News Sicilia: la violenza che subiscono le donne continua ad essere uno dei più grandi flagelli contemporanei.
Ieri a Vittoria, in provincia di Ragusa, è stato arrestato un bracciante agricolo algerino 46enne, per aver picchiato la moglie, casalinga 31enne, per futili motivi e per di più in presenza delle figlie di 5 e 3 anni.
La donna al culmine dell’ennesima violenza subita, in lacrime, riesce a chiamare il 112, asserendo di essere stata picchiata dal marito. I Carabinieri, giunti all’interno dell’abitazione della coppia, notano immediatamente la presenza di un vistoso livido sulla guancia sinistra della donna, nonché le due bambine piangenti ed agitate all’interno del soggiorno.
Non è stato difficile per gli investigatori inquadrare l’evento in un rapporto matrimoniale caratterizzato da reiterati atti di violenza, principalmente per futili motivi, messi in atto dall’uomo.
Potrebbe sembrare assurdo che tante donne, pur essendo consapevoli del male che subiscono, e che talvolta fanno poi anche subire ai propri figli, non reagiscano, non denuncino i propri aguzzini, non se ne vadano via, non cerchino di uscire dall’inferno in cui si trovano. Tuttavia queste donne umiliate e violentate, proprio da chi dice di amarle, pian piano, finiscono col convincersi definitivamente di non valere niente, di non meritare nulla. Non smettono di credere nell’amore. Perché, nonostante tutto, l’amore resta l’orizzonte all’interno del quale cercano di evolvere.
Solo che col passare del tempo si convincono che l’amore, quello vero, esiste solo per gli altri!
Per anni, infatti, la donna ha tollerato le continue violenze (fisiche, psicologiche, economiche) del marito, con la speranza di mantenere la famiglia unita, arrecando purtroppo un danno enorme a se stessa e alle sue due figlie.
Probabilmente l’unico motivo che l’ha spinta ad uscire dal circolo vizioso di violenze nel quale si trovava sono state proprio le lacrime delle figlie. Per i bambini infatti sono gravissimi i danni che derivano dall’assistere ad episodi violenti, tra i propri genitori poi, che dovrebbero rappresentare l’ancora salda da cui partire per poter esplorare la vita.
Adesso si spera che l’incubo sia finito e che per la 31enne e per le sue due bambine inizi una nuova vita lontano dall’orco.
Per l’uomo sono stati disposti gli arresti domiciliari presso l’abitazione di un amico. All’Autorità Giudiziaria iblea dovrà rispondere del reato di maltrattamenti in famiglia aggravato dall’aver commesso il fatto in presenza di minori di 18 anni.