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Voli low-cost: sono davvero cosi' convenienti?

Creato il 08 ottobre 2012 da Kia

Se ora è diventata un'abitudine per il week-end prendere un volo che da Milano ci porta a Londra e riprenderlo dopo 36 ore per tornare a casa, fino a qualche anno fa' la cosa non solo era impensabile ma anche impossibile per la maggior parte delle persone.
Dallo sbarco sul mercato delle compagnie low cost i viaggi aerei sono quintuplicati e questo è stata solo una logica conseguenza.
Voli low-cost: sono davvero cosi' convenienti?
Qui uno scatto preso dal sito planefinder che ci indica in questo preciso momento 4867 aeroplani e guardate la maggior concentrazione dove è posta in cartina.
Certo fa riflettere.
Quante persone, infatti, si sarebbero potute permettere così spesso i costi di un biglietto aereo anche solo 10 anni fa'?
probabilmente poche, così le mete da week-end o scelte per viaggi dagli adolescenti più gettonate di una volta erano quelle raggiungibili in auto o in treno.
Ma alla nascita di compagnie come Ryanair, Easyjet o Vueling le cose sono decisamente cambiate ed il mercato, oltre che l'ambiente, ha subito uno stravolgimento.
All'inizio si sentivano strane voci sul fatto che i voli costavano poco perché le compagnie usavano aerei vecchi ed il risparmio stava nel non fare revisioni e manutenzione ma nel giro di poco tempo si è capito che il risparmio non stava lì ma in cose ben più alla luce del sole.
Le compagnie lowcost, infatti, adottano preferibilmente un singolo modello di aeroplano in modo da abbassare i costi di manutenzione e di formazione del personale, vige il multiruolo dei dipendenti, viene attuato un utilizzo della flotta più intenso e molto altro.
Gli aerei delle compagnie aeree che volano in Europa devono soddisfare dei requisiti minimi di sicurezza, altrimenti sarebbero banditi dai cieli europei finendo nella fruibilissima lista nera (http://ec.europa.eu/transport/air-ban/list_en.htm) quindi dove sta il risparmio? innanzitutto il risparmio sta nell'aeroporto.
Molti stati hanno aeroporti costruiti ad hoc per queste compagnie, sono decisamente fuori raggio se confrontati ad aeroporti già esistenti nelle città o capitali europee ma certamente creano posti di lavoro dove prima non ce n'erano.
Se infatti per raggiungere Barcellona da El Prat basta una corsa di 15/20 minuti in bus, da Girona, aeroporto prettamente costruito per compagnia low cost, di minuti per raggiungere la città ( e di euro spesi per il biglietto della navetta) ce ne vogliono più del doppio, e così il risparmio diventa anche qui un po meno.
Ma ancora, mai sentito parlare delle tasse? e delle sovrattasse? e costo del check-in? che ormai per molte è diventato obbligatorio farlo on-line ma con un sovrapprezzo e costi per il pagamento con carta di credito? non è finita qui: parliamo del bagaglio.
Tutte le compagnie hanno chiaro espresso un range di peso che il bagaglio, in stiva o a mano, non deve superare.
Bene , con le compagnie questo tasto è il tasto magico.
Superare anche di un solo chilo la soglia potrebbe costare decisamente caro.
A conti fatti queste compagnie possono certamente essere un mezzo comodo ma anche decisamente poco lowcost se non si sta bene attenti all'organizzazione.
Low cost infatti deve essere simbolo di spartano, insomma niente snack, niente assicurazione extra, niente bagaglio più pesante o troppo grande in caso di bagaglio a mano, niente extra di nessun tipo ed allora, solo allora, forse un po' di risparmio (esclusivamente economico) lo si può trovare (facendo bene i conti anche con le spese di trasporto per e dall'aeroporto!)
...se poi vogliamo parlare dei costi ambientali che flotte di boing hanno creato in questi ultimi 10 anni c'è poco da stare allegri.
Le compagnie lowcost infatti sono responsabili in maniera decisiva dell'aumento di emissione di C02 nell'atmosfera e così, qui da noi la comunità europea ha creato un tetto alle emissioni che possono esser prodotte ed immesse.
Un sistema di pagamento basato sulle emissioni è cioè un sistema che chiede alle compagnie di inquinare meno e pone loro un tetto di emissione che se sforato impone ai soggetti il pagamento di una tassa.
Subentra poi la cosiddetta "Direttiva "Emission Trading" cioè la direttiva 2003/87/CE" che istituisce un sistema per lo scambio di quote di emissioni dei gas a effetto serra nella Comunità.
Ma questo è ovvio che non può rappresentare una soluzione ma solo un palliativo.
La cosa che dovremmo fare? ripensare all'utilità di prendere un aereo per 2 giorni e magari riscoprire il nostro paese in treno, come si faceva una volta, ed infine sì scegliere di visitare le capitali europee ma con tempo, quel tempo necessario per amarle e scoprirle e non trasformare un viaggio in un fast-travel dove proprio come si farebbe in un fast-food ci si ingozza di schifezze senza gustarne il vero sapore.
Insomma a volte rinunciare non significa perdere un'occasione ma guadagnarne una migliore.
fonti
http://it.wikipedia.org/
http://ec.europa.eu/
http://planefinder.net/
http://www.minambiente.it/
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