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Vivere a gaza : tra il blocco israeliano e la politica rigida e non futuristica di hamas

Creato il 25 agosto 2010 da Madyur
VIVERE A GAZA : TRA IL BLOCCO ISRAELIANO E LA POLITICA RIGIDA E NON FUTURISTICA DI HAMAS
Cinque anni fa l’ultimo colono della Striscia lasciava questa terra. Quel ritiro aveva suscitato molte aspettative nella popolazione palestinese ma anche molte inquietudini. Quelle inquietudini sono diventati fatti concreti.
Su Omar Mukhtar Street , la via del commercio di Gaza, c’è un traffico caotico, ma i negozi sono vuoti. Questo perché le persone che hanno shekel da spendere sono pochi.
Le condizioni di vita nella Striscia sono peggiorate. Quel ritiro non ha portato a nessuna prosperità , anzi le condizioni di vita si sono via via degradate in una spirale che ha risucchiato gli abitanti della Striscia.
Il blocco aereo e marittimo di Israele , le distruzioni della Guerra del 2006 , quelle Piombo fuso del 2008 hanno disarticolato un territorio , distrutto un’economia.
L’incapacità di Hamas ad essere un partito di governo poi ha fatto il resto : il tasso di disoccupazione supera il 50% e un milione di persone per sopravvivere deve dipendere dagli aiuti umanitari.
Hanno perso il lavoro anche chi effettuava commercio nei tunnel “egiziani”. Bombardati dagli aerei israeliani e fatti saltare in aria da Mubarak , i tunnel hanno smesso di alimentare e con questo la tangente di Hamas.
A Gaza non arriva neanche la speranza dei nuovi negoziati tra Palestina e Israele , Hamas no vuol sentir parlare di trattativa. “E’ un inganno di Obama” dicono nella base di Hamas. Il non mangiare è una colpa da scaricare ad altri , con l’ostentazione di avere sempre ragione.
La democrazia da queste parti non abita , qui s’impone una veduta del mondo, soffocando ogni opposizione , restringendo ogni libertà di espressione che non sia compiacente con il regime.
La Residenza del presidente Anp è diventata una prigione. I reati non sono rari a Gaza ma rstano sempre quasi impuniti , le celle sono piene di uomini di Fatah , l’altra fazione palestinese. E’ odio quello che passa tra i due partiti principali.
L’islamizzazione della Striscia va avanti a forza di minacce , intimidazioni , piccole e grandi vendette. Come quelle contro i campi estivi dell’Agenzia Onu che assiste i profughi palestinesi. Sono saltati in aria locali che vendevano alcolici, caffè internet e le orchestre al matrimonio sono bandite. L’elettricità funziona 8 ore sì e 8 ore no, ma si pensa che Hamas ha i generatori e quindi piena elettricità. Chi sta con Hamas, inoltre, ha un lavoro sicuro.
Buona parte del lavoro a gaza era nell’edilizia , ma la ricostruzione resta un sogno: il cemento è proibito a Gaza. Una parte della popolazione viveva nella pesca ma il mercato del pesce è un deserto. Il mare di Gaza è avvelenato , dagli scarichi delle acque fognarie , dai liquami che finiscono direttamente in mare dopo la distruzione dei depuratori della città .
Non ci si può allontanare dalla costa : oltre le 6 miglia la marina israeliana spara. Resta l’agricoltura .

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