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Siamo alle solite: i facinorosi dal viso coperto non aspettano altro che mescolarsi tra manifestanti onesti, che protestano per motivi che sentono davvero, no a prescindere contro il sistema e le forze dell'ordine. Ma quello che mi stupisce è come, queste persone del movimento No Tav non cerchino di isolare queste frange di violenti. Non capisco perché non si sia ancora arrivati ad un punto di contatto con le istituzioni. Non potranno certo andare avanti così per sempre. Questo è quanto scrive la Stampa a riguardo:
La Torino-Lione «deve andare avanti». All’indomani dell’ennesima giornata di cortei e di scontri in Valle di Susa, il ministro alle infrastrutture, Corrado Passera, interviene per spiegare che non ci saranno cedimenti: il Tav si farà nei tempi e nei modi previsti. Il ministro ha assicurato «il pieno rispetto del cronoprogramma e del tracciato», annunciando che lunedì incontrerà, a Bruxelles, l’omologo francese Thierry Mariani.
Dalla vallata piemontese è partita la replica per bocca di Alberto Perino, 66 anni, bancario in pensione e leader carismatico dei No Tav. «Hanno innalzato il livello di reazione dopo le parole del nuovo ministro dell’Interno, che ha invocato il pugno duro contro le proteste. Ma si sta esagerando. E adesso abbiamo paura, perchè ogni volta che ci muoviamo, anche solo di poco, al di là del consentito ci tirano i lacrimogeni addosso».
Dal fronte No Tav si segnalano tre feriti in condizioni serie dopo gli incidenti di ieri, tra cui un uomo che rischia di perdere un occhio e un sedicenne ricoverato con un brutto trauma cranico, ma tanti lamentano botte e contusioni procurate dal lancio di lacrimogeni che - ha detto Perino in una conferenza stampa - è stato fatto ad alzo zero. «Ma la dinamica dei fatti - dicono alla Questura di Torino - non può essere messa in discussione: siamo stati aggrediti con violenza da centinaia di dimostranti in assetto da guerrigliero, e abbiamo reagito secondo le regole di ingaggio. Abbiamo operato bene». Il materiale sequestrato (fionde, caschi, maschere antigas, scudi in plexiglass, accette, fuochi d’artificio) occupa metà dell’atrio della Questura. «Stiamo lavorando sulla condotta di 400 persone», dice Giuseppe Petronzi, dirigente della Digos; almeno cento sono quelle arrivate dal resto d’Italia o dall’estero apposta per provocare incidenti.
Ieri davanti al cantiere erano un migliaio, e anche se più della metà erano pacifici, hanno comunque violato l’ordinanza della Prefettura. Per ora le denunce legate agli incidenti sono due; altre cinque sono per chi è stato individuato mentre cercava di raggiungere il concentramento portando il kit del guerrigliero. Niente sconti nemmeno ai No Tav che hanno bloccato l’autostrada: si profila una sanzione amministrativa e, per i promotori, che non hanno rispettato il percorso concordato per il corteo, una denuncia penale. La mobilitazione continua. La baita Clarea, simbolo dei No Tav, è stata rioccupata e domani ospiterà una polentata e un’assemblea a cielo aperto. Il movimento incassa un messaggio di solidarietà dello scrittore Erri De Luca, pubblicato da un sito: «La vostra lotta è necessaria, non soltanto giusta». I No Tav, senza volerlo, minacciano di portare lo scompiglio nel mondo politico torinese. Sel manifesta spaccature, e Stefano Esposito, deputato Pd ultrà del Tav, dice che la deriva oltranzista dei vendoliani torinesi è assolutamente incompatibile con la loro presenza all’interno delle maggioranze a cominciare da quella che amministra Torino«.
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