So già cosa penseranno molti lettori: questo non è retrogaming, quello vero dovrebbe riguardare roba in 2D degli anni ’80-’90 con qualche eccezione al massimo…e qui stiamo appunto parlando di un’eccezione, anzi di una SIGNORA eccezione. Si parla di un gioco uscito nell’ormai lontano 2001 (anche se può sembrare vicino, è passato davvero un sacco di tempo soprattutto in termini di evoluzione tecnica dei videogiochi) e che può essere classificato, a mio modesto parere, come pietra miliare nella storia dei videogiochi d’azione/sparatutto in terza persona sia per la realizzazione tecnica innovativa sia per la trama eccezionale che possiede. Voltiamoci indietro e guardiamo al passato, immergendoci nell’incubo noir e sanguinoso di Max Payne.
Max Payne – Una fredda giornata d’inferno
Tutto ha inizio nel bel mezzo del “sogno americano”: una bella moglie, una figlia adorabile, una casetta ed un buon lavoro come poliziotto in forza al dipartimento di New York. Max Payne (assonanza geniale con “massimo dolore”) torna a casa una sera e si ritrova catapultato in un incubo: alcuni uomini sotto l’effetto della nuova droga allucinogena sintetica Valchiria hanno brutalmente ucciso moglie e figlioletta di Max all’interno della sua abitazione. Max arriva troppo tardi, questione di secondi…uccide a colpi di pistola i violenti aggressori ma non c’è nulla da fare: i corpi seviziati dei suoi due amori giacciono davanti a lui in pozze di sangue. Dopo qualche tempo Max viene trasferito alla DEA (reparto antidroga) sotto sua pressante richiesta, determinato a scoprire ed eliminare il traffico della droga che ha causato la morte della sua famiglia; lavora per 3 anni in incognito tra le file della mafia cittadina ed ha come unico contatto il collega ed amico Alex Balder. Quando le tracce sembrano finalmente portare ad una buona pista, Alex viene ucciso da un killer ignoto e la copertura di Max salta facendolo diventare principale bersaglio dei mafiosi da una parte e della polizia dall’altra, dato che il vice-procuratore Jim Bravura lo considera un poliziotto pagato dalla malavita per uccidere Alex, inconsapevole del lavoro in incognito che Max svolgeva. Da qui inizierà una lotta senza tregua nè pietà del fuggiasco Max, ormai senza più nulla da perdere, verso mafiosi e tirapiedi dei vari boss malavitosi che si celano dietro al commercio della spaventosa sostanza…ma presto si scoprirà che la faccenda è molto più grossa di quello che potrebbe sembrare.
Bang! Max Payne sei morto!
La trama di questo gioiello si ispira al meglio dei film noir con un’aggiunta di sparatorie infinite, impreziosite dall’innovativo (all’epoca) motore Max-FX che permise l’introduzione del bullet-time durante gli scontri a fuoco: Max si muove con una naturalezza e credibilità disarmanti, le fasi di combattimento sono fluide, la difficoltà equilibrata (senza mai scendere a livelli bassi) e la trama, come si suol dire, si infittisce in modo cinematografico. Persino mostri di tecnologia come Crysis, CoD o Battlefield dovrebbero togliersi il cappello davanti a questo trionfo di gameplay incoronato da una storia magnetica, che ci farà vivere gli incubi ed i rimorsi di Max come se fossero i nostri, prova inconfutabile che non serve grafica a livelli di fotorealismo per creare un vero GIOCO in grado di regalare emozioni inimitabili (e non un film interattivo spacciato per gioco). Altra trovata geniale la troviamo negli intermezzi narrativi, voluti dagli sviluppatori in stile romanzo illustrato, disegnati con tratti volutamente sporchi e colorati in stile acquerello ma con le voci dei doppiatori sullo sfondo che intepretano la loro parte nei dialoghi seguendo la trama che diventa sempre più pesante, inquietante ed opprimente…chapeau.
Considerazioni finali
Max Payne non è uno sparatutto, non è un action, non è neppure un videogioco nel senso “classico” del termine. Max Payne è un’esperienza videoludica di quelle che lasciano il segno, di quelle che ti fanno rimpiangere il tempo che è passato dalla data di uscita…è uno di quei giochi che ti fanno venir voglia di tornare a casa per riprendere a giocare e scoprire come va avanti la storia. Giocare a Max Payne ti fa capire quanto uno sparatutto possa diventare qualcosa di più di uno “spara-spara” se gli sviluppatori ci mettono il cuore. Se cercate Max, lo troverete nei sobborghi piovosi di Steam e di Playstation Network..spendete due soldi per offrirgli da bere e lui vi racconterà la sua storia.
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