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VIGILANTE (1982) di William Lustig

Creato il 09 marzo 2011 da Close2me

vigilanteCon i I guerrieri della notte (1979) di Walter Hill e Distretto 13: Le brigate della morte (1976) di Carpenter, il miglior titolo dedicato al connubio metropoli-violenza, tanto in voga nel cinema americano di fine anni ’70 e primi anni ’80, periodo d’oro dell’inarrestabile escalation della piccola e media criminalità urbana.
“La storia è ambientata in uno dei quartieri più malfamati di New York, il Bronx, dove la criminalità domina incontrastata. Eddie Marino, un meccanico ex poliziotto, rientrando dal lavoro trova orrendamente ucciso il figlioletto e la moglie seviziata e moralmente distrutta. Straziato, Eddie ricorre alla giustizia ma, fuori di sé per l’inefficace difesa di un avvocato privo di grinta e per l’ingiusto verdetto di un giudice corrotto, ha una reazione violenta in tribunale e viene condannato per oltraggio a pubblico ufficiale. Scontati alcuni mesi di prigione, esce dal carcere e – con l’aiuto di un pugno di amici ex poliziotti – inizia a farsi giustizia da sé”
L’ossessione giustizialista tout-court inserita in un messa in scena deliberatamente exploitation (cara ai drive-in che furono) è determinante nel secondo lungometraggio “tradizionale” del regista di newyorkese, il cui esordio avvenne con due pellicole a luci rosse: Porno brivido super e Hot Honey. Se il precedente Maniac (1980) determinò la rottura di una regola aurea delle produzioni di genere (vicenda totalmente incentrata su un maniaco omicida, senza giudizi di sorta), Vigilante appare più classico e lineare, ma non meno curato nell’evocare attraverso location e personaggi un’umanità priva di prospettive. Solo vittime, dal primo all’ultimo fotogramma: Stroode/Nick del proprio manicheismo, Forster/Marino della propria angoscia, Colon/Rico e la sua banda di teppisti del nulla di un sogno americano infranto da anni. Figure ben delineate nonostante il relativo approfondimento psicologico. Personaggi che conoscono una propria, incisiva aura di fascinazione grazie soprattutto ad attori che hanno fatto la grande storia del grindhouse d’oltreoceano. Ad accompagnare il tutto le graffianti partiture di Jay Chattaway, collaboratore fidato di Lustig anche nel suo ultimo lavoro Uncle Sam (1997), dove firmerà la colonna sonora insieme a Mark Governor.
Un film da recuperare e rivalutare, purtroppo inedito in Italia nel formato DVD/Bluray.


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