Magazine Cultura
Quando in biblioteca ho visto questo albo, mi ha subito colpito: una storia semplice che sa' parlare ai bambini di temi delicati come l'accoglienza, la diversità e anche quello più complesso della migrazione.
Questa è la storia di Viola e di tanti altri bambini che come lei hanno lasciato il loro paese e la loro quotidianità per ricominciare una nuova vita. Viola viene da un Paese colorato con il mare, pieno di piante e di animali dove però la vita non è per niente facile: l'Africa. Con mamma e papà è giunta finalmente nella sua nuova città dopo un lungo e faticoso viaggio: “Sono arrivata in mongolfiera volando un po’ di qua, un po’ di là, un po’ di su, un po’ di giù …” “… e poi le nuvole, la pioggia e il vento maestrale … che viaggio faticoso!". I suoi genitori hanno travato un nuovo lavoro in quella città sconosciuta: luoghi, vestiti, persone, facce, tutto è insolito e da scoprire, anche la lingua di cui Viola non capisce nemmeno una parola: "le persone parlano parlano, ma lei capisce solo bla bla bla". Con la migrazione è necessario affronate tanti cambiamenti destabilizzanti: lingua, affetti, modi di vivere e interpretare il mondo vanno perciò conosciuti e rivisti. La perdita delle proprie radici, lo sradicamento, è un processo doloroso che colpisce anche i più piccoli che si trovano spesso in bilico da modelli culturali ed educativi diversificati. I cambiamenti e le novità a volte possono spaventare, e Viola ha un po' paura perchè presto inizierà ad andare in una nuova scuola. Il primo giorno la maestra Lauretta la presenta alla classe: “Salutate Viola, che è arrivata da un paese bellissimo, ma molto lontano da qui!”. I bambini salutano in coro. Ma Viola, ohimé, capisce il solito: “bla … bla … bla". I compagni di classe la osservano con attenzione, e Viola pensa tra sé e sé: “Uffa, perché devono tutti guardarmi così ?” e si fa piccina piccina, più piccina che può. Al suono della ricreazione, tutti in giardino! E in mezzo a una confusione fatta di urla, risate e tanti “ bla, … bla, … bla, …" i compagni di classe giocano fra loro e Viola rimane a guardare. Ma che noia!.Tornata finalmente a casa Viola annuncia la sua decisione alla mamma: a scuola non ci tornerà mai più, nessuno vuole giocare con lei! Ma la sua mamma lo sa bene, spesso basta avere un po' di pazienza e di coraggio per scoprire che i cambiamenti e le novità posso rivelarsi piacevoli sorprese. E Il giorno dopo a scuola, Viola trova sul banco un foglio con una scritta “ecco qualche pensiero per la nostra viola!”: un automobilina, una molletta per i capelli, un quadrifoglio, una penna colorata e una gomma con la bandierina del suo paese. Viola ora si sente accolta, è bastato poco, un segnale, un piccolo pensiero per dirle che anche lei è parte della classe. Un piccolo passo verso l'altro, per fare amicizia e conoscersi. E adesso a ricreazione Viola non è più da sola, ma gioca contenta con i suoi nuovi compagni riuscendo anche a coprendere qualche parolina di quella lingua ancora da imparare!
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