C'era veramente tante gente ad assistere alla presentazione dell'ultimo libro di Marco Travaglio, “Viva il re”, alla Feltrinelli di piazza Piemonte a Milano: a fianco all'autore c'erano i due giornalisti del Fatto Massimo Fini e Peter Gomez.
Tutta gente colpevole del reato di vilipendio al capo dello stato? Quello che i giornali e forse anche gli italiani (una volta) definivano baluardo della Costituzione.
Nel suo libro si racconta della sua storia passata, da migliorista vicino al PSI di Craxi, fino alla carica da Presidente della Repubblica.
Da difensore della carta costituzionale, a difensore della casta, del sistema dei partiti. Dello status quo.
Il presidente della grazie concesse senza nessuna ragione, contro la Costituzione.
Il presidente che ha aperto uno scontro contro una procura in prima linea contro la mafia.
Che non riesce a pronunciare la parola Di Matteo, nel suo ultimo discorso.
Il presidente che ha interpretato in modo politico il suo mandato e che, dunque, deve subire un giudizio politico.
Il presidente dai mille moniti. Pochi contro gli scandali. Molti contro giornali e procure che ancora si oppongono alla grande pacificazione. Tra l'antipolitica e quelle persone dentro le istituzioni e i giornali che ancora credono nella democrazia e in una giustizia uguale per tutti.
La scheda del libro sul sito di Chiarelettere.