Vi ricordate l’incidente aereo dell’Air France 447 in volo da Rio a Parigi che si è schiantato in mare nel giugno 2009 con a bordo 228 persone? Bene, dopo aver letto su un articolo pubblicato le conversazioni dei piloti, mi sono venuti i brividi, perché sono uno dei tanti che prende abitualmente l’aereo. Da quello che leggo, i piloti erano nel panico più completo, con l’aereo in stallo mentre il comandante era assente per il suo turno di riposo. Cos’è successo? Perché uno degli aeromobili moderni più diffusi è precipitato insieme ai 228 fiduciosi passeggeri che avevano affidato la loro vita all’Air France? Leggete la registrazione del dialogo tra gli ufficiali riportata da un articolo del Corriere della Sera:
Robert: «Allora ritorna?» (si riferisce al comandante).
Dubois: «Ehi, cosa succede?» (il comandante è rientrato ma non assume la «guida»)
Robert: «Che succede? Non so, non so che succede».
Bonin: «Ho un problema, non ho la velocità verticale (indica quanto sale o scende il jet, ndr). Non ho alcuna indicazione».
Dubois: «Non so, ma ora stiamo scendendo di quota». L’aereo si avvicina alla superficie del mare, scosso in modo violento dalla turbolenza.
Robert: «Cosa pensi? Cosa pensi? Cosa pensi che dovremmo fare?».
Bonin: «Non ho il controllo dell’aereo. Non ho per niente il controllo dell’aereo».
Robert: «Sali…Sali…Sali».
Bonin: «Ma è un po’ di tempo che sto scendendo al massimo livello».
Dubois: «No! No! No!…Non salire…No..No».
Bonin: «Allora scendi».
Robert: «Maledizione! Ci schianteremo. Non può essere vero».
Bonin: «Ma che succede?!».
Quello che succede è lo schianto in mare dell’aereo!
Non ci provo nemmeno a fare delle ipotesi sulle cause tecniche o sul comportamento dei piloti, anche se le conversazioni registrate hanno dell’incredibile. Quello su cui invito a riflettere, è un dubbio sul quale nemmeno la solidarietà con le famiglie dei piloti m’impedisce di speculare: il loro stato psicofisico al momento dell’imbarco.
Il comandante Marc Dubois ha 58 anni, una notevole esperienza e non mi da da pensare, almeno in prima approssimazione. Quando l’Airbus va in stallo, ai comandi ci sono David Robert, 37 anni, e Pierre Cedric Bonin, 32 anni; il più giovane. Nella tragedia, forse nessuno si è chiesto come avessero trascorso la notte (a Rio de Janeiro), quante ore di sonno abbiano fatto, se la sera prima avevano assunto alcol o droghe. Lo ripeto, può apparire impietoso avanzare dei sospetti di questo genere, ma credo che sia lecito farlo a fronte delle 228 vittime! Ho fatto qualche ricerca in rete in merito ai controlli che vengono effettuati sui piloti: sembrerebbe che i controlli vengano fatti periodicamente e a campione, ma non ho trovato nulla che si riferisca a controlli obbligatori prima dell’imbarco. Considerato il largo anticipo con cui i piloti entrano in servizio, rispetto all’orario di partenza del volo, credo che dovrebbero essere controllati tutti prima di ogni imbarco.
Leggete questo articolo sulla pressione che Raffaele Guariniello (ce ne vorrebbero mille come lui) sta effettuando sulle compagnie aeree.
Quest’altro articolo, invece, solleva dei dubbi in merito alla perizia manuale dei piloti senza l’ausilio del pilota automatico.