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Viva l’anno che verrà!

Creato il 01 gennaio 2014 da Salvatore Cugliari

I calci in culo alla nostra democrazia

Il 2013 è giunto al termine! 12 mesi pieni zeppi di fatti e avvenimenti ricolmi di importanza mediatica, e non solo, fanno oramai parte del nostro passato. Molta gente ritine che l’anno nuovo riesca, in qualche modo, ad oscurare ciò che di losco e meschino si sia fatto durante l’anno. Anno nuovo vita nuova, insomma. Vaffanculo al passato. Guardiamo al presente e soprattutto al futuro, in poche parole, all’anno che verrà. Ebbene sì, l’anno che verrà sarà sempre, in qualche modo, meglio del suo predecessore. L’anno che verrà riesce sempre, non si sa come, a salvare la reputazione dei nostri politici.

Noi italiani dimentichiamo troppo in fretta. Forse perché abbiamo la memoria corta o forse, più probabilmente, perché dimenticare, in un certo senso, ci fa comodo anche a noi: ci fa comodo dimenticare i nostri errori; ci fa comodo dimenticare il fatto che chi abbiamo votato, errando per l’ennesima volta, abbia fatto orecchie da mercante e abbia continuato ad operare (negativamente) come al suo solito; ci fa comodo tralasciare il fatto che tutti noi andiamo contro, almeno all’apparenza, a Berlusconi e poi, non si sa come, ad ogni benedetta elezione il Caimano è sempre lì in vetta o almeno lì vicino.

Possiamo dimenticare e continuare a dimenticare. Possiamo cancellare e buttare nel dimenticatoio tutti i calci in culo che gran parte della nostra classe dirigente ha dato con forza a noi e alla nostra democrazia. Potremmo dimenticare ma sappiate che poi non sarà possibile lamentarsi. Ogni anno è inesorabilmente influenzato dal suo precedente. I calci in culo si moltiplicano e si sommano causando catastrofi politiche ed economiche.

anno
Quest’anno calci in culo la nostra democrazia ne ha ricevuti a bizzeffe. Dal caso Ligresti, imponente schiaffo a tutta la cittadinanza, al caso Shalabayeva, che ha fatto luce sull’incompetenza di due nostri attuali ministri (di cui uno secondo Capo di Governo), ai moniti del Presidente della Repubblica, per i quali non spendo neanche una misera parola, ai vergognosi silenzi che il pm Nino di Matteo ha raccolto dal Quirinale e dal Governo, e chi più ne ha più ne metta. Un calcio in culo, però, mi sono permesso di escluderlo da questa lista per dargli ancora più risalto. Bisognava differenziarlo dai precedenti. Beh, ora è arrivato il momento di dirlo: il calcio in culo alla nostra democrazia più poderoso dell’anno è stato il silenzio e la voglia di dimenticare della gran parte degli italiani.


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