Sono tanti gli attori che sostengono che fare una commedia è molto più difficile che fare un film drammatico ma, io non ho ancora capito se sono d’accordo. Se si parla di scrittura, di pura sceneggiatura, questa opinione potrebbe anche essere vera, perché la commedia non è niente altro che una revisione della realtà costituita da elementi ridondanti e opprimenti ai quali, però, si reagisce creando volutamente dell’ironia, delle situazioni assurde e, quindi, tentando di scatenare la risata. Ma la risata, rispetto al pianto, è precisa e individuale. Ridere, in un film, è un lavoro che un regista, uno sceneggiatore e gli attori devono fare su un’altra persona.
Tenendo in considerazione questo, la commedia The Interview di Seth Rogen che deride la Corea del Nord mi ha fatto ridere? Sì, diciamo pure che mi ha fatto sghignazzare. Farà ridere al pubblico? Potrebbe.
L’impatto di maggior risata si ha nei dialoghi, più che nelle situazioni. Il livello di offese fatto alla Corea del Nord è altissimo. Ci si spinge in là (forse un po’ troppo) con parole, toni e linguaggi del corpo e non si esprimono scuse a riguardo. Per di più si scherza con fatti reali, con le vere stranezze di un folle dittatore, quindi ci si potrebbe anche indignare moralmente. L’oltraggio direi che è la parola chiave di questa pellicola che sfrutta al massimo degli stereotipici sugli asiatici (e anche sugli omosessuali) per portare l’umorismo in una grande sala cinematografica.
Per il resto, la regia è lineare, Rogen e James Franco sono incredibilmente bravi, divertenti e hanno la particolarità di sembrare sempre nuovi e interessanti a ogni pellicola. Qualità non da tutti in una Hollywood fin troppo ripetitiva
E se posso dire ancora la mia: viva le anteprime super-precoci che mi permettono di vedere queste pellicole prima di voi! Perché la data ufficiale di uscita mi pare sia 5 febbraio! Tiè! Alla faccia vostra!
Fabio Secchi Frau