Post a vocazione ombelicale. Si parlerà di Partito Democratico in provincia di Varese. Più ombelicale di così, non si può.
Leggo sul blog del senatore Paolo Rossi, riguardo l’iniziativa di Prossima fermata Varese:
Ho letto dell’ incontro recente indetto dai rottamatori varesini. Nulla contro l’ iniziativa che, come tale, è sempre arricchimento politico. Lo affermo con la disponibilità a capire e con l’ interesse di sempre ma l’ impressione di impatto è, lo confesso, altalenante, sospesa tra il timore della nascita di un ulteriore e consueta corrente politica, con i suoi limiti e le sue tradizionalissime deformazioni e un’ iniziativa che ha come unico e pedissequo obiettivo la ‘distruzione’ del Pd rifuggendo, perchè privati dal loro stesso dna, il confronto politico. E questo, scusate, non mi piace.
Se l’opinione è altalenante tra la nascita di una corrente e la distruzione del Pd, mi sembra che non possa essere, in alcun modo, positiva.
Ieri abbiamo spiegato qual è la nostra idea di partecipazione, che non è una corrente, che non è distruttiva, anzi. Cerca di guardare fuori, coinvolgere, rendere partecipi, ascoltare. Che all’altezzoso noi non prendiamo lezioni da nessuno, risponde con ci piace imparare, non abbiamo la verità in tasca, raccontateci la vostra, vi ascolteremo, e cercheremo di mettere il tutto a disposizione del Pd:
Si parte con un blog http://prossimafermatavarese.wordpress.com, una e-mail prossimafermatavarese@gmail.it e un gruppo Facebook “Prossima fermata Varese”. Con questi strumenti i cittadini potranno, fino a dicembre, dare il loro contributo con una parola, uno slogan, un concetto, un’idea per la città. E a metà gennaio l’insieme delle idee sarà presentato in un’assemblea pubblica durante la quale chi lo vorrà avrà cinque minuti per raccontare la propria proposta. Alla fine di questo percorso, l’insieme delle idee diventerà un libro bianco che sarà messo nelle mani del PD varesino per essere utilizzato nel breve termine nel dibattito per primarie del PD e in vista delle elezioni amministrative e nel medio termine potrebbe costituire un progetto di sviluppo della città.
E’ semplice, davvero.
Puntuale, si è attivata la macchina del fango. Fango non per la gravità delle accuse, che non vanno oltre il pettegolezzo, ma per l’astio che traspare e per il tristissimo particolare che provengono da persone che il Partito Democratico di Varese lo vivono molto da vicino, che conoscono bene i “rottamatori”, che avanzano accuse sommarie – al limite del pettegolezzo, appunto – e si nascondono dietro l’anonimato.
Un commentatore, che si firma Un incazzato con voi, scrive, cogliendo il punto:
Una rissa fra piccoli politici e piccoli uomini che disonora il PD.
Una di quelle risse che si sa da dove vengono e si sa dove portano: alla “distruzione” (che, guardacaso, coincide con ciò di cui siamo accusati). Perché creano sospetti, alimentano divisioni, infiammano le malelingue fondate sul nulla.
Come abbiamo fatto a Firenze, rispondiamo con un abbraccio simbolico, e ricordiamo, col sorriso sulle labbra, che la nostra minaccia è ancora valida: siamo gli unici a minacciare di non andarcene dal Partito Democratico. Nonostante tutto.