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Santarcangelo si presenta come un borgo medievale raccolto attorno alle pendici del monte Giove.
E' Chiamato dai Romani 'Pagus Acervolanus', cioè villaggio dei cumuli, probabilmente riferito ai laterizi, vista la presenza di fornaci.
Si trova nella Valle del fiume Marecchia, lungo la via Emilia al confine con la pianura padana e fa parte dei territori che appartennero alla potente Signoria dei Malatesta, vicino a Rimini.
Il suo nucleo centrale sorge sopra antiche grotte di tufo, più propriamente dette ipogei poiché principalmente create artificialmente dall'uomo.
Esse sono infatti state scavate probabilmente dagli antichi cristiani che fuggivano alle persecuzioni ed utilizzate come dimore ma anche come luoghi di culto. Nel corso dei secoli sono inoltre servite come cantina, data la loro temperatura costante di 12-13°, ma anche come rifugio. Sono tutt'ora facilmente accessibili a piedi dal centro storico.
Alcune leggende raccontano che proprio alla Rocca Malatestiana ( la sua costruzione risale al 1386) di Santarcangelo si consumò il dramma di Paolo e Francesca, gli infelici amanti di cui parla Dante nel V canto dell' Inferno. Paolo e Francesca travolti dalla passione tradirono l' uno il fratello, l' altra il marito. Gianciotto Malatesta marito tradito ed uccisore degli amanti occupò la Rocca nel 1288. Si narra che la figlia di Francesca e di Gianciotto, disperata per il dolore della morte della madre si ritirò nel convento delle " Sepolte vive" sul colle di Santarcangelo.
Nel 1762 venne eretto l' Arco Trionfale. Secondo una tradizione legata alla famosa Fiera di San Martino ( la festa dei becchi ovvero dei cornuti) vuole che le corna appositivamente appese al centro dell' arco, per la durata della festa, dondolino al passaggio di un probabile cornuto.
Santarcangelo è considerato la capitale della poesia dialettale Riminese ed è ricca di tradizioni secolari culturali, oltre che sede di eventi rinomati a livello nazionale, quale il Festival del teatro in Piazza e le antiche fiere di S. Michele e S. Martino.
A Santarcangelo si vive bene e si mangia ancora meglio, qui vi è uno dei più famosi ristoranti della Romagna, dove qualità, prezzo e ambiente sono in armonia, il ristorante si chiama La Sangiovesa e il suo simbolo è l' azdora felliniana.
Il ristorante-osteria La Sangiovesa ha sede nell’antico Palazzo Nadiani risalente ai primi del ‘700.
Questo luogo è un bagno nella storia della Romagna, nelle tradizioni, nelle meraviglie nascoste di grotte e pertugi incantati, nei granai, nei ciottoli del fiume Marecchia e nelle poesie vernacolari che aleggiano per tutto il locale e celebrano Santarcangelo nella sua preziosità.Appena si entra si trova la Bottega delle robe e delle bontà, dove si possono trovare vetrine piene di vini, conserve, miele e tutti i prodotti culinari della Romagna.
Dopo la Bottega troviamo il laboratorio della piadina e dei salumi, dove viene fatta la piadina al momento, e quindi il Cantinone del Beato Simone che un ampio salone in cui si può degustare un bicchiere di buon vino. Poi troviamo la Stalletta di Pidio con la Stufa della fessura profonda.
Le altre stanze sono la Sala Gallavotti, la Sala Malatesta con la Stufa del vecchio autunno e la Stufa dei ricordi perduti , il Salone Montefeltro con la Stufa dei pianeti sognanti, la Sala Nadiani, l'Angolo amici della Valmarecchia, la Sala Cagnacci con la Stufa degli oggetti in ascolto, la Sala dei Marini, la Sala dei Tavella.( le Stufe sono delle opere d' arte, in ceramica o in mosaico ideate dai pù noti artisti romagnoli, l' ambiente è pervaso di aria felliniana e di poetica di Tonino Guerra). Vi è anche un piccolo pertugio: ( solo per due persone) la saletta degli amanti, con un intrigante quadro.
Un'altra cosa molto bella da vedere è la Grotta delle colombaie. Una galleria scavata nel tufo che scende dentro le viscere dell'Osteria. Lungo le pareti si trovano tante nicchie che venivano usate per far maturare il vino mentre oggi ospitano alcuni curiosi modelli di colombaie di tutto il mondo. Al termine della discesa si trova una sorgente e accanto un pozzo.
Non dimenticate di girare le spalle e di lanciare una monetina nell' acqua, vi porterà fortuna.
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