E' certamente strano che sia l'Istat che altri organismi pubblici non forniscano delle statistiche al riguardo. Il femicidio non è solo una sottocategoria dell'omicidio ma un vero e proprio modello di pensiero, quello che genericamente implica il possesso della persona amata. Da notare che questo tipo di violenza cosiddetto di genere e quello sui minori sono simili dal punto di vista dell'esecuzione di atti violenti nei confronti dei più deboli. In questi casi non si accetta, da parte degli esecutori, che un soggetto più debole si opponga alla propria volontà.
Ma passiamo agli unici dati che ho trovato in rete riguardanti il femicidio, l'omicidio delle donne. Secondo la definizione della criminologa D. Russell, "la morte della donna rappresenta l’esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine”, ovvero "le uccisioni di donne in quanto donne", definizione che traggo da Femicidio, a cura di C. Karadole e A. Pramstrahler [disponibile su Scribd].Per esempio Casa delle donne. In un lavoro pubblicato sul loro sito dal titolo UOMINI CHE UCCIDONO LE DONNE. INDAGINE SUL FEMICIDIO IN ITALIA. I DATI DEL 2011 riportano una serie di tabelle relative agli omicidi dal 2005 al 2011. I dati sono stati raccolti consultando giornali nazionali e locali e sono ritenuti sottostimati. Una tesi di laurea di Francesca Quaglia dal titolo GLI OMICIDI TRA UOMINI E DONNE:UN’ANALISI DIACRONICA A PARTIRE DAI GIORNALI presente sul sito Anti violenza donna, uscito nel 2004 e riguardante tre bienni presi come riferimento: 1960-61; 1985-86; 2002-03. Si segnala una diminuzione dal 1960 a oggi ma, a partire dall'anno 2005, confrontando questi dati con quelli di Casa delle donne, sembra che sia in atto un'inversione di tendenza con un nuovo aumento.
Non è dato sapere se è sufficiente una continua presenza sui media a limitare questo genere di omicidi, nell'incertezza è comunque sempre meglio parlarne. Non che sia facile comprendere le ragioni che spingono in genere ad uccidere, anche se, nel caso specifico, è in genere possibile comprendere quali siano le motivazioni principali.
Il pensiero sulla prevenzione attiva degli atti di violenza va chiaramente alle giovani generazioni, nei confronti delle quali può attuarsi in maniera proficua un'educazione al rispetto, sia in senso ampio e universale sia in senso particolare e specifico nei confronti dei soggetti più deboli e delle donne.
Per ora restano le crude statistiche. Sui due documenti citati sono presenti approfondimenti sulle dinamiche di questi femicidi.
imagesource
femicidioencostarica.blogspot.com
casadonne.it
antiviolenzadonna.it