Pubblicato da vivalascuola su marzo 28, 2012
Appello. Non cancellate la cultura del Sud
È sotto gli occhi degli operatori della Scuola l’omissione dalla storia nazionale della poesia e della letteratura del Novecento prodotta da scrittori e poeti soprattutto del Sud ma anche del Centro del Paese, come pare evincersi dalle Indicazioni Nazionali [DM 211/2010, che accompagna il DPR 89 del 15 marzo 2010, recante la "Revisione dell’assetto ordinamentale, organizzativo e didattico dei Licei"].
Il tema, che già si proponeva molto prima del 2010, tanto che è stato affrontato dagli studi e dalle riflessioni di molti critici letterari, è stato di recente ripreso e riproposto a livello nazionale da Pino Aprile, Giù al Sud. Perché i terroni salveranno l’Italia, Piemme, 2011, e Paolo Saggese, Crescita zero. L’Italia del Terzo Millennio vista da una provincia del Sud, Delta 3 edizioni, 2011.
Allarmante risulta, ai due autori e a noi, l’assenza persino della “triade” Quasimodo, Gatto e Scotellaro tra gli autori consigliati a modo esemplificativo dai documenti ministeriali. Ed infatti, nelle Indicazioni, ecco il testo relativo alla letteratura italiana del Novecento:
“Dentro il XX secolo e fino alle soglie dell’attuale, il percorso della poesia, che esordirà con le esperienze decisive di Ungaretti, Saba e Montale, contemplerà un’adeguata conoscenza di testi scelti tra quelli di autori della lirica coeva e successiva (per esempio, Rebora, Campana, Luzi, Sereni, Caproni, Zanzotto, …). Il percorso della narrativa, dalla stagione neorealista ad oggi, comprenderà letture da autori significativi come Gadda, Fenoglio, Calvino, P. Levi e potrà essere integrato da altri autori (per esempio Pavese, Pasolini, Morante, Meneghello …).
Raccomandabile infine la lettura di pagine della migliore prosa saggistica, giornalistica e memorialistica”[1].
Dunque, su diciassette autori non c’è un meridionale e c’è una sola donna! Sono, è vero, citati Verga e Pirandello relativamente alla letteratura tra Ottocento e Novecento. Ma tutto ciò non compensa le numerose esclusioni dei poeti e scrittori meridionali (ad esempio, Quasimodo, Gatto, Scotellaro, Sinisgalli, Sciascia, Silone) del Novecento, come anche di altre Regioni del Centro d’Italia. La nostra riflessione critica sulle Indicazioni, d’altra parte, non nasce sulla base dell’esclusione del singolo autore quanto piuttosto sulla base della non inclusione, magari involontaria ma non per questo condivisibile, di una parte rilevante della cultura nazionale.
Poiché, nonostante l’autonomia scolastica e la libertà di insegnamento, le case editrici nel momento in cui realizzeranno i libri di testo per tutti i Licei italiani si atterranno alle Indicazioni, chiediamo di aderire alla nostra iniziativa affinché non si sperda la parte mancante della nostra storia sociale e culturale, compilando l’allegato, che con le altre adesioni invieremo al Presidente della Repubblica, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, nonché ai Capigruppo alla Camera e al Senato di tutti i partiti politici, con richiesta di integrazione dell’elenco sopra citato con altri autori, così come previsto dal DPR 89/10, art. 12, comma 2.
Con questa iniziativa, nel mentre intendiamo dare valore alle istanze e al sapere degli intellettuali del nostro Sud come anche di altre Regioni del Centro d’Italia poco rappresentate nelle Indicazioni quali Abruzzo, Umbria e Marche, vogliamo, per mezzo di essa, favorire una più organica unità nazionale, promuovere una militanza culturale capace di coniugare la letteratura a idee che si fanno progetto e impegno sociale.
Il Centro di Documentazione sulla Poesia del Sud promuove un’iniziativa volta a sensibilizzare il Presidente della Repubblica sul tema. Per aderire, basta scaricare, compilare e inviare il modulo reperibile qui.
[1] Cfr. il testo delle Indicazioni Nazionali per le Scuole Secondarie di II grado, nello specifico Allegato A, per esempio alle pag. 77, 198, 297.
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Se la scuola cancella le regine delle lettere
di Paolo Di Stefano
Fatta la riforma gabbato lo santo. La riforma è quella varata dal precedente governo e riguarda gli «obiettivi specifici di apprendimento» nei nostri licei. E il santo? Dipende dal punto di vista. Per esempio, lette da Napoli, le indicazioni dei nomi da studiare nel secondo biennio appaiono in tutta evidenza discriminanti, ignorano cioè la letteratura meridionale. In Giù al Sud (sottotitolo: Perché i terroni salveranno l’Italia), il saggista Pino Aprile ha dedicato un intero capitolo alla scelta della commissione ministeriale, facendo notare che, a parte Verga e Pirandello, su 17 poeti e scrittori consigliati non c’è un solo nome a sud di Roma. «Integrare le indicazioni didattiche con Quasimodo, Gatto, Scotellaro e di altri intellettuali del nostro Sud» è ciò che rivendica l’appello lanciato dal Centro di documentazione della poesia del Sud. Ne ha parlato di recente il Corriere del Mezzogiorno, facendo sua la campagna di denuncia contro il «complotto nordista». (continua qui)
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Non c’è un meridionale!
di Pino Aprile
Non c’è un meridionale! Nelle ministeriali “indicazioni” non vi è soltanto il rifiuto della cultura del Sud ma anche la convinzione dell’estraneità di questa poesia dalla storia nazionale. Da cui viene sbattuta fuori, ope legis, per legge! Non basta nemmeno il premio Nobel per rientrare nei criteri “meritocratici” dell’accidentale ministro alla Pubblica istruzione, Gelmini da Brescia. Sulla scorta delle cui “indicazioni” – conclude il capitolo numero 36 Poeti estinti – nei libri di testo, Quasimodo sarà considerato autore quasi secondario, avrà meno spazio, scomparirà quasi del tutto. Gli autori meridionali, che avevano avuto un loro spazio nei decenni passati, saranno confinati a realtà regionali, mentre la letteratura “vera”, quella che conta, che resterà, sarà quella dell’Italia vincente ed europea. L’Italia meridionale, al limite, potrà essere anche letterariamente una colonia del Nord, ai margini della storia nazionale. (vedi qui)