Ricomincia la samba per la Vinyls di Porto Torres e questa volta è proprio il caso di dirlo, perché l’offerta d’acquisto formalizzata oggi da un nuovo fantomatico compratore estero, arriverebbe proprio da una società di investimento brasiliana.
- L’ultima speranza per la Vinyls di Porto Torres viene dal Brasile
C’è chi parla già di “barlume di speranza”, per gli operai che occuparono l’Asinara per oltre un anno, ma noi che abbiamo creato questo blog per la loro vertenza vogliamo ricordare come sono andate le cose in passato.
Oltre un anno fa scrivevamo sul fallimento delle trattative di vendita degli impianti: “Cosa è accaduto davvero? Perché il fondo svizzero Gita, dopo una lunga trattativa, non ha potuto pagare? Questo nessuno lo sa e nessuno si è azzardato a chiederlo, non i governatori regionali, non il sindacato. Ma questa domanda è fondamentale: perché è fallita la trattativa? Esattamente la stessa cosa accadde con altri compratori, gli arabi di Ramco, che abbandonarono all’ultimo e nessuno seppe spiegare perché”.
Qualcuno scoprì chi fossero gli investitori del fondo svizzero Gita? No. Il Ministero dello Sviluppo Economico, responsabile di indagarne l’attendibilità, non riuscì mai a risalire all’identità di Gita. A voi sembra normale? A noi, NO. La vertenza Vinyls, però, è costellata di misteri e fallimenti. Prima la multinazionale araba Ramco, che dopo mesi di trattative in cui non c’era stata l’ombra di un problema, abbandona ogni dialogo. Nessuno, neanche il ministero, dirà il perché. Idem un anno dopo con la svizzera Gita. Nessuna spiegazione. E la vicenda tocca l’inverosimile quando altri compratori, consigliati da Eni e ministero, si rivelano dei delinquenti e finiscono in galera.
Ora arrivano i brasiliani. La storia ci dice che ci saranno mesi di trattative, a ridosso della campagna elettorale, in cui all’ultimo gli investitori scapperanno via senza sapere il perché. Speriamo di sbagliarci, perché gli operai non si meritano tutto questo, per l’ennesima volta.
Intanto i lavoratori non vedono un soldo da maggio, “ufficialmente gli stipendi sarebbero bloccati per mancanza di fondi”, ci spiega Roberto Soricelli, cassintegrato, dopo aver appreso questa notizia da uno dei commissari straordinari Vinyls, l’avvocato Diego Simeone. “E lo stesso succede con la cassa integrazione straordinaria: l’ultima ricevuta è quella di maggio” e nonostante il Ministero del Lavoro abbia dato l’ok per la proroga fino a dicembre, la situazione non si è ancora sbloccata.
Dita incrociate per la “salvezza brasiliana” quindi, ma tanta tanta paura.
di Marco Nurra e Michele Azzu | @marconurra @micheleazzu
(8 settembre 2012)