Si chiama Cirque de la Lune, ed è la casa di Viola Vermeer, protagonista della prima graphic novel dell’affiatatissima coppia (nella vita e nel lavoro) Teresa Radice e Stefano Turconi. Sceneggiatrice lei e illustratore lui, con alle spalle una lunga esperienza in casa Disney oltre che lavori per Piemme, EL, DeAgostini e Terredimezzo, Radice e Turconi nelle loro storie infondono sempre un po’ della propria: i viaggi, gli amori (Viola è il nome di uno dei figli), la curiosità. Così è anche per questa loro ultima impresa, presentata lo scorso novembre in occasione di Lucca Comics & Games 2013, per la variegata collana Tipitondi che le edizioni Tunué dedicano ai più giovani.
Da Parigi a New York, da Venezia all’India, e poi dal Canada, Amsterdam e Damasco fino all’Himalaya, che attraversa insieme al circo e i suoi singolari personaggi, Viola esalta la bellezza della vita e del mondo intero.
Unica vicenda suddivisa in tre episodi per accompagnare i tre significati del nome stesso della protagonista – lo strumento musicale, il fiore e il colore –, l’opera è un tipico esempio di romanzo di formazione,
in cui il viaggio compare nella duplice versione dello spostamento spaziale e della crescita interiore cui si giunge grazie al confronto con gli altri. Ma se nella versione originale tedesca del Bildungsroman il tutto è sempre piuttosto ombroso, qui è infusa una gioiosità contagiosa, che ammicca al fatto che fiorire, per mantenere l’analogia, è una cosa meravigliosa.Di lei, dodicenne sbarazzina che trasmette un’immediata allegria, ci si innamora subito: avvolta dal turbinio di colori che dipingono le tavole, fa amicizia con alcune delle personalità artistiche che hanno segnato quella fine del 1800 in cui si muove, e impara, adolescente che non sa bene dove andrà, che il bello della vita è proprio trovare la propria strada.
Insieme a grandi personalità di tutti i tempi, Gibran, Thoureau e Hammerskjold, le cui citazioni chiudono ogni episodio, Teresa ricorda i grandi valori universali dell’umiltà, il rispetto per il diverso, l’altruismo. Con un linguaggio che a volte travalica quello comprensibile dal pubblico cui si rivolge – travalica forse e per fortuna – perché un buon libro per giovani lettori, oltre che concetti, dovrebbe sempre insegnare anche nuove parole.
Trovare la propria strada, dunque, che per ognuno ha colori diversi, suoni diversi e forme diverse. È così che in Un tesoro in ogni dove, l’episodio che apre la narrazione, dalle aule della scuola dove tutte le bambine sono vestite uguali e lei,
così apparentemente differente, si sente a disagio, Viola fa la conoscenza del pittore Toulouse-Lautrec e, con lui, di una ville lumière per lei inconsueta: “Così questa è Parigi, la città che mi ha dato le radici, prima che io mettessi le ali”. E le ali le metterà pagina dopo pagina, passando da Sinfonia d’autunno, che porta il tendone verso il Nuovo Mondo e la protagonista a scoprire nuove realtà insieme al compositore Antonín Dvorák, direttore del conservatorio di New York, fino a Ritorno a casa, che chiude il libro, ma anche il cerchio della vita.Tutti i personaggi – siano essi protagonisti o comparse – sono perfettamente tratteggiati, dai genitori della giovane protagonista, una coppia decisamente ben assortita costituita da una Donna Cannone e un professore di entomologia, che con la propria esperienza le ha già insegnato che al tranquillo tran tran di un lavoro cattedratico è meglio preferire le passioni e soprattutto l’amore, al vecchio e saggio Nonno Tenzin, l’apparentemente scorbutico zio Arsène e Samir, l’amico di sempre.
Dalla tradizione Disney da cui entrambi provengono, Radice e Turconi – che come ricorda il loro blog, hanno nella Casa Senza Nord il proprio covo creativo – riescono a sganciarsi, pur mantenendone l’impronta più positiva e appunto il vecchio insegnamento di un linguaggio erudito che insegni qualcosa.
Con tante citazioni quanti livelli di lettura, anche quando le parole non compaiono, e le nuvole sono solo quelle fra cui vaga la testa di Viola, i disegni hanno la freschezza di quella che sembra un bozza buttata giù di getto. Che tratteggi città o inquadri le più disparate forme di natura, Turconi fa immergere il lettore in quella bellezza che lui e Radice invitano ad amare, anche grazie a un caleidoscopio di tonalità che contribuiscono a rendere il libro un’incantevole opera prima.
Abbiamo parlato di:
Viola giramondo
Teresa Radice, Stefano Turconi
Tunué, 2013
126 pagine, colori, brossurato - 16,90€
ISBN: 9788897165781