Nell’ultimo periodo il tema della violenza sulle donne viene affrontato in parecchi contesti : il web, i giornali e addrittura la tv.
Sicuramente abbiamo già fatto un gran passo in avanti rispetto a qualche mese fa quando venivamo guardate come aliene o additate come matte al solo pronunciare la parola femminicidio.
Nella prima puntata di “Quello che (non) ho” di F. Fazio e R. Saviano anche Luciana Littizzetto ne ha parlato.
Apprezzo molto Luciana Littizzetto, è uno dei pochi esempi positivi che la tv ci offre delle donne, ma il suo discorso mi è sembrato un po’ troppo affrettato e approssimativo.
Non si può parlare di un tema così importante in due minuti –e questo ovviamente non dipende da lei ma dai tempi tecnici- e argomentare il tutto come farebbe l’anziana vicina di casa qualunquista.
Affrontare il tema della violenza sulle donne non è una cosa semplice, quindi non può essere sminuito in modo frettoloso con una frase fatta : “Chi ti mena è stronzo, lascialo“!
Vero, ci sono donne che non hanno ancora raggiunto questa scontatissima consapevolezza, quindi ricordarglielo ogni tanto non fa poi così male, ma la cosa più importante da chiedersi è : come mai alcune donne non lo hanno ancora capito?
Nei salotti televisivi i “nientologi-opinionisti” quasi sempre esternano frasi del tipo :
“Le donne hanno lo spirito da crocerossina. Credono di poter cambiare gli uomini violenti”
Ecco, credo che non sia proprio così.
La ragione per cui le donne si tengono questi violenti, sono molto più complesse. La maggior causa di tutto ciò possiamo attribuirla ad una cosa che la tv non dirà mai : alcune donne si tengono uomini violenti perché la nostra società impone ancora oggi nel 2012 un ruolo di subordinazione delle donne.
Anche nello stesso programma di Fazio e Saviano le immagini femminili sono pochissime e marginali, le donne che hanno preso parte nella prima puntata erano soprattutto delle testimonianze di mogli o le figlie di qualcuno, un po’ come accade nella vita di tutti i giorni.
In questo periodo di crisi economica tantissima gente ha perso il posto di lavoro, ma in tv o sui giornali si sente solo parlare di padri di famiglia disperati che hanno perso il posto o di imprenditori sul lastrico.
Condividiamo il dolore di queste famiglie perchè infondo quei padri o mariti potrebbe essere i nostri, ma le lavoratrici?
Sono migliaia le donne che si sono viste arrivare la lettera di licenziamento da un giorno all’altro: basta ricordare le operaie Omsa, basta ascoltare le notizie regionali di aziende che hanno messo fuori centinaia di donne tra call-center, cooperative agricole e imprese artigianali. Come mai queste non fanno notizia?
E le dimissioni in bianco per licenziare le lavoratrici incinte? Perché nessuno ne parla?
Il salario di una donna non è importante quanto quello di un uomo? Perché il lavoro e lo stipendio di una donna, ancora oggi viene visto come supplementare!?
Si sono mai chiesti come fanno a sopravvivere queste donne sole, con figli a carico una volta perso il lavoro?
In questo paese la donna non è mai padrona della sua vita, è sempre vista come la madonna o la puttana, come la madre assennata e pura o come l’amante di qualcuno.
Raramente vedremo in Italia donne con ruoli autoritari, che non dipendono in alcun modo da un uomo.
Potremmo prenderne un altro esempio di spazio televisivo non mediasettiano e di informazione : “Servizio pubblico”. Il programma è quasi interamente condotto e portato avanti da figure maschili, i pochi minuti che Giulia Innocenzi ha a sua disposizione svolge un ruolo che potrebbe svolgere chiunque :non serve alcuna competenza per leggere qualche dato dei social-network dal monitor.
Ecco, questi sono alcuni dei motivi per cui ancora alcune donne subiscono in silenzio la violenza domestica. Per capire che chi ti alza le mani è uno stronzo -riprendo la frase della Littizzetto- bisogna che le donne acquistino : consapevolezza, autodeterminazione, indipendenza, un sociale che offra figure di donne determinate, preparate, professioniste e in Italia ce ne sono tantissime, solo che questo paese non riconosce i loro meriti ma da’ piuttosto spazio a donne con ruoli effimeri e banali.
Su giornali non vedremo mai notizie di donne che hanno fatto una scoperta di vitale importanza per il genere umano ma piuttosto vedremo il nuovo seno rifatto di quella velina o la cellulite di quell’altra starlette, troppo spesso affianco a notizie di femminicidi (panorama che Repubblica ci offre quasi tutti i giorni).
Il violento spesso è stato lasciato dalla vittima ma proprio lì è iniziato il calvario se vogliamo peggiore: tra minacce, appostamenti, stalking finito troppo spesso con la morte di quest’ultima.
Affinchè le donne lascino e denuncino i violenti dobbiamo dar loro –oltre alla consapevolezza- anche sicurezza e protezione, un posto sicuro dove poter stare, dove venga aiutata da professionisti e questo solo i centri-antiviolenza posso offrirlo. A che serve firmare petizioni contro la violenza sulle donne con una mano,se con l’altra si fanno tagli all’unico posto dove una donna vittima di violenza potrebbe ritornare a vivere?
Anche i programmi televisivi pomeridiani un giorno si e uno no parlano di violenza sulle donne.
Tra Pomeriggio Cinque e La Vita in diretta, questo argomento è stato trattato decine di volte in questi ultimi mesi.
I paroloni di incompetenti che si sprecano sono tantissimi. Gli ospiti che quasi sempre sono presenti in studio stonano molto però con questa tematica.
Potremo notare infatti che quasi sempre quando si affronta questo tema, in studio c’è la Mussolini che tra frasi scontate e populiste fa un quadro pessimo e distorto sia degli uomini che delle donne.
Proprio ieri a Pomeriggio Cinque hanno parlato della violenza sulle donne e della scomparsa di Roberta Ragusa. Dopo qualche secondo però si parlava della sexy-maestra che ha intenzione di fare un calendario senza veli dopo aver perso il posto di lavoro -a detta sua – perché le mamme gelose hanno ritirato dal suo asilo tanti bambini (notizia a quanto pare totalmente veicolata dalla donna).
Come si può parlare di parità, di violenza sulle donne in contesti come questo ?
Si rendono conto che la pessima situazione delle donne in Italia è anche causata da loro, che offrono esempi di donne senza contenuti,frivole,senza ambizioni se non rifarsi una settima di seno?
Come si può parlare di violenza sulle donne in realtà come la Vita in diretta, se tra gli ospiti ci sono preti con ideali ultracattolici e conservatori , se propagandano immagini di quindicenni che felici hanno appena avuto un bambino e con starlette che in tacco 12 che fingono di preparare dolci da far trovare al maritino quando torna da lavoro?!
La violenza sulle donne va affronatata da professionisti che nell’ambito ci lavorano da tempo.
Lasciare una tematica così importante in pasto ad opinionisti da strapazzo è dannoso quanto la violenza stessa. Non sempre il detto “purchè se ne parli” va bene. In questo allarmante clima in cui ci troviamo tra cortei di talebani conservatori pro-life e mattanza di donne, non si può strumentalizzare la tematica per attirare telespettatori.
Parlatene con interventi e consigli mirati, intelligenti e utili. E se davvero l’allarme della violenza delle donne e della disparità che si respira in Italia vi preoccupa cambiate le percentuali delle vostre ospiti : più professioniste preparate, più donne reali e meno veline preoccupate da questo o quel ritocchino da fare.
(Immagini : qui, qui)
Faby