Per presentarmi un po’
vengo da un paese
in cui le croci
non fanno
mai
le ragnatele
agli
angoli
desiderio
voglio scrivere
come se nascessi
pieno di sangue di pezzi di pelle e resti di carne
come il grido forte
prolungato
di un barbaro che ha rinnegato i suoi
in una foresta di statue romane
che lo guardano con disgusto e disprezzo
voglio scrivere
con un rotolo di parole
versi che escano dalle pagine
e si aggrappino alle pareti alle finestre alle porte
come fili d’un ragno che acchiappa l’insetto gigante
che si sta preparando a divorarlo
e
impazzito dalla paura
tesse senza posa incessantemente
finché si fonde
nei fili che si tendono – una camicia della morte
troppo grande
e
troppo sottile
Vita in una città
la vita in una città
dove nessuno ti conosce
non ha un cuore
gli unici battiti che senti
sono quelli delle campane che annunciano
le ore esatte
nessuno ti conosce qui
e quelli che ti sorridono
sono soltanto allegri o stupidi
o neanche sorridono a te
ogni volta che attraversi la città
il tuo cervello si ammorbidisce un po’
e dimentica
così come l’asfalto fuso su cui cammini
non ricorda
nessun’orma tua
per quanto fosse forte
o sicura
Luogo
conosco il luogo
dove il vento
gonfia
i polmoni dei morti
e poi
li alza
al cielo
Litania
Dio buono,
che fortuna che sei lassù
tutto il tempo
perché mi possa aggrappare
a Te
di tanto in tanto
giocattolino da un soldo
spesso mi rallegro di cose così insignificanti
che sospetto me stesso
di non sapere bene cosa voglio dalla vita
sono alla sua metà e
mi piace credere che
ciò che vedo lontano lontano lontano lontano
piccola
come un giocattolino da un soldo
è la mia propria morte
In alto il cuore
sono salito sul tetto della casa
in cui mio padre
il nonno
il bisnonno
sono nati
e
hanno vissuto la loro vita
l’ho cavalcata
come si cavalca un cavallo
se si ha mai questa fortuna
e mi sono aggrappato con entrambe le mani
alla chioma del tetto
ho sentito il cuore in alto
come mai prima
e dovetti chiudere gli occhi
perché non schizzasse da lì
e cominciasse a volare
Da Morte ultrafine (Moartea parafină, 2010)
Versi di Robert Şerban
Traduzione italiana di Afrodita Carmen Cionchin
Robert Şerban
Nota biobibliografica
Robert Şerban, nato nel 1970 a Turnu Severin (Romania), è poeta, scrittore e giornalista, membro dell’Unione degli Scrittori di Romania. Nome affermato della poesia romena contemporanea, è vincitore di importanti premi letterari. Ha pubblicato le raccolte poetiche: Fireşte că exagerez (Certo che esagero, 1994), Odyssex (1996), Cinema la mine-acasă (Cinema a casa mia, 2006), Moartea parafină (Morte ultrafine, 2010). È coautore dei volumi di poesia: Pe urmele marelui fluviu / Auf den Spuren des grossen Stroms (Sulle tracce del grande fiume, insieme a Nora Iuga, Ioan Es. Pop, Werner Lutz e Kurt Aebli, poesia e prosa, 2002), Timişoara în trei prieteni (Timişoara in tre amici, insieme a Dan Mircea Cipariu e Mihai Zgondoiu, 2003), O căruţă încărcată cu nimic/ Ein karren beladen mit nichts (Un carro carico di nulla, insieme a Ioan Es. Pop e Peter Sragher, 2008). Nel 2009 ha pubblicato in Germania il libro di poesia Heimkino, bei mir (Pop Verlag) e nel 2010, in Serbia, il volume bilingue Биоскоп у мојој куђи/ Cinema la mine-acasă (Meridijani).