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Vivere in van: la guida, lo spazio, il bagno

Creato il 17 settembre 2012 da Guidoeug @EugenioGuidotti

Pearl Beach, NSW, 17 set 2012, ore 23:56, parcheggio di Coles

La nuova fase di questo viaggio è partita non benissimo e la potremmo chiamare “Riconsiderare”. Ci hanno messo un’eternità a consegnarci il mezzo e non ci hanno spiegato quasi nulla. Per fortuna avevo conosciuto un ragazzo a Perth che mi aveva accennato le principali funzionalità del van. Grazie Mattia. Il mezzo è molto vecchio, ha quasi 500.000 chilometri. Il cambio è indecente, le serrature non funzionano tutte e le chiavi sembrano fatte di burro. Curiosità: c’è una chiave per accendere il motore ed un’altra per aprire le portiere. Non appena ho avuto le chiavi in mano sono partito. Qui ho avuto la mia prima sorpresa: guidare al contrario.

Il volante è a destra e il senso di marcia è a sinistra. E’ tutto diverso. Sorprendentemente la cosa più difficile non è tanto imboccare le corsie giuste, spesso basta seguire le altre macchine, quanto mantenersi al centro della carreggiata. In Italia tendo a stare al centro della strada, quindi a destra. Qui è il contrario, ma l’abitudine mi spinge a cercare la destra. Il risultato è che spesso, senza accorgermene invado l’altra corsia. Così tutto ad un tratto accade e spesso gli altri automobilisti mi suonano dietro. Occorre davvero una forte concentrazione per guidare, non ci si può distrarre un attimo. Oggi è stato il primo giorno e spero che col tempo il mio senso della posizione stradale si adatti alla guida a sinistra. Le strade australiane mi sembravano enormi quando le guardavo dal finestrino. Ora che ci guido sopra scopro che sì, la carreggiata è larga, ma le corsie in cui è suddivisa non lo sono poi tanto. Per il momento sembro davvero il classico nonno col cappello, il tipico guidatore della domenica. Altra cosa che mi crea un’enorme confusione è che la freccia è a destra e i tergicristalli a sinistra. E’ tutto il giorno che anziché mettere la freccia, lavavo il parabrezza. Ad un certo punto ha iniziato a piovere e poi a grandinare e anziché regolare la velocità del tergicristalli mettevo la freccia. Fantastico. Patente, giorno uno, dieci anni dopo.

Appena ci si ferma e si vuole mangiare qualcosa, ecco che ci si accorge di un altro particolare: lo spazio è poco. La cucina è attaccata al letto che è attaccato al frigo che è attaccato al lavabo. L’elettricità c’è, ma bisogna essere attaccati ad una presa esterna per farla andare. Non c’è batteria per le prese, solo per le luci e per il frigo. Il tavolo è anche il letto, bisogna solo smontarlo e rimontarlo il giorno dopo. E poi il bagno. Non c’è.

Se sei in un’area di sosta non è un problema. Se sei in un parcheggio di Coles allora è un problema enorme. Qui, però, entra in gioco un altro fattore: la Cina. L’anno scorso, durante il mio peregrinare in quel Paese, ho visto bagni che non riesco a descrivere in questo momento senza ricorrere a brutte parole e questo mi ha insegnato una cosa che diventa preziosa in momenti come questi: quando non hai un water bastano un secchio, un sacco del pattume e una salvietta intima. Magari profumata.



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