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Vinitaly 2014 e kikka finale!

Creato il 15 aprile 2014 da Egosistema

Dal nostro inviato a Verona Santo Bevitore

E anche quest’anno è passato il Vinitaly, lasciandomi i postumi fino ad oggi.
Ogni anno la solita fatica, da 15 anni a questa parte. Eh sì perché questa è una delle parti faticose del mio lavoro: andare ad assaggiare al Vinitaly!
Direte voi: bella fatica… pensa a quelli in miniera… o all’Apple Store…
Ma guardate che non è una passeggiata arrivare a sera e poter dialogare lucidamente con i tuoi clienti quando sul taccuino arrivi a quota 40 vini bevuti (non ho detto assaggiati, perché quando sei davanti al cliente non sputi, come i sommelier..) al giorno, non tutti di ottima qualità e appena imbottigliati (quindi pieni di solfiti, con mal di testa serale assicurato) immerso in una caciara incredibile fatta di alticci finti clienti, standiste e clienti praticamente svestite (che vengono agghindate come se andassero a ballare…mah!) e impettiti sommeliers che dicono sempre le stesse cose e che gli enologi scansano come la morte. Su 2 giornate il carico è pesante. Il fegato diventa come quello delle oche da foie gras..
Direte: e chi te lo fa fare? È la cartina al tornasole del mio lavoro durante l’anno… e poi qualcuno deve sacrificarsi!

Ma quest’anno è andata un po’ diversamente…
Non per le quantità, ma per la qualità!
Ho fatto selezione, come dicono quelli bravi, ad esempio niente bollicine..

In pratica, ho scelto da chi andare e bere solo alcune cose mirate, approfittando di fortunate coincidenze e occasioni imperdibili, come l’arrivo del Presidente del Consiglio Renzi che ha bloccato completamente il già impossibile traffico di Verona durante la manifestazione vinicola.

E proprio da qui parte il mio resoconto enologico del Vinitaly 2014, elencandovi quello che più mi è piaciuto, alla portata di tutti ed una sorpresa finale.

In occasione, della citata presenza del Presidente, chi era già ai tornelli è entrato velocemente, trovandosi in una situazione incredibile: non c’era nessuno perché tutti erano rimasti bloccati nel traffico! C’erano pochi clienti, non tutti gli espositori erano arrivati ed una calma meravigliosa.
L’occasione fa l’uomo ladro e capisco subito che per la prima volta sono libero di andare ad assaggiare qualcosa che gli altri anni fatico ad assaporare: i vini stranieri ed in particolare neozelandesi.
Qui trovo un mondo di aziende vinicole tutte raggruppate in un unico stand di un importatore che il giorno prima era inavvicinabile.
E sono rimasto letteralmente conquistato dai profumi e dalla finezza di questi vini, che noi stupidi europei cataloghiamo a priori industriali.
Sauvignon Blanc, Riesling, Pinot Neri perfetti senza un difetto evidente (o rilevante) che si facevano bere con gusto.
Ma su tutti il Sauvignon Blanc di Woven Stone, azienda emergente, che lasciava letteralmente a bocca aperta: profumi di frutto della passione, frutta esotica, ananas, tutto molto distinto, pulito al naso come in bocca. Una delizia!
Poi giretto in Australia, dove sui bianchi secondo me sono ancora old style, ma sui rossi sono delle bombe. In generale i Syrah (Shiraz alla australiana) e i Zinfandel (Primitivo in Puglia..) sono spettacolari. Anche se però, tutti uguali. Quindi, non vi consiglio niente in particolare, ma ve li consiglio in generale.

Però, puoi assaggiare quanto vuoi, ma fatta eccezione per questi paesi e la Francia non tutta, il nostro paese non deve invidiare neanche una bottiglia!
E quindi veniamo alle delizie di casa nostra, ed in particolare ho scelto 3 cantine con rispettivo/i vino/i, che sono alla portata di tutti. Una del Nord, una del Sud ed una del Centro.

Iniziamo dal Nord.
La cantina è la Cantina Sociale di Roveré della Luna, località a cavallo tra il Trentino e l’Alto Adige (in enologia c’è differenza, e tanta!), e che vinifica il meglio delle due zone. I loro Pinot Grigio e Pinot Nero sono eccellenti, ma quello che lascia senza fiato sono i Gewurtztraminer.
Tra i tanti i miei preferiti sono il Vigna Winkel ed il Laeun 2012.

Il primo è profumato, con sentori di litchi, rosa, pompelmo, cannella e una freschezza unica, che difficilmente si trova in Alto Adige, perché lo si lascia sempre un po’ zuccherino. Questo gewurtztraminer no! E’ abbastanza secco, e questo mette in risalto la freschezza, l’acidità del vino che insieme ai profumi inebrianti lo fa diventare perfetto per una cenetta romantica (le donne vanno pazze!) magari a base di Sushi, tonno in particolare.
Il secondo è più per intenditori, di un livello superiore e anche di prezzo, e non a tutti era dato da assaggiare perché è veramente un prodotto per palati raffinati. Nella sua evoluzione in bottiglia (io lo so perché l’ho assaggiato da quando era mosto..) è venuto fuori un corredo di spezie, chiodi di garofano e leggere sensazioni di affumicato che rendono questo vino meraviglioso! La morte sua: Tonno alla griglia (lasciato rosso..), Salmone affumicato di quelli buoni o Gamberoni alla Griglia.

Vinitaly 2014 e kikka finale!

Laeun 2012

Passiamo al Sud.
Girovagando, quest’anno, un mio amico enologo mi ha fatto conoscere una giovanissima cantina, che si inerpica sulle pendici di Centola, sopra Palinuro, e che produce un bianco che inizialmente il mio amico non voleva svelarmi cosa fosse. Poi dopo i miei commenti entusiasmati mi ha rivelato che si trattava di un Fiano, lo stesso di Avellino, ma allevato nel Cilento. Onestamente una sorpresa enorme. Un Fiano con una potenza aromatica eccellente, ed una sapidità perfetta che mangiata con una mozzarella di Bufala di Paestum o Battipaglia era qualcosa di incredibile, ma che aveva ancora qualcosa da affinare e solo la messa in bottiglia poteva regalare a questo vino la completezza.
Il mio amico mi ha segnalato che il vino adesso era perfetto ed io sono andato ad assaggiare, e constatare che aveva ragione: ottimo questo Valmezzana 2012 IGP della cantina Albamarina.

Vinitaly 2014 e kikka finale!

Valmezzana 2012

E per finire andiamo al Centro, nelle Marche per l’esattezza.
Da sempre è la mia ultima tappa. Quelle poche volte che l’ho fatta prima, gli assaggi dopo non avevano tanto senso. Questa è terra da grandi rossi, ma i vini bianchi sono il vero fiore all’occhiello della regione ed in particolare il Verdicchio. E quando si parla di Verdicchio di Jesi la mia scelta è Terre Cortesi Moncaro.
Moncaro produce 11 milioni di bottiglie, ma la maggior parte dei loro vini sono del livello delle piccole ed esclusive cantine. In particolare 2 vini mi catturano sempre: Le Vele ed il Verde Ca ruptae.
Il primo è il vino più facile della cantina; un vino profumatissimo con aromi di pompelmo, limone, fiori, fresco e beverino. La mia grande soddisfazione è berlo in un ristorante in riva al mare, magari a Numana mangiando antipasti di pesce tipici della zona.
Il Verde, invece, è il mio verdicchio ideale! Un vino da tutto pasto, fruttato fresco, sapido che si sposa perfettamente con pesce al forno, o come lo preferisco io: con risotto agli scampi.

Ma è qui che arriva la sorpresa: la Kikka.

Vinitaly 2014 e kikka finale!

Kikka birra artigianale al Verdicchio

Una birra artigianale da 8 gradi elaborata con il birrificio Collesi, che in rifermentazione incontra il mosto di verdicchio per dare un risultato incredibile: una birra fresca, profumata, con sentori citrini che quasi nascondono il malto e si lega con la birra dando una freschezza straordinaria. L’unione di due mondi che si rispettano poco è la vera sorpresa di quest’anno. Non vedo l’ora che arrivi l’estate per godermi questa birra tipicamente estiva..


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