Macbeth vedi altri articoli 28 giugno 2013 09:00
Mostri orribili che spuntano dappertutto, un uomo con una strana maschera simile a quelle usate nell’hockey su ghiaccio avanza e uccide tutto quello che si muove in modo truculento, atmosfere lugubri e litri di sangue: non è la trama di un nuovo film del filone “Venerdì 13″ con il malefico Jason Voorhees ma bensì l’ambientazione di una vecchia gloria dei videogiochi, di cui parliamo ampiamente oggi nella sezione retrogames. Splatterhouse uscì nel lontano 1988, sviluppato dalla nipponica Namco (all’epoca ancora separata dal suo partner attuale, Bandai) ed è ancora ricordato con affetto da molti giocatori nostalgici per le sue ambientazioni assolutamente inedite per l’epoca.
Splatterhouse – Sangue a scorrimento
Il gioco appartiene alla categoria dei picchiaduro a scorrimento, anche se per alcuni è più classificabile come action: il nostro protagonista si chiama Rick Taylor e si reca con la sua fidanzata Jennifer Wills nei pressi della abitazione abbandonata del Dott. West, uno scienziato che studiava parapsicologia (esattamente come i due fidanzati) e che stava conducendo esperimenti segreti in quella casa; durante una tempesta i nostri si rifugiano nel maniero e vengono assaliti nell’oscurità da un’entità non meglio definita che provvede a tramortire Rick e a rapire la ragazza. Al suo risveglio il protagonista si accorgerà di avere ora sul suo viso un’antica maschera sacrificale azteca che il Dott. West menzionava nei suoi appunti: la Terror Mask è dotata di oscuri e tremendi poteri che trasformano chi la porta in un violento killer assetato di sangue, innalzandone al contempo la forza e facendo sparire qualunque traccia di paura. Rick decide quindi di mettersi alla ricerca della fidanzata scomparsa affrontando i mostri presenti nella casa abbandonata usando i poteri della Terror Mask.
Sangue a volontà
Il gioco è famoso per la sua violenza efferata e per le ambientazioni lugubri, corredate da un comparto sonoro efficace ed un gameplay intuitivo: la difficoltà è comunque elevata (in linea con la maggior parte delle produzioni dell’epoca) ed uscire vivi da questa sfida non sarà affatto facile. Rick potrà usare mannaie, fucili, tavole di legno ed altri oggetti per sbudellare e massacrare i mostruosi esseri che lo separano dalla fidanzata rapita; i livelli sono lineari e si concludono con i classici boss di fine livello che necessitano di strategie particolari per essere sconfitti, insieme ad una buona riserva di energia risparmiata dal livello immediatamente precedente.
Considerazioni finali
Il gioco farà di certo la felicità degli appassionati di film horror/splatter della “vecchia scuola”, dato il gran numero di riferimenti e di strizzate d’occhio che Splatterhouse fa a molte produzioni cinematografiche dell’epoca come La Casa 2, Creepshow 2, Venerdì 13, Poltergeist e soprattutto Quella Villa Accanto al Cimitero del nostro compatriota Lucio Fulci: la compositrice della colonna sonora del gioco infatti ha preso grande ispirazione proprio dal film citato nella creazione delle musiche per questo gioco. Se vi piace l’horror e volete un’esperienza videoludica retrò di facile apprendimento e di gran divertimento, Splatterhouse è il gioco per voi.