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Videogiochi, Fahrenheit: una storia in bilico tra realtà e paranormale

Creato il 27 settembre 2013 da Molipier @pier78
Videogiochi, Fahrenheit: una storia in bilico tra realtà e paranormale Walter Fanuli Walter Fanuli vedi altri articoli 27 settembre 2013 13:00

Era il 2005 quando David Cage, fondatore della casa francese Quantic Dream, mise in commercio un videogioco tanto cinematografico quanto profondo. Sene vociferava già da tempo, in questo Cage è stato bravo ad alimentare l’aspettativa e la voglia di mettere mano su un prodotto che si sarebbe rivelato veramente diverso dai classici giochi, tanto da essere classificato come una sorta di film interattivo. Ma proviamo a capire cosa ha reso Fahrenheit un’esperienza diversa ed interessante, pur non eccelsa sotto molti punti di vista.

Fahrenheit

La storia

Siamo a New York, in un freddo gennaio del 2009. La neve cade soffice ed incessantemente da diverse settimane ormai. Lucas Kane, impiegato di una multinazionale, si risveglia improvvisamente da uno stato di trance  nel bagno di una tavola calda e si rende conto di aver appena assassinato un uomo, colpendolo ripetutamente con un coltello.

Lucas non sa di essere il burattino di un qualcosa molto più grande di lui, molto più grande di noi. La situazione si complica quando la detective Carla Valenti e il suo collega Tyler Miles vengono chiamati ad investigare sull’accaduto. Braccato dalle autorità e con mille domande nella testa, Lucas inizierà una ricerca estenuante per scoprire la verità che si cela dietro questo suo gesto e scoprirà che le risposte vanno ben oltre l’umana comprensione.

Fahrenheit è un thriller paranormale teso ed avvincente, una cosa rara in campo videoludico. Un’esperienza che bisogna vivere almeno una volta. Si presenta come un’avventura grafica che pone un misto di esplorazione mischiata a quik time event (sequenze in cui il giocatore è chiamato  a premere uno o più tasti mostrati a schermo con il giusto tempismo).

Uno degli aspetti più rilevanti del gioco fu senza dubbio la possibilità di intervenire (almeno in parte) sullo svolgersi degli eventi, scegliendo una risposta ad una domanda anziché un’altra o eseguendo una determinata azione in un determinato momento e così via.

fahrenheit

Seguire la storia di Lucas trascina. Il fatto che la trama del gioco sia raccontata attraverso sezioni anche di vita quotidiana dei protagonisti, rende l’immersione nelle situazioni ancora più intensa. Difatti, non avremo solo ed esclusivamente la storia legata all’omicidio e l’indagine della polizia, ma vivremo anche le vite dei protagonisti, i problemi sentimentali, le relazioni interpersonali. E dovremo cercare di intervenire in maniera adeguata se non vorremo far cadere il loro morale sotto i piedi e magari rischiare che si suicidino.

Mettetevi nei panni di Lucas per un momento: dopo l’omicidio non dorme più, non riesce più a darsi pace, è tormentato da continue visioni di sangue e morte e, come se non bastasse, la polizia è sulle sue tracce. Se in questi momenti non saremo in grado di trovare una soluzione indurremo il personaggio a cadere in depressione e di conseguenza a poter decidere di farla finita.

La scelta lasciata ai giocatori sulla possibilità di stravolgere la storia si è però rivelata tutt’altro che decisiva. Infatti, nonostante si risponda A anziché B, ad esempio, ci sarà comunque qualcosa che porterà al risolversi della situazione e nella direzione che la storia deve prendere.

Sebbene gli epiloghi fossero tre, è solo lo scontro finale quello che porta realmente a cambiare il destino della storia, mentre tutto ciò che avviene prima, per quanto magari affrontato in modi diversi, porta sempre e comunque alla fine di quella strada programmata. Il che fu un vero peccato, date le premesse e l’aspettativa che si era creata sulla possibilità di poter radicalmente modificare il corso degli eventi.

Altra pecca del gioco è senza dubbio la sua brevità. La storia si consuma in appena 5 ore, il che fece storcere il naso e non poco a tutti i videogiocatori (visto anche il prezzo pieno con cui il titolo veniva venduto).

Se la prima parte della storia risulta essere appassionante, da quando inizia ad assumere tinte paranormali incomincia a perdersi un po’ per strada. Forse perché ci si aspettava una risoluzione più terrena, forse perché cadere nel irreale può essere uno stratagemma per trovare una motivazione a qualcosa che altrimenti non si sarebbe riusciti a spiegare.

Nonostante questo, comunque, il gioco vendette ben 700.000 unità in tutto il mondo e vinse numerosi premi.

Se siete appassionati di omicidi e paranormale e non avete mai giocato a questo titolo, vi consiglio vivamente di recuperarlo in qualche modo. È un’esperienza che tutto sommato va provata, perché fa provare forti emozioni, forte di una realizzazione diversa dagli standard dell’epoca e coraggiosa nel voler far provare qualcosa di alternativo ai classici videogame nei quali la trama e l’emozione vengono messi da parte per dar spazio ad altri stili votati al solo intrattenimento.



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