Magazine Diario personale
Non avrei voluto vederlo, ma la curiosità ha avuto la meglio.
Purtroppo avrei fatto bene a non vederlo.
Angela (una delle inviate donne di LE IENE, appunto) è stata 30 giorni in una comunità psichiatrica di Roma, VILLA LETIZIA.
Ha lavorato come tirocinante a stretto contatto con i pazienti, i medici, i volontari.
Erano già al giorno 15 quando mi sono sintonizzata.
Ho visto persone di tutti i tipi.
Depressi, autolesionisti e quanto altro.
No, non sono una psicologa.
Ma so di cosa parlo.
Non mi rendo conto, se non più tardi, che la comunità si trova a Roma.
Ad un certo punto mi viene in mente mia sorella.
Poco dopo vedo una scena che mi fa fare un tuffo al cuore.
Angela, insieme ad una suora, entra in una stanza di una ragazza e la aiuta ad alzarsi e a lavarsi.
Quando vedo la suora e, a malapena, la ragazza nel letto, mi alzo in piedi sul letto.
La ragazza è mora, coperta dalle lenzuola, scompigliata.
No, non può essere, penso.
Ma quando è stato girato?
La ragazza si alza, Angela la chiama GIOCONDA, ma non si vede in viso.
Si fa la doccia, poi la si vede in viso.
Non è lei. Grazie a Dio.
Ma sarebbe potuta essere.
Troppe somiglianze.
La malattia è sempre la stessa.
Con qualche differenza.
Non è mia sorella.
Sono sollevata.
Il servizio va avanti e si vedono altre storie.
Il pittore sardo, la ragazza autolesionista, la donna che crede che Angela sia sua madre, la ragazza che si definisce omofobica e sputa in faccia ad Angela.
IL TUFFO AL CUORE E' SPARITO, HA LASCIATO POSTO ALLE LACRIME E AL GROPPO IN GOLA.
Purtroppo quello che si vede è tutto reale.
La realtà di tante persone che a causa della loro sensibilità e fragilità sono scese nell' abisso e non riescono a risalire.
Gente che come dice Angela, alla fine,commossa, citando ALDA MERINI, si sveglia sempre in forma e si deforma attraverso gli altri.
Le malattie mentali sono in aumento, ma chissà per quale motivo se ne da meno importanza rispetto alle altre.
Me lo sono sempre chiesto e oggi posso dire che ne ho la conferma.
Per paura.
I "matti" fanno paura.
Molta.
Troppa.
Non è cambiato poi molto da quando venivano nascosti in casa, per paura e vergogna.
Ora sono emarginati ugualmente, ma alla luce del sole, in posti dove vengono ammassati con poca attenzione rispetto alle varie patologie.
Ma cosa importa?
Mia sorella mi aveva parlato tempo fa di questa comunità.
Non peggiore di tante altre.
Alla fine sono tutte simili.
Vedendo il servizio ieri mi è sembrato di vedere tanti animali imprigionati in una gabbia.
Imprigionati nelle loro paure, ansie e sofferenze.
In una gabbia di cui solo loro hanno la chiave.
Purtroppo.
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