl Ai Esistono centinaia di manga diversi, di ogni genere e tipo. Chiunque può trovare quello che più lo aggrada: chi è in cerca di sangue e violenza, chi invece preferisce l'epicità, piuttosto che i rapporti umani e interpersonali. Ce n'è per tutti i gusti. E in questo caos cartaceo, capita di trovare prodotti che segnano  un punto e diventano pietre di paragone per tutto quello che arriverà dopo. Video girl Ai, pubblicato nel lontano 1989 da Masakazu Katsura, sulla storica rivista WeeklyShonen Jump, a cura della Shūeysha, è di fatto uno dei primi shõnen apparsi sul suolo italiano. Pochi mesi prima era partita la pubblicazione di Kimagure Orange Road, altra famosa serie approdata sui nostri schermi con il titolo "E' quasi magia Jhonny", un adattamento che, dopo i tagli della censura e il rimontaggio selvaggio a cui era stata sottoposta, ne uscì claudicante e storpiata del suo stesso senso. Ma questa è un'altra storia. La trama di Video girl Ai è sostanzialmente questa: Yota Moteuchi, definito dagli amici e compagni di scuola con l'appellativo di Motenai (il senza donne) è da sempre segretamente innamorato di Moemi Hayakawa, compagna bellissima e inarrivabile. Una sera, dopo aver tentato per l'ennesima volta di esternare a Moemi i suoi sentimenti, aiutato dall'amico e confidente takashi Nimai, scopre che Moemi in realtà prova dei sentimenti proprio per quest'ultimo. Deluso dall'evolversi della situazione e costretto dal suo buon cuore, decide di aiutare l'amico e sacrifica i suoi stessi sentimenti in favore della felicità di Moemi. Tornando verso casa, in preda allo sconforto, si ritrova davanti al videonoleggio Gokuraku Club (Club Paradiso). Entrato, finisce per essere attirato da una videocassetta molto particolare. Il titolo di questa è enigmatico: "Io ti consolerò - Ai Amano". Convinto di avere tra le mani un video hard, lo porta a casa e lo infila immediatamente nel videoregistratore, danneggiatosi la mattina stessa per colpa dello stesso Yota.

Video girl Ai

Ai, Nobuko e Moemi, le ragazze di Yota...

È qui che le cose diventano complicate. La ragazza che appare nel video si presenta col nome di Ai Amano e pochi attimi dopo una luce investe Yota e la ragazza esce letteralmente dallo schermo. Ma l'aver riprodotto la cassetta su un apparecchio difettoso porta con se molti problemi. Innanzitutto le curve della ragazza, decisamente meno prosperose di come non fossero in realtà, e il carattere della stessa, mutato da servizievole a vero tornado incontrollabile. Prende il via così uno dei fumetti più innovativi per l'epoca, fra risate, complessi amorosi, viaggi introspettivi e misteriosi uomini che sembrano sapere molto più di quanto dicono sulle Video Girl. La stessa Ai, teoricamente nata solo per aiutare Yota nella conquista del suo vero amore, inizia a provare sentimenti reali, un fatto atipico per le Video Girl, e si troverà a sperimentare la gelosia, l'amore e il senso di perdita e di sacrificio. Pur parlando di adolescenti (i protagonisti hanno si e no sedici anni) le storie sono molto adulte, nella maggior parte dei casi, e spesso fanno espliciti riferimenti al contatto fisico e alla scoperta di se stessi. Maturo, con uno stile scanzonato ma efficace, ci trascina per sedici volumi, trasformandoci e lasciandoci ogni volta con lo stupore negli occhi o un velo di commozione che ci appanna la vista. Lo so, suona molto sentimentale, ma in fondo è di questo che si tratta: una storia fatta di sentimenti, per i sentimenti. L'ho riletto proprio in occasione di questa recensione e, considerando che la prima volta è stato quasi dieci anni fa, devo ammettere che mi ha emozionato ancora. Quando Ai si vede costretta a reprimere il proprio amore ho sofferto, così come quando Yota scopre che non tutto quello che aveva dato per scontato rispecchia la realtà del suo cuore. Ok, ok, forse ho già messo troppo miele in questa recensione, ma che ci volete fare? Sono un romanticone…
Video girl Ai
Nei disegni ritroviamo il marchio di fabbrica di Katsura: tratti nitidi, nessuna sbavatura, e una perizia certosina nella creazione di espressioni e stati d'animo (particolare che prende ancora più valore nelle tavole grandi, quelle da una pagina intera). Largo uso di retini, come voleva l'abitudine di quel periodo, e volti che dimostrano più anni di quanto in realtà avessero. Non siamo di fronte a ciuffi di capelli che stanno in piedi con impalcature metalliche nascoste, nessuna stravaganza, solo una cura maniacale nella costruzione dei personaggi e, soprattutto per quello che riguarda la parte femminile dei protagonisti, una costante e fresca ricerca di abbigliamenti sempre nuovi e mai scontati. Come ho detto, questo è stato uno dei primi lavori di Katsura, perlomeno quello con cui è sbarcato da noi, e le differenze, se paragonato a produzioni successive, si vedono tutte. Ma quello che davvero conta, il coinvolgimento emotivo, la ricerca dei sentimenti e la scoperta di essi, con le ovvie conseguenze, ci sono tutti ed è questo l'importante, il palo su cui si regge l'intera opera. Di certo un ragazzino di oggi, abituato a storie come Naruto, Bleach o il mai tanto sfruttato Dragonball, forse nemmeno si avvicinerà ad un prodotto tanto semplice e al contempo ben strutturato e coinvolgente, ma sperare non fa male e quindi vi consiglio di dargli un'occhiata. Potreste scoprire che, in fondo, essere sentimentali a volte fa bene.
Video girl Ai
In Italia, la serie è uscita la prima volta sotto il marchio Star Comics, poi riprodotta nel 2000 con una traduzione più fedele e coerente con l'originale giapponese. Dal fumetto è nata anche una serie di 6 OAV, che però percorrono la storia solo fino a metà del quarto volumetto, concludendosi proprio quando le cose iniziano a farsi interessanti. Ma questa è una pecca di molti adattamenti da manga ad anime. E anche questa è un'altra storia...

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