Ancora restrizioni sull’aborto negli Stati Uniti: questa volta è il turno della Virginia, il cui Senato ha approvato un disegno di legge che richiede alle donne di effettuare un’ecografia prima di ogni aborto. Sebbene infatti i precedenti governi avessero respinto una simile legislazione, in quanto ciò avrebbe scoraggiato le donne ad abortire, oggi con un governo repubblicano aborto e altre disposizioni in materia sociale sono finalmente tornati alla ribalta.
Più precisamente tale disegno di legge esige che le donne si sottopongano all’ecografia affinché sia determinata l’età di gestazione del feto e sia data la possibilità di visualizzare le immagini del feto: la donna può rifiutarsi di guardare l’ecografia, ma per farlo deve però firmare una dichiarazione in cui dice che le è stata data questa opzione. Ad ogni modo è previsto l’obbligo da parte del medico di inserire l’immagine ecografica all’interno della sua cartella clinica. Contro questa legge si sono schierati i pro-choice, sostenendo che essa sottoporrebbe le donne a test inutili che invadono la loro privacy. Ad essi ha risposto la senatrice Jill Holtzman Vogel, una delle promotrici di questo disegno di legge, ricordando che la misura «non viola la decisione della donna, né la sua autonomia». Il governatore McDonnell ha dichiarato che tale disposizione «fornisce alle donne che intendono abortire un aiuto per poter prendere una decisione veramente informata».
Questo disegno di legge è solo il primo di numerose misure che saranno varate nell’anno in corso per modificare drasticamente la legge sull’aborto in Virginia: i prossimi provvedimenti prevedono infatti il divieto di aborto dopo la ventesima settimana di gravidanza e l’eliminazione dei sussidi statali per le donne che abortiscono a causa di gravi malformazioni fetali congenite. Lentamente l’attenzione si sta spostando finalmente sul diritto alla vita dell’essere umano, evidenziando che la libertà della donna termina quando inizia quella del non-ancora-nato.
Raffaele Marmo