Il giorno dopo l'annuncio la bella notizia del parere favorevole della Commissione Europea all'ingresso della Croazia nell'Ue il 1 luglio del 2013, mentre Roma accoglieva molte centinaia di migliaia di partecipanti all'Europride, a Spalato la prima edizione del Pride veniva invece interrotta dalle violenze contro i manifestanti, mostrando una faccia della Croazia, minoritaria ma non peer questo meno preoccupante sia per i croati che per il resto dell'Europa.
Qui di seguito il testo della corrispondenza di Marina Szikora per la puntata di Passaggio a Sud Est del 16 giugno a Radio Radicale.
Sabato scorso, per la prima volta, a Spalato si e' svolto il gay pride che a causa delle violenze contro i partecipanti alla marcia è stato interrotto. 161 le persone sotto inchiesta che rischiano provvedimenti penali per aver minacciato l'ordine pubblico. Sette le persone in stato di fermo. Il gay pride e' stato organizzato sotto lo slogan “Diverse famiglie, uguali diritti”. Il tema e' stato quello del diritto di salvaguardare la vita famigliare delle coppie omosessuali. Gli organizzatori sono state le associazioni Iskorak, Kontra e Domine.
Dura e' stata subito la reazione del capo dello stato Ivo Josipović. Si e' detto convinto pero' che questa non e' la vera faccia della Croazia. Anche la premier Kosor ha accusato qualsiasi violenza contro qualsiasi persona. Le vicende di Spalato, ha detto, hanno dimostrato fino a che punto si puo' arrivare con le violenze e l'odio e questo in Croazia non si puo' tollerare. La premier ha ricordato i valori costituzionali che vietano ogni forma di discriminazione. La direttrice di Amnesty Itnernational per l'Europa e Asia centrale, Nicola Duckworth ha dichiarato che "e' vergognoso che la polizia ha fallito di proteggere in modo adeguato i partecipanti della manifestazione". L'associazione dei giornalisti si e' detta scioccata per le violenze a Spalato e ritiene che ne e' responsabile la polizia. Tra le persone ferite con una grande pietra lanciatagli in testa e' stato il camerman delle televisione RTL di Spalato ma sono stati feriti meno gravemente anche giornalisti dell'agenzia di stampa croata Hina e fotografi dell'agenzia Pixsell.
L'ambasciatrice olandese in Croazia Stella Ronner-Grubačić commentando le vicende del gay pride a Spalato ha annunciato che chiedera' al governo olandese una raccomandazione per il monitoraggio dei processi delle riforme in Croazia anche dopo la conclusione dei negoziati fino al momento dell'ingresso della Croazia nell'Ue. Ha sottolineato che le vicende come quella di sabato scorso a Spalato dimostrano che il monitoraggio sia necessario affinche' si possa essere certi che le riforme iniziate dal governo croato siano sostenibili e senza via di ritorno. L'ambascaitrice olandese ha qualificato queste violenze come violazione dei fondamentali diritti umani. Si tratta di un fattore "al quale siamo particolarmente attenti quando viene concluso il capitolo 23" vale a dire quello relativo alla Giustizia e diritti fondamentali, ha detto l'ambasciatrice olandese in Croazia.
In questa bufera sollevata con le vicende di Spalato dove il gay pride si e' svolto sabato scorso per la prima volta in questa citta' dalmata, la capitale Zagabria si prepara invece per lo stesso evento sabato prossimo. La marcia dell'orgoglio si svolgera' nella capitale croata per la decima volta. Da lunedi' nella piazza principale sono state innalzate tre bandiere dai colori dell'arcobaleno, simbolo internazionale del movimento degli omosessuali e una bandiera del Zagreb Pride. I rappresentanti sono stati ricevuti martedi' dal presidente Josipović nel suo Ufficio. A tal proposito Josipović ha rilasciato la seguente dichiarazione: "con i rappresentanti degli organizzatori del Zagreb pride ho parlato di liberta'. La liberta' e' stata la principale questione poiche' c'e' da chiedersi se la societa' croata ha uguali misure di liberta' per tutti. In tutti questi brutti, terribili eventi accaduti a Spalato, non si tratta della questione se qualcuno ha questo o quel'altro orientamento, se ha queste o quelle preferenze, bensi' se rispetta e se riconosce la liberta' di quell'altro ad esprimere la sua essenza, la sua appartenenza, la sua opinione. La Croazia deve esser un paese di tolleranza, la Croazia deve essere un paese che offre ad ogni individuo l'occasione di esprimere in modo pacifico e tollerante il suo orientamento e perfino le sue preferenze se volete.
Quello che e' accaduto a Spalato e' veramente una faccia brutta della Croazia e si dovra' rispondere ad alcune domande collegate con il male che abbiamo visto. Bisognera' rispondere come mai e' esistito un raduno parallelo, senza essere annunciato. Si dovra' rispondere come mai un tasso cosi' alto di organizzazione senza che nessuno degli organi statali competenti non sapeva di questa organizzazione e che cosa succedeva. E naturalmente, si dovra' rispondere se e come ha reagito lo stato, se sono stati intrapresi provvedimenti per punire questi atti. A Spalato abbiamo visto la violenza, abbiamo sentito le parole di odio, quello che e' in pieno contrasto con i nostri principi costituzionali e con le leggi croate. Mi domandano spesso come reagira' l'Europa. A dire la verita' questo per me e' meno importante. Per me e' molto piu' importante come reagira' la Croazia, se la Croazia sara' in grado di riconoscere che a Spalato e' stato commesso un male, un male che non si deve ripetere. Li' abbiamo avuto divesi sintomi di una societa' non democratica. Un attacco ad un gruppetto di persone non protette, abbiamo avuto la violenza pericolosa per la vita. Le pietre lanciate rappresentano un pericolo di vita per i partecipanti ma anche per i poliziotti. Anche i poliziotti sono stati esposti a rischi seri, anche se quello e' il loro lavoro.
Abbiamo avuto le mani sollevate che fanno venire la domanda come mai in un paese che ha dei valori europei, che vuole i valori europei, che domani vuole essere membro dell'Ue, abbiamo da una parte cosi' tanta gente pronta ad alzare la mano a nome del piu' antidemocratico e del piu' terribile regime mai esistito. Queste sono domande politiche e sociali serie che perfino tengo separate dall'Ue perche' si tratta della questione del futuro croato. Ecco, abbiamo parlato di questo ha concluso il presidente Josipović aggiungendo che si e' parlato naturalmente anche come sara' l'evento di Zagabria sabato prossimo. Il capo dello stato croato si e' detto infine convinto che i cittadini di Zagabria sapranno riconoscere il bene e quello che e' intollerabile anche se non condividono gli atteggiamenti di queste persone. E' un diritto democratico dei nostri cittadini di esprimere il loro disaccordo, ma lo possono fare in modo democratico e non lanciando sassi, offendendo e bestemmiando, senza violenze, ha detto Josipović aggiungendo che l'atteggiamento verso il Pride e' un altro esame della Croazia democratica.