Pensando al contest letterario di Trippando “Scrivi e vinci la Puglia” cui mi appresto a partecipare, ho ritenuto che il titolo della canzone di Capareza – anche se dal contenuto più amaro rispetto al ben noto ritmo goliardico – servisse bene allo scopo di introdurre questo mio contributo alla Puglia.
Iniziamo con il dire che, nonostante una delle mie migliori amiche sia pugliese, io in Puglia non ci sono mai stata. Anzi… a onor del vero devo confessarvi che invece una volta ci sono stata, ma è stata una toccata e fuga, una capatina talmente veloce che è più il tempo che abbiamo passato in autostrada di quello che abbiamo trascorso là. Eravamo un gruppetto di 6 adulti e 1 bambino e, noleggiato un pulmino a nove posti, siamo partite da Rimini alla volta del Gargano per recarci a San Giovanni Rotondo a rendere omaggio al santuario di Padre Pio. Anche se sono passati solo 5-6 anni, purtroppo non mi ricordo molto di questa esperienza e di quel viaggio, se non che quello è stato l’anno dell’alluvione sul Gargano: causa alluvione, infatti, è saltata la gitarella in barca che avevamo previsto di concederci a Vieste.
Qualcosa che invece ricordo benissimo, anche se principalmente collegata all’amica di cui sopra e non direttamente al viaggetto sul Gargano, sono gli aspetti goderecci di questa splendida terra. E’ stata la mia amica, oltre dieci anni fa, a farmi scoprire e assaggiare per la prima volta un piatto semplice come le frise pugliesi. Da quella prima volta, ogni anno l’arrivo delle frise direttamente dalla Puglia (complici i genitori di Loredana, la mia amica) rappresentava la scusa per organizzare una serata tra amiche ridendo, scherzando, spettegolando e soprattutto mangiando. E da allora ogni scusa è buona per farsi portare, ogni tanto, qualche pacco di frise originali: come raccontavo da un’altra parte qualche tempo fa, nonostante oggigiorno i prodotti tipici di altre regioni siano disponibili anche a centinaia di chilometri di distanza, avere a disposizione qualcosa che sia stato prodotto nel suo luogo di appartenenza è sicuramente meglio. Fermo restando che la cosa migliore in assoluto sarebbe quella di gustare i prodotti locali sul loro territorio, ça va sans dire…




Purtroppo, la Puglia non è esattamente dietro l’angolo rispetto all’Emilia Romagna, però non è nemmeno dall’altra parte del pianeta… Loredana è salentina e mi ha parlato spesso con orgoglio delle bellezze della sua terra. Certo per arrivare fino in Salento occorre armarsi di santa pazienza, dato che il viaggio è piuttosto lungo; come era solita dirmi Loredana, commentando i loro rientri a casa, in macchina, “la Puglia è così lunga che quando passi il Molise ed entri in Puglia sei praticamente solo a metà strada rispetto a casa mia”. Da quanto mi ricordo, invece, arrivare sul Gargano non richiede poi così tanto tempo. Per questo, anche se il mio non è un vero e proprio racconto di viaggio, ho provato ugualmente a raccontare qualcosa legato alla Puglia per il contest che Trippando ha lanciato in collaborazione con il Pizzicato EcO Bed & Breakfast. Essendo questo a Vico del Gargano ed essendo il premio per il vincitore del contest un soggiorno presso il Pizzicato, come potevo farmi sfuggire l’opportunità di partecipare?
Certo è che, se non dovessi vincere, prima o poi un modo per regalarmi una vacanza anche in Puglia lo troverò: oltre a tanti posti belli da vedere, ci sono sicuramente tante cose buone da mangiare!!! Tanto ormai mi conoscete: l’unico aggettivo che può descrivere la mia vacanza ideale è “enogastronomica”

See you guys,
Aury




