L’intervista è rilasciata al Fatto Quotidiano, ed è di quelle che scottano, poiché conferma quanto ho avuto modo di scrivere nel mio precedente post che trattava l’Euroinganno, visto che l’intervistato è Vincenzo Visco, all’epoca dell’ingresso dell’Italia nell’euro il nostro Ministro delle Finanze con il Governo Prodi. Governo – ricordo – che introdusse la famigerata eurotassa.
Ebbene, il nostro vecchio “esattore” confessa che l’ingresso dell’Italia nell’euro è stata studiata dalla Germania per indebolire l’euro e dunque permettere alla stessa di non rallentare l’export, e addirittura di incrementarlo. Pure Prodi – seppure indirettamente e con un entusiasmo paradossale – conferma su La7 questa ricostruzione.
Per converso, un’Italia fuori dall’euro avrebbe fatto paura alla Germania ma anche alla Francia. Semplicemente perché con una lira più debole l’Italia sarebbe stata preferita come partner commerciale rispetto a un gruppo europeo d’elitè che commerciava con una moneta forte e unica. Afferma in questo senso Visco:
La Germania ha gestito la globalizzazione in modo consapevole, avere paesi come l’Italia dentro la moneta unica ha reso l’euro una moneta più debole di quanto sarebbe stata altrimenti e ha permesso a Berlino di esportare…
Capito? Servivamo alla Germania per indebolire l’euro e garantire a Berlino un export che altrimenti non avrebbe avuto. Di fatto siamo stati uno strumento economico in mano a una nazione straniera che lo ha utilizzato per favorire il suo sviluppo commerciale; sviluppo che altrimenti avrebbe solo sognato.
La verità dunque è che la Germania ha sfruttato l’Italia. Sul punto, Visco – dopo una stucchevole filippica sugli evidenti (per lui) meriti del Governo Prodi e del centrosinistra, i quali (sempre per lui) avviarono il risanamento dei conti pubblici (prontamente demoliti dal centrodestra) - precisa meglio il suo ragionamento, quando l’intervistatore ipotizza un’Italia fuori dall’euro:
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Un’Italia fuori dall’euro, visto il nostro apparato industriale, poteva fare paura a molti, incluse Francia e Germania che temevano le nostre esportazioni prezzate in lire. Ma Berlino ha consapevolmente gestito la globalizzazione: le serviva un euro deprezzato, così oggi è in surplus nei confronti di tutti i paesi, tranne la Russia da cui compra l’energia. Era un disegno razionale, serviva l’Italia dentro la moneta unica proprio perché era debole. In cambio di questo vantaggio sull’export la Germania avrebbe dovuto pensare al bene della zona euro nel suo complesso.
Quale cazzo di bene? Lo stato pietoso in cui ci ritroviamo ora è dovuto all’ingresso dell’Italia nell’euro, altro che al Governo di centrodestra, che poteva fare ben poco ormai! La dura realtà è che non siamo nazione da moneta unica, e certamente non da moneta unica così come è stata concepita nei trattati europei. L’Italia avrebbe dovuto essere maggiormente realista e avrebbe dovuto avere la dignità — la dignità! — di non lasciarsi usare dalla Germania e dalle oligarchie bancarie.
E invece abbiamo avuto Prodi al Governo, abbiamo avuto la sinistra e abbiamo avuto Visco. La colpa – è inutile dirlo – non fu di Berlusconi né dei Governi di centrodestra, ma fu loro, poiché ci portarono dentro un progetto di merda per fare il piacere… anzi la volontà della Germania!
Non ci prenda perciò per il sedere l’ex ministro delle finanze. Altro che avanzo primario di 5 punti! Comodo risolvere i problemi imponendo una eurotassa che piegò anche allora l’economia italiana. E il tutto per compiacere Berlino e le oligarchie finanziarie germanocentriche, così come tante volte hanno denunciato economisti e politici (fra questi ultimi ricordiamo Nigel Farage, ma anche Eric Hobsbawn). L’Italia avrebbe dovuto essere maggiormente realista e avrebbe dovuto avere la dignità — la dignità! — di non lasciarsi usare dalla Germania e dalle oligarchie che vogliono costruire un’Europa fondata sul più selvaggio capitalismo.
Fonte: Il Fatto Quotidiano
di Martino © 2012 Il Jester