23 GIUGNO - Vittoria o non vittoria per i greci? È questa la domanda che ci dovremmo porre. Le elezioni del 17 giugno hanno dato vincente la coalizione a favore dell’euro, quella moneta che ha portato quasi al fallimento un Paese che solamente dieci anni fa cercava di vivere un nuovo boom economico. Ci sono voluti due appuntamenti elettorali per riuscire nell’impresa. Le elezioni dello scorso maggio, infatti, avevano mostrato un Paese totalmente frammentato.
Si è quindi tornati, dopo continui colloqui, a indire delle nuove elezioni le quali si sono svolte domenica scorsa. Se il risultato di maggio mostrava una pesante deframmentazione dei vari partiti politici greci, quelle di giugno hanno permesso la creazione di un nuovo governo guidato dal conservatore Antonis Samaras. Il nuovo governo, sostenuto da una coalizione costituita dai conservatori di Nuova Democrazia, i socialdemocratici del Pasok e il piccolo Partito di centrosinistra di Sinistra Democratica; si propone di far si che il Paese ellenico possa rimanere all’interno dell’area euro. Il nuovo primo ministro greco, aprendo oggi il suo primo consiglio dei ministri ha promesso un governo “esemplare” ed “efficiente” per far “uscire la Grecia dalla crisi”. Ma la dichiarazione più importante della giornata è stata la sua volontà di voler ridurre del 30% lo stipendio suo e di quello dei suoi ministri, inoltre verrà radicalmente ridotto il numero di auto blu. Affascinanti e importanti propositi per il governo di un Paese ormai ridotto alla fame.
Cosa avverrà in Grecia? Con la vittoria dei partiti pro-Euro la Grecia dovrà attuare nuove e ulteriori misure di austerità quali tagli degli statali, nuove tasse e riduzione degli stipendi. Lo scopo è quello di ottenere due maxi prestiti da 100 miliardi di euro anche se, come ricorda il leader di Syriza, si sta uccidendo un malato. Il leader del partito greco di sinistra, contrario all’euro e favorevole all’uscita del suo Paese dall’area, nella seconda tornata elettorale aveva raccolto critiche di tutta l’Europa, Germania in testa, per via che un mancato adempimento agli accordi sottoscritti dalla Grecia comporterebbe un uscita della Grecia dall’Eurozona. Si può parlare di vittoria per i Greci? Il risultato di domenica ha portato al potere quei partiti che hanno portato la crisi nel Paese; ci saranno nuovi tagli e tasse che graveranno sulla gente ormai ridotta alla fame. Uscire dall’Euro indubbiamente era una soluzione più facile anche se ciò avrebbe causato non pochi problemi agli altri Stati membri.
Michele Soliani